venerdì 2 novembre 2012
Battaglia finale
Inizia la battaglia finale fra vecchia e nuova politica. Il prof Ricolfi la chiamerebbe battaglia tra "vecchisti" e "nuovisti". I secondi sono in pratica i grillini del M5s, i primi sono tutti gli altri.
La chiave della battaglia è la legge elettorale, volutamente lasciata in sospeso dai partiti zombie. Il Presidente della repubblica è preoccupatissimo, perché l'attuale Porcellum lascia un pericoloso spiraglio al M5s.
"Roberto Calderoli è stato testimone della determinazione di Napolitano per spezzare la melina. «Sono stato dal presidente stamattina per un’ora — ha confidato ieri l’ex ministro leghista a un paio di senatori — e mi ha detto che ci dà tempo fino alla fine della prossima settimana. Ma se lo stallo dovesse perdurare... allora tutto è possibile».
...
l’assenza di una soglia minima di voti per far scattare il premio elettorale. Il Porcellum questa soglia non ce l’ha e teoricamente una coalizione del 30%, arrivando prima, potrebbe conquistare il 55% dei seggi."
(www.wallstreetitalia.com)
Ecco la vera preoccupazione del Presidente: e se il Pd e la sua coalizione dovesse venire travolti anch'essi dall'appoggio a politiche estreme di austerità e dall'antipolitica dilagante? L'impossibilità di indicare il nome dell'eletto, è solo una scusa, un paravento. Sono ben altri i cambiamenti al Porcellum che interessano alla casta politica. Evitare che una nuova formazione rivoluzionaria assuma il controllo del Parlamento.
Del resto in Sicilia, il Pd pur vincente, ha perso più del 40% dei voti. La disfatta non è solo dei berlusconiani, ma di tutti i "vecchisti". Anche se al loro interno, il peso della sconfitta si distribuisce in modo molto diverso.
Ecco, tagliando corto, c'è la possibilità che il M5s raggiunga quel temuto 30% e si prenda il premio di maggioranza alla Camera, e renda il Senato una assemblea ingovernabile.
La battaglia per l'Italia diventa sempre più complicata. Da un lato sarebbe auspicabile per i “vecchisti”, chiudere la legislatura prima possibile, perché ogni mese che manca alle elezioni significa 1 o 2 punti percentuali regalati a Grillo. Ma dall'altra, chiudere in anticipo la legislatura è un pessimo messaggio per i mercati, un'ammissione di sconfitta per Monti. Ed inoltre è troppo azzardato lasciare il Porcellum così com'è, è una porta socchiusa ai pericolosi "nuovisti" (dal punto di vista della fallita partitocrazia).
Quindi non stupitebbe nessuno se il Presidente invitasse il governo ad occuparsi della materia elettorale. Quindi a blindare una eventuale legge elettorale con un voto di fiducia. Sarebbe una mossa pericolosa perché in fondo i "vecchisti", benché rischino di essere spazzati via, non sono uniti e compatti. Basta ricordare il recente "impazzimento" di Berlusconi che ha fatto vacillare il progetto di resistenza al potere dei vecchi partiti affaristi. Un Berlusconi che manda per aria il tavolo del gioco, è un regalo al M5s che può approfittare del caos che si genererebbe.
Probabilmente si inserisce in questa battaglia finale, l'inatteso l'appoggio di Grillo al leader dell'Idv Di Pietro. Un appoggio che oggi non è sicuramente semplice dopo la pessima figura alla trasmissione Report. Ed infatti non è stato ben preso dalla base del M5s (www.rischiocalcolato.it - oooops è arrivato l'autogol di Beppe Grillo). Ma probabilmente Grillo sta facendo dei calcoli su quel 30% che fa venire versamenti di bile in certi palazzi romani. L'unico partito con cui l'M5s potrebbe coalizzarsi è proprio l'Idv. Per questo probabilmente Grillo propone Di Pietro come Presidente della Repubblica, oltretutto indisponendo l'attuale Presidente più volte attaccato da Di Pietro.
Ma la battaglia finale è imminente e i colpi bassi saranno sempre più numerosi. La vecchia politica è in fase di crollo, e la Sicilia potrebbe essere l'inizio della fine. Non sono tanto in discussione i vari Berlusconi, Scaiola, D'Alema, Bersani, Di Pietro ecc. Ciò che è in discussione è il sistema di potentati economici che sono appoggiati e garantiti dall'attuale sistema politico.
Se un movimento come quello di Grillo dovesse assumere il controllo del sistema politico, si metterebbero in discussioni sistemi di potere economici fondamentali: banche, enti di controllo, enti economici, banca centrale, assicurazioni, politica energetica, politica industriale, ecc. e poi naturalmente l'adesione agli accordi e trattati europei. Mettendo quindi in difficoltà anche il potere politico ed economico comunitario ed internazionale. Ecco perché la battaglia d'Italia sta diventando più importante di quella greca e spagnola. Gli italiani che sembrano oggi i più lealisti, e disciplinati fra i popoli Piigs, potrebbero diventare dopo le elezioni i più pericolosi rivoluzionari antisistema.
Del resto se anche il Financial Times comincia ad interrogarsi su Grillo, vuol dire che il rischio di un'Italia che si chiama fuori dal sistema europeo, e ne scopre e denuncia le connessioni indicibili con il potere economico, esiste.
Se un solo paese, e l'Italia non è un tassello insignificante, si sottrae alle politiche comunitarie di austerità, tutto il sistema crolla come un castello di carte. L'Europa è fortemente instabile, e le politiche seguite finora, non hanno fatto nulla per smussare le spigolosità della situazione. Anzi stanno acuendo la crisi. Gli interventi imposti dalla Germania sono controproducenti, e prima o poi le caldaie dei motori europei sotto eccessiva pressione, esploderanno.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento