La possibile decrescita cinese, non è l’unica incognita a minare la traballante navigazione della nave Europa e della barchetta italiana. Le nuvole all’orizzonte si addensano. Funnyking fa un elenco preoccupante di “cigni neri” dell’economia:
“- rallentamento del
mercato immobiliare USA
- declino della vendita di auto USA
- declino della produzione industriale USA
- nota della Federal Reserve che ventila di anticipare la riduzione di liquidità (tapering)
- numero insolito di suicidi nei maggiori istituti finanziari (ricordo che il cigno nero del 2012 fu anticipato invece da un insolito numero di arresti o di dimissioni negli stessi istituti)
- George Soros (famoso analista e gestore di fondi USA) compra un numero impressionante di opzioni "PUT" (ribassiste) sull’indice di borsa americano
- indice manifatturiero PMI cinese sceso in 6 mesi alla soglia dei 50 punti (49,5) (al di sotto dei 50, è segnale di rallentamento del trend in corso)
- un numero elevato di prodotti strutturati di investimento cinesi sta arrivando al punto di rottura (i soldi investiti in questi fondi strutturati andrebbero in fumo, producendo un crollo dei consumi interni cinesi)
- si è saputo solo ora chela
Cina ha venduto a dicembre titoli di Stato Americani per un
valore di 48 miliardi di dollari (la massima vendita mai effettuata in 20 anni)
-la Cina sta
sempre accumulando oro ed è sempre valida la soffiata che ad aprile forse il
governo proclamerà al mondo la reale entità delle sue riserve aurifere
(preludio, secondo alcuni, di una proposizione dello Yuan come valuta
alternativa al dollaro)
- sottomarini cinesi in giro per il mondo
- "Forse è un buon momento per cominciare a considerare la costruzione di un mondo de-americanizzato," (dichiarazione dell’agenzia di stampa governativa cinese Xinhua in occasione del capodanno 2014)
Precisiamo una cosa: un crac manifatturiero e anche bancario in Cina farebbe molto più male ai mercati esteri che all’economia interna del Paese. Stiamo parlando di una inevitabile e forse salutare crisi di crescita per i Cinesi, ma niente a che vedere con la spada di Damocle che pende invece sui mercati occidentali.
"Gli Stati Uniti perderanno inevitabilmente il loro monopolio sulla valuta di riserva," hanno scritto gli economisti Hélène Rey della London Business School, Pierre-Olivier Gourinchas della University of California, Berkeley, ed Emmanuel Farhi della Harvard University. "E’ solo una questione di tempo prima che il mondo diventi multipolare", ha detto invece il FMI.
Diverse nazioni ormai hanno stretto accordi commerciali bilaterali che ignorano il dollaro.
- declino della vendita di auto USA
- declino della produzione industriale USA
- nota della Federal Reserve che ventila di anticipare la riduzione di liquidità (tapering)
- numero insolito di suicidi nei maggiori istituti finanziari (ricordo che il cigno nero del 2012 fu anticipato invece da un insolito numero di arresti o di dimissioni negli stessi istituti)
- George Soros (famoso analista e gestore di fondi USA) compra un numero impressionante di opzioni "PUT" (ribassiste) sull’indice di borsa americano
- indice manifatturiero PMI cinese sceso in 6 mesi alla soglia dei 50 punti (49,5) (al di sotto dei 50, è segnale di rallentamento del trend in corso)
- un numero elevato di prodotti strutturati di investimento cinesi sta arrivando al punto di rottura (i soldi investiti in questi fondi strutturati andrebbero in fumo, producendo un crollo dei consumi interni cinesi)
- si è saputo solo ora che
-
- sottomarini cinesi in giro per il mondo
- "Forse è un buon momento per cominciare a considerare la costruzione di un mondo de-americanizzato," (dichiarazione dell’agenzia di stampa governativa cinese Xinhua in occasione del capodanno 2014)
Precisiamo una cosa: un crac manifatturiero e anche bancario in Cina farebbe molto più male ai mercati esteri che all’economia interna del Paese. Stiamo parlando di una inevitabile e forse salutare crisi di crescita per i Cinesi, ma niente a che vedere con la spada di Damocle che pende invece sui mercati occidentali.
