Aspettando che spacciatori e prostitute lavorino ancora un po' per incrementare il Pil, Renzi e Padoan stanno stilando un elenco di scuse da accompagnare all'inevitabile manovra di fine anno. La scusa più gettonata è "Non mi hanno fatto lavorare come avrei voluto..." già utilizzata però da altri illustri predecessori. Poi c'è "i ministeri non sono stati collaborativi nel tagliare i costi...", anche questa già sentita. "Non ci aspettavamo un peggioramento del Pil così..." oltre che già usata, forse sarebbe da evitare perché terribilmente ridicola. Se lo aspettavano praticamente tutti.
Un'altra hit di grande successo è "il Parlamento rema contro il governo...", questa viene usata anche per indire elezioni anticipate. Per dire che è tempo di rinnovare la classe politica con una più fedele al governo. Questa la potrebbe utilizzare Renzi per far fuori gli oppositori crescenti nel suo partito nel caso non sapesse più a che santo votarsi. Del resto lo sa bene anche lui che prima o poi dovrà fare i conti con la realtà, che è ben diversa dal mondo colorato delle slides...
Ma non voglio suggerire nulla al grande comunicatore, che troverà sicuramente le parole giuste per accompagnare la manovra da 20 o più miliardi di euro che incombe sui nostri portafogli. E sicuramente di questa cifra i tagli saranno pochi. Ecco un'altra dimostrazione del fatto che tagliare è molto difficile:
"... per bocca dello stesso Renzi, si è appreso che questi fondi dovrebbero essere recuperati dal taglio alla spesa che, sempre a suo dire, dovrebbe essere del 3% e riguardare tutti i ministeri. Poche sere fa, sempre il Presidente del Consiglio, intervenendo a Porta a Porta, ha fatto sapere che le pensioni non verranno toccate.
...
Come vedete dalla tabella tratta dal DEF pubblicato ad aprile scorso, la spesa prevista per il 2014 è di 809 miliardi di euro.
Renzi ha accennato alla possibilità di un taglio del 3%. Fanno esattamente 24 mld, ...
C’è un però. Anzi ce ne sono molti.
Renzi, come dicevamo, ha affermato che le pensioni non si toccano. Queste, insieme alle altre prestazioni sociali, valgono 328 miliardi di euro.
Gli interessi che lo stato paga sul debito pubblico, che valgono altri 82 mld di euro, non si possono toccare. ...
Quindi, osservando questo ragionamento, la spesa aggredibile scende a 400 miliardi. Anzi, meno, molto meno. Perché all’interno di questo volume esistono componenti di spesa che sono assai difficili da tagliare. Si pensi, ad esempio, alle spese per il personale; o alle spese per gli investimenti, già assai ridotte. Ma facciamola facile e fermiamoci ai 400 mld aggredibili. Abbiamo detto (hanno detto) che mancano all’appello almeno 20 mld.
Quindi il taglio non potrà essere del 3%, ma almeno del 5%, che sale al 6% nel caso fossero necessari 25 mld. Secondo la logica (di Renzi) ciò significa che la sanità, la scuola, le forze di sicurezza, ivi compresi gli stipendi di tutti gli statali, ecc ecc, dovrebbero subire un taglio del 5%. Praticamente impossibile nel contesto in cui ci troviamo.
Al netto del fatto che Renzi, secondo me, non capisce granché dei numeri che fornisce, secondo voi, alla fine della fiera, chi pensate che pagherà il conto?
Io un’idea ce l’avrei."
(www.rischiocalcolato.it)
Anche io, ma sinceramente non riesco ancora raffigurarmi la faccia tosta del premier quando dirà che non sarà una manovra tutte tasse, perché in fondo è stato il primo a ridurle elemosinando gli 80 euro.
La situazione diventa difficile, la patata è sempre più bollente, e secondo alcuni Renzi pensa già di sfuggire all'infausto destino.
"L’indicazione del premier alla Finocchiaro è stata quella di dare priorità all’Italicum rispetto al ddl Madia sulla Pa. Peché questo cambio di programma?
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Da un lato è necessario avere uno strumento elettorale, dall’altra averlo per Renzi significa poterlo usare o quantomeno minacciare di usarlo.
Il premier si è accorto di averne bisogno perché ha capito di essere fragile?
E’ una lettura molto probabile. Di fronte a una situazione di pantano, si potrebbe anche ragionare su possibili elezioni a inizio dell’anno prossimo. E’ uno scenario che sta in piedi dal punto di vista dei tempi, ma a cui manca una legge elettorale. Andare a votare oggi con il cosiddetto “Consultellum ” sarebbe quantomeno brutto dal punto di vista del messaggio che si manda ai cittadini
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Renzi potrebbe essere tentato di andare alle elezioni perché non riesce ad attuare il suo programma?
Il problema di Renzi è tramutare i suoi ddl in legge su tutte le materie. Finora il governo ha fatto un’enorme fatica a fare approvare le sue leggi.
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Questo è un Parlamento che fa veramente fatica, perché non può votare contro il governo m a è sempre riluttante a votargli a favore.
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E’ quest o lo scenario che ci attende?
Non si può dire e non lo ha deciso neppure Renzi. Lo si deciderà più avanti, m a Renzi vuole avere in mano tutte le carte, anche quella di andare al voto. Io vedo una finestra di quattro mesi, che va dal primo gennaio al 30 aprile, perché poi si terrà l’Expo e non si potrà portare il Paese al voto quando sarà sotto i riflettori mondiali."
Un umile suggerimento strategico al premier: se vuole andare ad elezioni lo faccia subito con il "Consultellum", e soprattutto non dopo la manovra di fine anno. Perché se sarà come sembra, fatta di tasse, allora se lo potrà scordare il 41% dei voti. E poi se incomincia già oggi la battaglia interna fra renziani e bersaniani/dalemiani ecc., in che stato si troverà il Pd a gennaio del 2015? Sarà un partito dilaniato dalle polemiche e lotte intestine. Con la sinistra-Pd che tirerà verso Vendola e lontano da Berlusconi, e i renziani accusati di partorire le solite ricette che portano recessione nel paese, ma soprattutto di aver fatto ridiventare Berlusconi un protagonista di primo piano.
Se varerà e firmerà la manovra "lacrime e sangue", a quel punto gli converrà proseguire il programma dei 1000 giorni, sperando che al 999° qualcosa si aggiusti ed arrivi una miracolosa crescita a salvarne le sorti politiche. Ma la vedo dura quando c'è uno stillicidio continuo di cattive notizie economiche, come l'ultima sulla battuta d'arresto dell'1% della produzione industriale. E da qui a 1000 giorni hai voglia di cattive notizie e di continui disastri economici se non si esce dalla gabbia dei parametri europei.
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