Un continente unito per forza, ma non nella sostanza. Per forza perché dopo secoli di guerre, e soprattutto dopo le ultime due mondiali, non se ne poteva più di continui litigi, invasioni, battaglie, morti, distruzioni, trattati, rivendicazioni ecc. Si è pertanto scelto di firmare una "pace eterna" o perlomeno una non belligeranza con durata a tempo indeterminato. Se proprio gli europei volevano partecipare a nuove guerre, potevano intraprenderle in altri continenti, ma non più in Europa. Con poche eccezioni (Cipro vs Turchia, ex Jugoslavia, terrorismo nell'Irlanda del nord e nei Paesi Baschi ecc.) le cose sono poi andate così: non ci sono più state guerre con cannoni e baionette nel continente europeo.
Ma al di la di questa lodevolissima iniziativa, che è stata completata nel tempo da sempre più raffinate unioni commerciali, non si è andati. Questo continente, è e rimane una sommatoria di Stati indipendenti, che hanno loro politiche nazionali e internazionali, simili ma non uguali.
Gli europei sono divisi da troppe questioni. Per iniziare da quelle culturali, che malgrado non si facciano più guerre fra noi, rimangono immutate e fanno si che manchi spesso completamente fiducia fra i vari popoli. Credo sia per questo accadano cose del genere:
"Olanda, Finlandia, Germania, Svezia e Gran Bretagna si oppongono alla proposta di bilancio rettificativo per il 2012 presentata dalla Commissione europea e riguardante l'esborsi da 670 milioni di euro per il terremoto in Emilia Romagna da parte del fondo d'emergenza sulle catastrofi naturali. Una presa di posizione che farà sicuramente discutere per l'atteggiamento di molti paesi europei nei confronti dell'Italia. Se infatti tutti i paesi hanno riconosciuto che l'Italia ha diritto ai finanziamenti del Fondo di solidarietà Germania, Olanda, Finlandia, Gran Bretagna e Svezia non vogliono pero pagare il conto, secondo quanto hanno spiegato le fonti."
(www.corriere.it)
In una situazione come l'attuale, con scarsità di fondi, difficoltà economiche e crisi perdurante, queste cose possono accadere. Soprattutto in una Non-nazione come quella europea, che si fregia del nome "Unione", ma in realtà per molti popoli (forse tutti) è avvertita come una prigione.
Credo sia venuto il momento di rifondarla, o se proprio non c'è più la volontà di sostenerla, di liquidarla. Si tratta di fare una scelta: se come qualcuno sostiene piccole nazioni non possono più confrontarsi con Usa e Cina, allora si deve andare oltre la debole situazione politica attuale. Altrimenti amici come prima e ognuno gestisce come crede la sua economia, i suoi interventi.
Questa Unione, mal guidata dalla Germania per meriti non ancora chiariti, non è uno Stato vero proprio, e dal 2011 abbiamo scoperto che non è nemmeno un'economia unica.
Dove potrà andare un'Europa così mal in arnese? Se si vuole veramente rivaleggiare con i grandi paesi che dominano economicamente e politicamente il mondo, si deve andare verso gli Stati Uniti d'Europa. Ma veri "Stati uniti", con vere istituzioni, un vero governo, che abbia veri poteri sugli Stati nazionali. Una specie di grande Svizzera, dove gli Stati come i Cantoni conservano la loro lingua ed identità culturale, ma hanno un'unica amministrazione federale, un unico fisco, un unico esercito.
