giovedì 12 dicembre 2013

Complottismo intorno al 9 dicembre


Una quasi coincidenza a cui non avevo fatto caso. C'è un collegamento tra la sentenza della Consulta che rende illegittima l'attuale legislatura e l'improvvisa esplosione della protesta? Secondo S. Nicoletti, si:

"Si sono svolte oggi [cioè il 9/12 e continuano, ndr] in tutta Italia delle manifestazioni di protesta contro il governo e il sistema politico, indette dal movimento dei Forconi, dagli autotrasportatori e da diversi gruppi e associazioni, a cui hanno aderito migliaia di cittadini. Sono state bloccate strade e autostrade e organizzati presidi e cortei un po’ in tutte le città italiane.Questa iniziativa sembra diversa da altre proteste che hanno avuto luogo in questi anni. Innanzitutto gli organizzatori hanno tenuto a sottolineare che la protesta è apartitica. Infatti, sebbene dei movimenti politici come Forza Nuova abbiano deciso di aderire, nelle foto e nei video che stanno circolando in rete non si vedono bandiere o simboli di partiti.

Il comitato che ha coordinato la protesta si è anche dato un codice etico, in cui auspica una rivoluzione non violenta e invita i partecipanti a non usare la violenza, in particolar modo nei confronti delle Forze dell’Ordine. Vedremo poi perché questo punto è importante nella nostra analisi.
Apparentemente, tutto questo è molto bello. Verrebbe da dire: finalmente il popolo italiano prende coscienza del sistema, si ribella e fa qualcosa anziché continuare a subire passivamente. Ma è davvero così?

Nei giorni scorsi ho seguito il tam tam su internet e in particolare su Facebook. Quello che ho letto, visto e sentito sono solo tanti slogan. “Mandiamoli tutti a casa”, “la gente non ne può più di questa classe politica”, “se ne devono andare”, “cacciamo via tutta la casta”. Sempre gli stessi slogan. Che possono anche essere condivisibili: è un dato di fatto che questa classe politica è indegna e corrotta. E allora mandiamoli tutti a casa. Va bene, e poi? Una volta ottenute le dimissioni del governo, una volta mandati a casa tutti i parlamentari, una volta spazzati via tutti, che si fa? Chi mettiamo al loro posto? Come governiamo questo Paese? Non ho sentito da parte degli organizzatori proposte concrete e costruttive. Solo tanti slogan e tanta rabbia nei confronti della classe politica. Il progetto è solo quello di mandarli via; ma – ripeto – una volta mandati via tutti, cosa facciamo?
Le posizioni contro la casta politica non sono nuove: lo stesso Grillo e il Movimento 5 Stelle fanno ampiamente uso di questi concetti. Ma come abbiamo spiegato più volte sul blog, i politici sono un falso obiettivo: non solo loro che decidono veramente, essendo solo gli esecutori di poteri che stanno sopra alla politica. Scagliarsi contro la “casta” è fuorviante: il vero problema è il sistema nel suo insieme, non certo i politici che sono seduti ora in parlamento.

Ciò che però mi ha colpito è una singolare coincidenza: proprio a ridosso di questa protesta, qualche giorno fa la Corte costituzionale si è espressa sulla legge elettorale Calderoli, detta Porcellum, dichiarandola incostituzionale.
La legge n. 270/2005 ha modificato il sistema elettorale italiano (prima era in vigore il Mattarellum): caratteristiche principali del Porcellum sono le liste bloccate senza la possibilità per l’elettore di esprimere una preferenza, e l’attribuzione del premio di maggioranza alla coalizione vincente. E sono proprio questi due punti ad essere illegittimi, secondo la Corte.
La sentenza è di importanza storica, soprattutto se si considerano le ripercussioni sulla vita politica e istituzionale italiana. Di fatto, questa sentenza rende illegittimo il parlamento, che è stato eletto con la legge in questione. In questi giorni si sta infatti sviluppando un intenso dibattito tra coloro che sostengono che il parlamento è comunque legittimo e deve andare avanti, e coloro – Beppe Grillo in primis – che affermano che il parlamento è incostituzionale, che lo stesso presidente della repubblica Napolitano è incostituzionale (essendo stato eletto da questo parlamento) e che dovrebbe sciogliere le Camere.
Tutto questo cosa c’entra con la protesta nazionale del 9 dicembre? C’entra e ora vediamo perché. La pronuncia della Corte costituzionale sul Porcellum è del 4 dicembre. Il giorno prima si era diffusa la notizia che la Corte, riunitasi in udienza pubblica, avesse rinviato la decisione al 2014. In serata però arriva l’annuncio del presidente della Corte: dal giorno dopo si sarebbe affrontata la questione in camera di consiglio. E infatti la sera del giorno successivo viene fatto l’annuncio di incostituzionalità.
Ricapitolando: il 4 dicembre la Corte costituzionale dichiara illegittima la legge Porcellum, di fatto delegittimando anche il parlamento che è stato eletto con quella legge. Il tutto pochissimi giorni prima del grande sciopero nazionale a oltranza iniziato oggi, che ha come obiettivo proprio l’eliminazione degli attuali parlamentari (“tutti a casa”) e della classe politica.
Una singolare coincidenza. Un tempismo perfetto, che sembra quasi... voluto e programmato.

