domenica 4 novembre 2012

Ci promettono recessione


Anche la cancelliera A. Merkel, come già Monti, ammette il proprio fallimento, anche se entrambi fanno finta sia causa di un destino cinico e baro. Invece la crisi, seppur di importazione americana, è stata ricotta in Europa, e la maggior parte degli esisti negativi sono tutti da imputare all’austerità.
Altro che luce in fondo al tunnel, il tunnel è appena stato imboccato.

“La cancelliera tedesca Angela Merkel ha detto oggi che ci vorranno «cinque anni o più» per superare la crisi dell'euro, in una riunione del suo partito a Sternberg. «Dobbiamo trattenere il fiato per cinque anni o più», ha dichiarato Merkel nel corso del congresso regionale del partito, l'Unione democratico-cristiana (Cdu) nel Land del Meclemburgo-Pomerania, secondo l'agenzia tedesca Dpa. «Molti investitori non credono che possiamo mantenere le nostre promesse in Europa», ha sottolineato prima di aggiungere: «Dobbiamo dar prova di rigore per convincere il mondo che è conveniente investire in Europa».”

Se la cancelliera promette altri cinque anni di crisi, mi chiedo come possa essere riconfermata alle elezioni. Ma a parte questa spiacevole eventualità per Angela, che in fondo non mi dispiace, se sono cinque anni per la Germania, bisogna moltiplicare per cinque il periodo di penitenza per il sud Europa. E si trovano in pratica gli anni della penitenza imposta dal Fiscal Compact.

Ma cosa dobbiamo ancora aspettare, che razza di futuro ci aspetta? Lasciamo andare al loro destino questi pazzi dell’austerità, del liberismo suicida, questi distruttori del benessere per il nostro bene, usciamo subito dall’euro e magari anche dall’Unione. Se l’ideologia delle classi dominanti europee non cambia, è meglio andarsene a gambe levate.

E’ che a livello politico italiano, le idee sono o confuse, o dogmatiche. Nella trasmissione del giornalista Paragone, “Ultima parola”, gli ospiti politici Tabacci e Albertini si sono trovati di fronte i professori ed economisti Bagnai e Amoroso, e sono andati in tilt (Un suicidio di portata gigantesca). Soprattutto Tabacci, ha mostrato una difesa dell’euro a tutti i costi, dogmatica e scomposta. Rosso di livore per essersi trovato in un dibattito dove i “no-euro” erano considerati alla pari degli euro dogmatici, e non come pazzoidi stravaganti, ha mostrato tutta la pochezza di idee dei politici italiani.

Si evince anche una certa confusione e incapacità di ritrovare una strada, nei due fautori della nuova linea austerica italiana: Monti e il Presidente. Monti, che vede ogni giorno i partiti rialzare la testa e stravolgere i suoi provvedimenti, si chiede se è ancora utile o no. Lo stoppa subito il capo dello Stato che dice che di elezioni anticipate (probabilmente a gennaio con quelle regionali) non se ne parla.

Il capo dello Stato, evidentemente non ha sentito nemmeno il “boom” della Sicilia, e si appresta a fare nuova campagna elettorale per Grillo. Anche qui, non che me ne dispiaccia, ma trovo assurdo che non si chiuda subito il capitolo Monti per dare ancora la possibilità a quel che rimane del centro sinistra di vincere le elezioni. Ma forse il Presidente non è preoccupato di far vincere una parte, non è interessato al bipolarismo, anzi vorrebbe una legge elettorale un po’ proporzionale, in modo che non vinca nessuno. Ma che ri-vinca Monti, come ha affermato lo stesso premier. Il quale ha memoria cortissima, ha dimenticato di non aver già vinto le elezioni, ma di essere stato “ingaggiato” (parola di Marchionne) al governo.

E sia allora. Vedremo un nuovo successo alle elezioni regionali di Lombardia, Lazio e Molise del M5s. E quindi i dirigenti dei partiti che strappandosi i capelli (chi li ha e chi se li è trapiantati) malediranno di non aver anticipato il voto nazionale. Sentiremo i soliti commenti dei giornalisti ed esperti governativi dire che se c’è Grillo è perché i partiti sono brutti, sporchi e cattivi. E che per fortuna c’è stato Monti che ci ha salvati. E che se i partiti avessero fatto prima le politiche di Monti, oggi sarebbero salvi anche loro. E non si renderanno conto di essere ridicoli e patetici con queste affermazioni.

Si vada pure ad elezioni nazionali ad aprile 2013, così vedremo una coalizione grillini e dipietristi al 30%, con buona pace di Bersani che dice che non è cosa utile. Certo non è utile al Pd, ma forse lo è di più all’Italia. Tanto non ci resta più molto da perdere, se non l’ultimo residuo di benessere rimastoci e l'ultimo mozzicone di sovranità nazionale da difendere.

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