E' un continente veramente strano, quello in cui viviamo. Modellato da secoli di storia probabilmente eccessivamente ricchi di avvenimenti. Dove ancora oggi, se da un lato si chiude la borsa, perché gli italiani non meritano nemmeno gli aiuti per risollevarsi dal terremoto, dall'altro si obbliga l'Italia ad ulteriori esborsi, a vantaggio però di chi forse non ne ha tutta questa necessità:
"La Corte europea dei diritti umani ha condannato l’Italia a risarcire 124 dipendenti pubblici che erano stati privati di ogni indennità con il passaggio da impiegati degli enti locali a impiegati dell’amministrazione statale. Ingenti i risarcimenti individuali che nel complesso arrivano a quasi un milione e ottocentomila euro (anche oltre gli 82mila euro per dipendente). Sotto accusa la Legge Finanziaria 2006 che non riconosceva il dovuto salariale ai dipendenti pubblici che, sballottati dall’iter giudiziario italiano, si sono rivolti direttamente a Strasburgo. Nel 2006 al Governo c’era Prodi, ma la Finanziaria in questione (Legge nr 266/2005) è stata promulgata il 23 dicembre 2005, quando il Ministro dell’Economia era Giulio Tremonti."
(www.ilfattoquotidiano.it)
"La Corte europea dei diritti umani ha condannato l’Italia a risarcire 124 dipendenti pubblici che erano stati privati di ogni indennità con il passaggio da impiegati degli enti locali a impiegati dell’amministrazione statale. Ingenti i risarcimenti individuali che nel complesso arrivano a quasi un milione e ottocentomila euro (anche oltre gli 82mila euro per dipendente). Sotto accusa la Legge Finanziaria 2006 che non riconosceva il dovuto salariale ai dipendenti pubblici che, sballottati dall’iter giudiziario italiano, si sono rivolti direttamente a Strasburgo. Nel 2006 al Governo c’era Prodi, ma la Finanziaria in questione (Legge nr 266/2005) è stata promulgata il 23 dicembre 2005, quando il Ministro dell’Economia era Giulio Tremonti."
(www.ilfattoquotidiano.it)
Ma in realtà, entrambe le notizie, potrebbero essere lette attraverso lo stesso preconcetto dell'Europa del nord. Cioè tutto ciò che chiedono, fanno o decidono nei paesi del sud, è a prescindere sbagliato. Anche se la decisione sul risarcimento dei dipendenti pubblici non proviene dalla politica, ma da un giudizio della magistratura europea, ciò non toglie che ci ritroviamo sempre dalla parte del torto.
Quando si decise in ambienti massonici (i vecchi "illuminati" d'un tempo) di unire l'Italia a fine '800, giustamente (dal loro punto di vista), si decise di usare l'esercito e non un'accordo commerciale tra piemontesi, toscani, papato e borbonici. Probabilmente si sapeva che era necessario realizzare un'unione reale, vera e non solo imbastita alla meno peggio come quella europea. Perché altrimenti ogni staterello, avrebbe cercato di sottrarsi al controllo centrale ed avrebbe conservato doppioni di amministrazione sfuggenti al controllo.
Questo problema si presenta oggi in Europa, a causa di questa unione blanda. E se i paesi del nord continueranno a vessare economicamente, o con odiose lezioncine quelli del sud, in quest'ultimi monteranno sempre più tensioni antieuropee e voglia di ritrovare piena indipendenza. Soprattutto se non verrà chiarito con i fatti, come si fece per l'Italia nel 1861, se l'Europa è unita per un accidente geografico (anche l'Italia era casualmente una penisola), o è uno Stato vero. Se non è uno Stato con tutti i crismi e con tutti i diritti di sovranità, allora per quale motivo dobbiamo continuare a soffrirlo?
Vedremo come andrà a finire, ma la situazione attuale non promette niente di buono. Se non ci sarà uno scatto d'orgoglio verso una vera unione politica europea, penso che la sola unione commerciale e monetaria attuale salterà.
Del resto i popoli dell'Europa del nord si sentono più forti, non intendono condividere risorse e diritti, non hanno grande interesse per gli Stati Uniti d'Europa. Altrimenti esisterebbero già. Per cui nel complesso sono pessimista, penso che al limite si potranno avere due europe, una del nord e una del sud (tipo una bad-union) dove relegare tutti i popoli che sono ritenuti un inutile peso economico.
Nessun commento:
Posta un commento