A questo si aggiunga anche lo strano comportamento delle Forze dell’Ordine durante le proteste di oggi.
In diverse città italiane, infatti, i poliziotti si sono tolti il casco, e sembra che qualcuno abbia anche sfilato insieme ai manifestanti. Questi gesti sono stati salutati con grande entusiasmo dal popolo del web, che ha diffuso i video su Facebook e su molti siti. In serata è arrivato un comunicato della questura, che afferma che i poliziotti si sono tolti il casco perché “erano venute meno le esigenze operative che ne avevano imposto l’utilizzo”. Non era quindi un gesto di solidarietà e condivisione nei confronti dei manifestanti, come invece era stato interpretato. Ma anche se lo fosse, anche se davvero i poliziotti appoggiassero la protesta, non è a mio parere un buon segno, almeno non con queste modalità.
Ho notato che sui social network (quasi) tutti hanno pubblicato foto e video con grande gioia, perché “i poliziotti stanno dalla nostra parte”. Io invece guardavo quei video e quelle foto con una certa preoccupazione, proprio perché i poliziotti sembravano stare dalla parte dei manifestanti. E il tutto mi sembrava voluto, programmato e preparatorio ad un colpo di stato.

Ricordiamo anche che l’operazione che culminò nel Golpe cileno del 1973 ebbe inizio con uno sciopero dei camionisti: proprio come lo sciopero nazionale di oggi, che è per l’appunto partito con il blocco delle autostrade da parte dei camionisti.
Anche questa è un’altra, singolare coincidenza che dovrebbe farci riflettere su questa protesta e in generale su tutte le rivolte che mirano solo a stravolgere il potere, senza però dare delle alternative concrete e valide. Cambiare tutto per non cambiare nulla."

(www.comedonchisciotte.org)

Secondo il Sole24ore i nostri servizi segreti sono in allarme per possibili degenerazioni della protesta.
Una certa simmetria con i fatti del Cile in effetti potrebbe esserci:

"Nel 1970 fu eletto il socialista Salvador Allende alla testa della coalizione di Unidad Popular. Tuttavia, il suo governo si confrontò con molti problemi economici e la forte opposizione del resto dello spettro politico, delle élite economiche che tentarono di bloccare le sue riforme, e del governo degli Stati Uniti di Richard Nixon. Il rame è finalmente nazionalizzato, ma questo non impedisce che il paese cada in una forte crisi economica e che l'inflazione arrivi a cifre impressionanti. L'economia, già severamente provata, viene ulteriormente danneggiata da continui scioperi da parte di medici, insegnanti, studenti, camionisti, minatori, e in generale dal ceto medio. I confronti tra momios ed upelientos raggiungono livelli di terrorismo, si moltiplicano le difficoltà nel garantire la stabilità e la sicurezza del Paese, come anche la fedeltà delle Forze Armate al regime costituzionale.
...
L'11 settembre del 1973 si attua il colpo di stato cileno, con l'aiuto della CIA. Durante il golpe perderà la vita lo stesso Allende, morto all'interno del Palazzo della Moneda
...
Ad ogni buon conto Pinochet e l'Esercito giocarono un ruolo abbastanza secondario nell'organizzazione e nella realizzazione del complotto che il giorno 11 settembre 1973 sfociò nel golpe sanguinoso che travolse il governo di "Unidad Popular". I veri artefici e mandanti intellettuali del "golpe" furono, secondo storici autorevoli, come detto l'oligarchia e le élite imprenditoriali, appoggiate dai settori politici che le rappresentavano, ovvero la destra e la direzione della Democrazia Cristiana (tranne poche eccezioni). Un aiuto fondamentale dal punto di vista organizzativo all'ascesa del dittatore è stato fornito da parte degli Stati Uniti"

(it.wikipedia.org)

Non so se gli Usa stanno manovrando contro il governo delle ex larghe intese, ma di sicuro avrebbero molte ragioni e molti vantaggi ad indebolire ed uccidere la concorrenza dell'euro. Questo sarebbe il momento giusto di agire. L'antieuropeismo sta raggiungendo il massimo e la debole ripresa che si intravvede non ha ancora dato nessun frutto.

Sarà così, forze straniere e interne complottano un golpe? Le forze armate e l'esercito stanno per porre fine all'esperienza europea?
Spero proprio di no. Non è così che ho sperato nell'uscita dall'euro, non con la forza, ma con la forza della ragione.

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