"Gli Stati Uniti perderanno inevitabilmente il loro monopolio sulla valuta di riserva," hanno scritto gli economisti Hélène Rey della London Business School, Pierre-Olivier Gourinchas della University of California, Berkeley, ed Emmanuel Farhi della Harvard University. "E’ solo una questione di tempo prima che il mondo diventi multipolare", ha detto invece il FMI.
Diverse nazioni ormai hanno stretto accordi commerciali bilaterali che ignorano il dollaro.
…
L’unico motivo per cui
il dollaro non si schianta è il fatto che viene ancora usato come valuta di
scambio in tutto il mondo. E tale predominio è stato imposto con le armi fin
dal dopoguerra. Non esiste alcun meccanismo "tecnico" che contribuisca
a mantenere il dominio del dollaro come valuta di scambio globale. E’ solo una
pura e semplice questione di forza. Ma forse oggi è diventato molto più vicino
un traguardo possibile per l’intera umanità. Davvero raggiungibile e
realistico. Forse non esattamente per il 2014, ma certamente per il futuro
prossimo. E sarà una vera rivoluzione.
…
aspettiamoci il
"Cigno Nero" (evento economico distruttivo e imprevedibile) che lo
precede e lo annuncia e potrebbe davvero svolazzare sulle nostre teste per
quest’anno.
L’elenco sopracitato mette insieme tutti i segni premonitori di una fortissima correzione del mercato USA che potrebbe avvenire quest’anno. Sarebbe solo uno dei tasselli di questo processo più ampio di dissoluzione del dollaro, ancora niente di definitivamente letale per l’economia USA, forse, ma per ogni risparmiatore, equivarrebbe a una catastrofe. Siete consapevoli? Siete preparati?
Ma per che cosa in concreto, per quale direzione di mercato e su quali asset finanziari?
Potrebbe succedere di tutto: una crisi delle azioni USA, un aumento dei rendimenti obbligazionari, una svolta nei cambi, un default bancario…qualsiasi cosa potrà essere il prossimo "Cigno Nero".
Ma chi può prevedere quando accadrà? Nessuno, e neppure io ovviamente, il punto è che Il "Cigno Nero" non si combatte tentando di prevederlo con la palla di vetro.”
L’elenco sopracitato mette insieme tutti i segni premonitori di una fortissima correzione del mercato USA che potrebbe avvenire quest’anno. Sarebbe solo uno dei tasselli di questo processo più ampio di dissoluzione del dollaro, ancora niente di definitivamente letale per l’economia USA, forse, ma per ogni risparmiatore, equivarrebbe a una catastrofe. Siete consapevoli? Siete preparati?
Ma per che cosa in concreto, per quale direzione di mercato e su quali asset finanziari?
Potrebbe succedere di tutto: una crisi delle azioni USA, un aumento dei rendimenti obbligazionari, una svolta nei cambi, un default bancario…qualsiasi cosa potrà essere il prossimo "Cigno Nero".
Ma chi può prevedere quando accadrà? Nessuno, e neppure io ovviamente, il punto è che Il "Cigno Nero" non si combatte tentando di prevederlo con la palla di vetro.”
Insomma ci sono alcuni problemini in giro per il mondo. Problemi ancora poco evidenti, ma già preoccupanti. Il desiderio di Angelina Merkel e della casta italiana di "tirare a campare" potrebbe essere un desiderio vano. Per esempio negli Usa cosa succede, mentre da noi in tv i neoliberisti all'amatriciana annunciano la mirabolante crescita degli Usa?
"Ieri mentre a Wall Street si distribuivano all’ingresso fiale di testosterone, i responsabili di azienda in un sondaggio suggerivano che …in un momento in cui l’aumento dei salari non va di pari passo con il miglioramento dell’economia globale, un rallentamento delle spese per consumi può essere una fonte di preoccupazione per le aziende. E’ quanto emerge da un sondaggio condotto da Cnbc, che ha sentito 51 direttori finanziari europei e asiatici: la metà degli intervistati ha indicato come motivo di timore il calo della domanda da parte dei consumatori.
Che figata hanno scoperto che servono i consumi, la domanda interna, si quella che in Europa non serve, non va tanto di moda.
Per quanto riguarda quelli americani basterebbe chiederlo al responsabile della NFIB il Chief Economist, Bill Dunkleberg, vecchia conoscenza di Icebergfinanza, si CEO dell’associazione delle piccole e medie imprese americane, quello che non servono a nulla ma che valgono oltre i due terzi di nuovi posti di lavoro e da sole quasi la metà della produzione in rapporto al PIL…
“L’anno scorso è finito con un piccolo aumento dell’attività economica, ma probabilmente non è stato così forte come i numeri del PIL fanno credere. Nel complesso, il PIL è aumentato del solo 1,9 per cento nel 2013, in calo dal 2,8 per cento nel 2012. Le esportazioni erano forti, questo è un bene per la produzione manifatturiera, ma meno per il lavoro…
Peccato che una quota enorme della crescita del PIL era riconducibile alla ricostituzione delle scorte di magazzino e solitamente se non vendi come sta accadendo, visti gli ultimi dati sui consumi,la crescita nel primo trimestre 2014 te la sogni!
Ovviamente tutta colpa della neve, anche la vendita di case esistenti o la firma dei compromessi di vendita , perchè sai quando si vende una casa esistente, mica puoi uscire di casa per fare una firma se nevica o fa freddo, inoltre prima bisogna traslocare e poi si firma per l’acquisto vero!
Vendite case esistenti Usa -5,1% gennaio, passo più lento da 2012
Le vendite di case esistenti negli Stati Uniti sono calate bruscamente in gennaio ai minimi da luglio 2012, segno che l’aumento dei tassi di interesse sui mutui può essere un freno per chi decide di comprare una proprietà e, di conseguenza, per il mercato immobiliare.L’indicatore, calcolato dall’associazione di settore National Association of Realtors (Nar), ha registrato un ribasso del 5,1% a 4,62 milioni di unità. Gli analisti attendevano un calo a 4,7 milioni di unità."
Che fare in queste pessime condizioni per riuscire almeno a conservare una misera domanda interna? In Francia hanno deciso di usare la forza bruta, la negazione del liberismo per difendere folli politiche neoliberiste...
"Francia Disperata: Arriva la Tassa (Punitiva sulle Delocalizzazioni)
...
La Francia disperata e socialista, guidata del peggior premier dell’universo colpisce ancora, e in perfetto stile sovietico si inventa un nuova limitazione della libertà, ovvero la tassa sulla delocalizzazione.
Licenzi per delocalizzare? Zac paga 28.000 per dipendente licenziato.
...
Il 24 febbraio, il parlamento transalpino ha così approvato una legge per arrestare l’emorraggia di imprese che decidono di ‘migrare’ verso Paesi a tassazione più soft.
PREVISTE MULTE SALATE. La cosiddetta legge ‘Florange’, dal nome del polo siderurgico con sede nel Nord-Est del Paese, prevede che le imprese con più di mille impiegati che intendono chiudere un impianto cerchino un acquirente per almeno tre mesi.
Nel caso ciò non andasse a buon fine, ai proprietari potrebbe essere comminata una multa di 28 mila euro per ogni posto di lavoro perso, fino al limite del 2% del fatturato annuo."
Speriamo che Renzi corra alla velocità della luce nel fare le riforme, prima che il Titalic centri l'ennesimo iceberg lungo la rotta rovinando i sogni di gloria al neostatista fiorentino.
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