giovedì 4 settembre 2014

Con l’Immobiliare crolla la professione notarile



Che la situazione dell’immobiliare italiano sia disastrosa, che i valori immobiliari e le compravendite sia in spaventoso calo, non viene fuori tanto dai dati, secondo me un po’ edulcorati dei vari enti addetti alla raccolta. Ma da altre fonti più coinvolte nel campo, come ad esempio dalla notizia curiosa ma non inaspettata, pubblicata su www.rischiocalcolato.it

PAVIA. La tempesta della crisi economica non tocca solo le imprese artigiane. Le raffiche scuotono anche gli studi professionali. Come quelli dei notai, una professione da sempre percepita come “privilegiata”. Ambita anche perché molto redditizia. «Diciamo pure che i notai sono sempre stati visti come appartenenti a una casta – dice Roberto Borri, presidente del Consiglio notarile di Pavia –. Ma la casta è quella che mantiene i propri “privilegi” anche in tempo di crisi». Invece, a giudicare dai numeri, nel giro di pochi anni la professione è andata incontro a una vera e propria metamorfosi. Trascinata nel vortice del crollo dell’edilizia, della crisi dei mutui e quindi del calo delle compravendite immobiliari.
In provincia di Pavia ci sono, attualmente, 35 studi notarili (13 in città). Molti di questi hanno dovuto licenziare gli impiegati. Donne, soprattutto. Il personale, secondo le stime dei sindacati, si è praticamente dimezzato nel giro di cinque anni. Se prima in media ogni studio occupava sei persone (con più di 200 occupati), oggi ne restano tre, con un centinaio di posti di lavoro persi. Un quadro a tinte fosche che non risparmia nemmeno i notai “storici”. A Pavia uno studio tra i più importanti della città ha dovuto lasciare a casa 7 impiegati su 12. E molti hanno fatto ricorso alla cassa integrazione, per non licenziare. «Una situazione legata a un calo del fatturato di oltre il 50 per cento – spiega il notaio Borri –. La causa di tutto è ovviamente la crisi del settore immobiliare e dei mutui, ma ha contribuito a questa situazione anche l’eliminazione della tariffa minima obbligatoria e l’introduzione della libera concorrenza. Pavia rispecchia purtroppo il quadro nazionale, dove si è passati dai 70mila dipendenti del 2005 ai 35mila attuali. Molti studi di giovani notai sono perfino senza dipendenti».
I dati relativi ai giovani notai confermano anche come la professione abbia perso il fascino di un tempo: nelle iscrizioni alla pratica notarile in provincia di Pavia c’è stato un calo del 70% per cento in cinque anni. «Diciamo che fino al 2006 avevamo circa 15 iscrizioni l’anno – precisa Borri –. Oggi i praticanti che chiedono di entrare a fare la gavetta negli studi dei notai sono al massimo 4-5 e solo due terminano il percorso».
Nessuno vuole fare più il notaio, quindi? «Diciamo che in un quadro critico come quello tracciato, l’accesso alla professione resta comunque ancora difficile – spiega Borri –. Il concorso è ancora molto selettivo e i giovani possono pensare che non valga la pena nemmeno tentarlo, visto come vanno le cose». I Consigli notarili si sono attivati proponendo convegni e incontri. Uno si è svolto di recente anche all’Università di Pavia. «L’obiettivo era far conoscere agli studenti di Giurisprudenza la figura e la funzione del notaio – racconta Borri –. Ma di fronte a 5 relatori erano presenti solo 4 studenti. Preoccupante, anche perché con il crollo delle iscrizioni alla pratica si può ipotizzare che tra qualche anno i posti a concorso saranno superiori rispetto al numero dei partecipanti, con inevitabile abbassamento del profilo qualitativo». Per il notaio, la crisi spiega solo in parte questa perdita di vocazione. «La professione ha perso il suo appeal anche perché è venuta a mancare una difesa delle nostre competenze da parte di chi ci ha dato l’esclusiva delega a svolgerle – dice –. Serve una presa di posizione dello Stato per cristallizzare le funzioni del notaio».”

Il sito RischioCalcolato.it non fa commenti alla notizia. 

Invece il mio commento è questo: 

l’immobiliare è crollato e di conseguenza anche la rendita di posizione dei notai. E si, perché ho sempre considerato quella del notaio una delle professioni più inutili ed anche una indebita rendita di posizione. Ma quali “minimi tariffari”, la figura del notaio potrebbe essere ben sostituita da un funzionario pubblico all’Ufficio del Registro Pubblico, due testimoni ed un modulo da compilare. Solo di questo hanno bisogno acquirente e venditore. Il mediatore immobiliare può essere al massimo la terza persona che fa incontrare acquirente e venditore, consigliando le mosse migliori ad entrambi. Il notaio non serve, è solo una forma parassitaria interposta fra cittadino e Stato. La garanzia data dal notaio è stata ereditata dai tempi cupi in cui non esistevano enti di garanzia, come nel medioevo. Gli Stati e i regni nascevano e morivano in un niente, non c’erano adeguati uffici pubblici atti a garantire la proprietà privata. Ma oggi che la proprietà è garantita dai registri pubblici che la conservano e testimoniano, a cosa serve la figura del notaio?

Per non parlare della formazione delle società commerciali. Ci sono nazioni nelle quali questo atto si compila on line, pagando le dovute tasse e registrandolo in automatico nei competenti uffici pubblici. Questa si sarebbe una bella riforma da adottare contro la burocrazia imperante. Anche qui non vedo come possa essere così essenziale la figura notarile.

Per non parlare del passaggio di proprietà dei veicoli, dove l’apporto del notaio è del tutto inutile. Se in campo immobiliare qualcuno mi potrà obiettare che il notaio può consigliare al meglio acquirente e venditore (ma lo potrebbe fare benissimo anche il mediatore immobiliare), per quanto riguarda i veicoli l’opera notarile si limita ad apporre firme su un documento.


Quindi, se il numero sempre più ridotto di intermediazioni immobiliari sta causando un danno ai notai, me ne dispiace più per quel che significa per la situazione economica del paese. Non certo per questa professione direi del tutto anacronistica e sempre più simile ad una casta sacerdotale la cui funzione è solo quella di perpetuare se stessa.

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