giovedì 22 novembre 2012

La Francia: malato vero



La cura Hollande finora non ha funzionato. Il problema è che non può funzionare, perché come dice Phastidio.net, nessuna cura in un singolo paese può avere successo:

"...questi elementi di negatività sistemica sono (per definizione) fuori dalla portata dei singoli paesi, e che quindi (come detto sino alla nausea) nessun paese ne uscirà da solo, con buona pace di chi passa le giornate a proporre soluzioni miracolose per l’Italia."
(phastidio.net)

Ma al di là delle cause della crisi, che sono monetarie e delle partite correnti sbilanciate all'interno della disomogenea zona euro, la situazione francese è molto più preoccupante di quanto appaia dai media main stream italici:

"Qualche numero. Da quando Francois Hollande è al potere, sembra che Oltralpe la giustizia sociale trionfi e il Paese prosperi. Sapete quanto porterà nelle casse dello Stato la demagogica tassa del 75% sui redditi milionari? Duecento milioni di euro. Vi sembra una cifra risolutiva? Direte voi, almeno è un segnale. Verissimo ma la Francia, i cuginetti spoccchiosi, hanno bisogno ben’altro che di un segnale.

Qualche dato, dal settore privato d’Oltralpe, reso qualche settimana fa. Un barometro dell’economia reale francese è la vendita di nuove automobili registrata attraverso l’immatricolazione: bene, a settembre si è registrato un crollo del 18,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, trend in accelerazione e che vede il dato year-to-date, ovvero da inizio anno ad oggi, in calo del 13,9%. Insomma, numeri peggiori del settembre 2008, quello maledetto del crollo Lehman e i peggiori in assoluto dall’inizio della crisi. Fiat va male? Certo ma PSA Peugeot Citroen, leader del mercato francese, come va? Un calo solo del 5% a settembre grazie all’introduzione del nuovo modello compatto Peugeot 208 ma year-to-date il dato ci dice che le vendite sono giù del 18,4%, mentre Renault fa peggio: -33,4% il dato di settembre, mentre quello da inizio anno ci dice -19,8%. E i competitor europei, come si comportano sul mercato francese? Volkswagen -17,4%, quasi stesso dato per Bmw e Mercedes mentre General Motors (Opel, Chevrolet) ha registrato un -20,8%, Ford -31,5% e Fiat -38,4%. Accipicchia, vuoi dire che c’è la crisi anche in Francia!? E i veicoli industriali, barometri dell’economia reale? I light utility, i furgoni per capirci, -12,5% mentre quelli sopra le 5 tonnellate -20,1%. Insomma, senza aiuti di Stato si affoga: peccato che gli aiuti non si sa da dove possano arrivare, stante la necessità del governo di ridurre i deficit o, quantomeno, evitare che si espandano a dismisura. Nel 2005, PSA e Renault assemblavano insieme qualcosa come 3,2 milioni di veicoli in Francia, lo scorso anno meno di 2 milioni e quest’anno andrà ancora peggio.

Ma andiamo oltre. L’indice manufatturiero MPM è crollato a 42,7 a settembre, peggior dato dall’aprile 2009: peggio ha fatto solo la Grecia, anche la Spagna è andata meglio di Parigi. Male anche l’export ma peggiore è il dato del mercato interno. I nuovi ordinativi sono al minimo dal marzo 2009 e questo pesa anche su un’altra voce: la disoccupazione. Il tasso è ormai al 10,6%, mentre quella giovanile è al 25,2% e in rapida ascesa, con più di 3 milioni di posti di lavoro bruciati dal 1999 ad oggi. ArcelorMittal, il più grande produttore di acciaio del mondo, chiuderà due fornaci nel Paese, nonostante proclami e minacce di Hollande. E la piccola e media impresa non sta meglio, visto che il dato della fiducia nel mese di settembre è crollato a 84, il peggior dato dal 1992: solo ad aprile era a 129. E questo tenendo conto che il settore privato conta solo per il 44% del’economia francese, mentre il 56 per cento è rappresentato da spesa pubblica."

(www.rischiocalcolato.it)

Mentre la tassa sui milionari con aliquota del 75% "... sta già innescando un bel crollo del mercato immobiliare di pregio, visto che i cittadini più abbienti stanno vendendo le case e monetizzando l’asset immobiliare, spostando se stessi e il loro denaro all’estero. ... Insomma, non solo i centri del business ma anche paradisi fiscali e del riciclaggio di denaro. Ma, colmo dell’Europa unita, anche Bruxelles, sede del Parlamento Ue, è molto appettita, grazie a una legge che rende la tassazione molto bassa per quanto riguarda la tassa di successione verso i figli attraverso un trust, ovviamente con il ricco genitore in vita e con conto corrente molto in salute , sottolinea Demeure, il quale conferma di ricevere ormai una richiesta al giorno di messa in vendita di abitazioni o residenze di lusso.

Bene, quale effetto ha già avuto questa fuga di massa, scatenata dalla politica fiscale di Hollande? Il prezzo medio degli appartamenti più grandi e di pregio a Parigi è già calato del 5%! ... Tanto più che se si innesca una bolla immbiliare al ribasso, colpisce a cascata tutti: comprese le abitazioni meno di pregio comprate con mille sacrifici da cittadini con redditi normali, gli stessi di cui Hollande vorrebbe essere il Robin Hood."

(www.rischiocalcolato.it)

In pratica l'economia francese si sta avvitando molto più in fretta di quel che presumevo. Ha un bel da dire il ministro dell'economia che la Francia è la quinta potenza economica mondiale, anche perché questa frase (quinta, quarta, sesta...) l'abbiamo già sentita innumerevoli volte in Italia. Come anche la frase che la ricchezza degli italiani vale 2 o 3 volte il debito pubblico. Sono frasi fatte che non dicono nulla e non risolvono alcun problema, perché è inutile essere la quinta potenza industriale del mondo se poi le nuove produzioni rimangono a prendere polvere nei piazzali delle fabbriche. Senza sbocchi, senza mercati, la potenza industriale scompare velocemente. E il Pil precipita. E le entrate fiscali calano.

L'economia francese si sta avvitando esattamente come quella italiana guidata dal merkeliano Monti. E questa è la miglior prova del fatto che non sono politiche di destra, sinistra o tecniche a cambiare le cosa. Ma piuttosto la situazione dell'architettura monetaria ed economica dell'euro. E' l'euro che non funziona.
Ma la Francia che va male, è una buona notizia per noi. Non ora con Monti, ma nel 2013 con un nuovo Parlamento la nostra politica ha la possibilità di cercare un alleato nella Francia per addomesticare la Germania, che non ha capito o non vuole capire qual'è il vero problema europeo.

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