Mentre in Parlamento è in corso la battaglia su Bankitalia, in cui pochi strenui difensori dei diritti dei cittadini sono sopraffatti dalle lobby bancarie, fuori si avvertono sinistri scricchiolii. Noi siamo in Europa, ma come spesso ci sentiamo dire, siamo alla periferia d'Europa. Quindi quando lo tsunami finanziario avrà finito di devastare i paesi emergenti, saremo i primi ad essere travolti.
"una notizia per il popolo italiano, una notizia per i lettori di Icebergfinanza, nulla di impressionante, ma…
BlackRock cambia rotta: i titoli di stato italiani non sono più attraenti
Nelle ultime settimane, BlackRock ha venduto titoli di stato italiani e spagnoli. Lo scrive il Wall Street Journal a cui ha concesso un’intervista Rick Rieder, a capo del reddito fisso per le Americhe. Si tratta di un repentino cambio di rotta del più grande gestore al mondo per asset: lo scorso dicembre Rieder aveva spiegato che il debito sovrano della periferia dell’Area euro era uno degli asset finanziari che gli piacevano."
(icebergfinanza.finanza.com)
Un piccolo segnale, che qui in Italia dovrebbe comunque allarmare i vari comandanti sul ponte del Titanic/Concordia, da Letta a Saccomanni fino a Napolitano. Questo segnale significa che dopo aver mollato gli investimenti rischiosi nei Bric (dai titoli azionari, alle monete ed ai titoli di Stato), sarà la volta dei Piigs europei. Non ci sarà pace per il povero euro già mezzo acciaccato. Il prossimo attacco speculativo sarà ancora più difficile da parare. Basterà un Ltro 3 di Draghi per scongiurare il pericolo fallimento degli Stati europei in bilico? Non ci sarebbe nulla di arcano nella soluzione della crisi europea, ma l'ostinazione dei tedeschi a non stampare euro ci porterà al disastro.
Forse è un bene. E' necessario che la Germania prenda un'altra grande batosta dalla storia, perché è nella sua natura. Il problema è che come al solito ci vanno di mezzo anche gli altri europei. Ma quando uscirà con le ossa rotte da questa situazione, finalmente qualcuno le toglierà il bastone del comando, e i tedeschi non opporranno resistenza perché saranno con culo per terra come gli altri. Solo allora si renderanno conto degli errori fatti. E sarà di nuovo troppo tardi.
Ma forse negli ambienti bancari già si sa che stiamo di nuovo rasentando l'iceberg. Forse è per questo che le banche, attraverso Bankitalia, stanno pompando a più non posso liquidità dalle casse statali. Si stanno preparando agli stress test o alle prossime bordate della speculazione internazionale? Le cifre qui sotto ci parlano di un disastro immane per la nostra industria finanziaria:
"«All’inizio del 2007 i titoli degli istituti di credito valevano in borsa 247,9 miliardi, mentre a fine giugno 2013 ne capitalizzano 61; fra il 2006 e il 2012 i ricavi per dipendente degli istituti di credito sono scesi da 226mila euro a 209,3mila euro; il rapporto fra costo del lavoro e ricavi è invece salito dal 32,2 al 35,5%; il Roe (che misura la redditività del capitale) è caduto, passando in negativo, dall’11,8% a -1,1%, e non regge il confronto con l’industria il cui Roe è sceso dall’8,6% ma è rimasto positivo al 4,1%; i crediti netti nel 2012 sono diminuiti dell’1,8% e i prestiti dubbi dal 2005 sono cresciuti del 190%; da fine 2007 l’occupazione si è ridotta di 26mila unità, e altri 19mila tagli sono in programma nei vari paini aziendali; nel solo 2012 sono stati chiusi 700 sportelli»."
(sollevazione.blogspot.it)
"Le banche vogliono ancora soldi: tutti hanno capito che col “fiscal compact” l’hanno fatta fuori del vaso, perciò in questo ultimo anno cercheranno di succhiare tutto il sangue che riusciranno, poi abbandoneranno la carogna."
(carlobertani.blogspot.it)
Comunque le nostre banche hanno già perso molto del loro vigore iniziale e rischiano di soffrire molto più di altre straniere i colpi della speculazione. Innanzi tutto sono super farcite di titoli di Stato italiani che vengono considerati alla stregua titoli spazzatura, in secondo luogo sono piene di sofferenze dovute alla recessione economica più forte in Italia che in altre nazioni europee.
Ci troveremo fra qualche mese fra due terrori contrapposti: il terrore della speculazione internazionale che aggredirà lo Stato e i nostri titoli di debito pubblico; il terrore dell'abbandono dell'euro che sembrerà proteggerci in parte dalla speculazione. Ma in realtà più rimarremmo nell'euro più si consoliderà il cortocircuito per cui saremmo sempre più periferia d'Europa e ritenuti sempre più inaffidabili. Si additeranno i paesi emergenti come simbolo negativo delle monete nazionali e della svalutazione "competitiva". In realtà le svalutazioni non sono tutte uguali e non sono tutte competitive.
"Ora ci sarà sempre qualche imbecille che dirà …ecco vedi cosa succede a svalutare, vedrai adesso a forza di aumentare i tassi partirà l’inflazione e in alcuni casi addirittura l’iperinflazione, e vai con la macro economia all’amatriciana!
Machiavelli è stato chiaro con un oceano di deficit delle partite correnti in quasi la totalità del mondo emergente le valute se ne andranno alla deriva e i flussi di corrente dei capitali ricominceranno a spostarsi impazziti e in onore delle demeziali politiche austere espansive suggerite dai partecipanti alle notti degli alesini volanti, questi Paesi per riequilibrare i loro deficit distruggeranno la domanda interna con tanti saluti alle esportazioni dei paesi core, come la Germania e il nostro tanto per cambiare.
Sei poi ci aggiungi che gli ultimi dati sull’inflazione e sui consumi tedeschi sono da pura repubblica di Weimar, allora comprendi che la valanga è partita!
I problemi attuali non sono poi così diversi da quello che abbiamo visto durante la crisi finanziaria asiatica del 1997.
Due giorni fa Saccomanni si è chiesto del perchè tanta agitazione per i mercati emergenti, sai l’Italia non ha nulla a che fare con tali mercati. [Gulp! ndr]
Abbiamo il solito mix di boom dei prezzi delle attività, investimenti a leva e la sopravvalutazione di fenomeni che hanno bisogno di decine di anni per realizzarsi esaltati da capitali impazziti, che ha coinciso con disavanzi delle partite correnti esponenziali e crisi valutarie a gogo.
Provate a chiedere a Saccomanni che succede se la CHINA fa puffete!
Un consiglio tenete d’occhio l’Australia e il fornitore ufficiale della bolla dei canguri la Cina, ma Andrea come, mica è la Turchia!"
(icebergfinanza.finanza.com)
Nessun commento:
Posta un commento