lunedì 2 dicembre 2013
Forza 5 stelle
Grillo conquista la diretta su una tv nazionale, e se in streaming era già dirompente, visto su La7 "spacca" ancora di più. Se si fa il confronto fra lo spettacolo un po' imbalsamato della disfida primarie del Pd su Sky, e il comizio urlato di Grillo su una tv nazional popolare, non c'è partita. Il messaggio grillino arriva dritto al bersaglio come un pugno allo stomaco (della casta). Messaggi forti e senza filtro.
Napolitano? Merita di essere messo sotto accusa, il M5s andrà avanti con l'impeachment (ma non c'è una parola italiana analoga?).
L'euro? Non va bene così, nessuno ci ha chiesto se eravamo d'accordo. Ci vuole un referendum. Purtroppo non dice come fare un referendum propositivo non previsto dalla Costituzione, ma una volta annunciato è difficile tornare indietro. Grillo ripropone gli eurobond, la divisione dell'euro in due monete, un'Europa più democratica e solidale.
Grillo usa la tecnologia in modo intelligente. Non sono così esperto di comizi da ritenerla una novità assoluta, ma mi pare che poche volte dei politici abbiamo mostrato grafici del Pil, del debito pubblico e del rapporto debito/Pil in un comizio. Una mossa furba perché i grafici semplici che mostrano caduta o crescita degli indici economici nel periodo dell'euro, sono comprensibili a tutti, malgrado il giornalista de La7 abbia definito la cosa una lezione di economia dentro un comizio esagerando molto.
E poi finalmente arriva un po' di chiarezza sulle scelte eurofolli: no deciso al fiscal compact che comporta come giustamente dice Grillo, di trovare 50 miliardi di euro all'anno. No al pareggio di bilancio, si decide di volta in volta se conviene pareggiare o meno.
I soldi ai partiti? Finalmente la Corte dei Conti ha riconosciuto le nostre battaglie, afferma Grillo. Lo ha fatto dopo vent'anni, accorgendosi della fregatura semantica tra la parola "finanziamento" e "rimborsi". Un vecchio pallino del M5s che Grillo sottolinea per mostrare che le sue battaglie non sono populismo puro, ma battaglie giuste e di verità.
L'economia nazionale arranca? Anche qui Grillo utilizza in modo smart la tecnologia facendo scorrere un elenco (lungo ma incompleto) di aziende italiane vendute all'estero. Queste sono cose che fanno andare in bestia persino un popolo poco patriottico come quello italiano. Grillo non lo dice, ma questo è uno dei migliori indici di insuccesso dell'euro (per noi italiani, successo per le nazioni forti).
Non so bene cosa stia accadendo, non so perché Mentana abbai deciso di bombardare l'Italia alle quattro del pomeriggio con una propaganda no euro e no Napolitano. Ma può anche essere che taluni "poteri forti" ormai debolissimi stiano cominciando a perdere la pazienza. E allora largo a Grillo e ai suoi cazzotti sul muso della casta in diretta tv. Una mezza minaccia alla dirigenza politica/partitica: datevi da fare, altrimenti porteremo Grillo in tv a pranzo e cena...
Certo che ora i segnali cominciano a diventare tanti e importanti. La campagna elettorale è cominciata alla grande: prima Forza Italia ex Pdl che lascia Letta e Napolitano alle loro pene; poi Scelta Civica che salta per aria lasciando il montismo alle cose dimenticate della storia; poi Renzi che si sente già segretario e dice al governo: "adesso si fa quel che dico io!"; poi una diretta micidiale dal V-day grillino che avrà un'eco enorme e farà fischiare le orecchie a molti, fino al colle più alto di Roma.
La fase terminale della legislatura, quella del governicchio, dei responsabili, dei ribaltonisti, credo non durerà molto a lungo. Prevedo grandi difficoltà per Napolitano nel tenere insieme la baracca. Fra l'altro alcuni giornalisti hanno fatto trapelare l'indiscrezione che nel caso fosse presentato l'impeachment dei cinquestelle vi aderirebbe anche Forza Italia.Un bel casino totale che si somma ad una legge di stabilità sempre più pasticciata e inconcludente.
Si aggiunga che fra otto giorni ci saranno le primarie del Pd che dovrebbero incoronare, salvo imprevisti, M. Renzi segretario. Il più berlusconiano dei democratici, ambizioso ed arrivista che non vede l'ora di prendere la poltrona di Letta (probabilmente anche quella di Napolitano...). Renzi è disposto a tutto, anche a mettere in pericolo la maggioranza del suo governo, pur di giungere all'obiettivo. E' un uomo deciso, e penso che questo atteggiamento verrà premiato dagli italiani che da sempre sono alla ricerca dell'"uomo forte".
Per Napolitano si mette male. Bersani ha tentato di ribellarsi, ma alla fine ha dovuto votare e cedere al Presidente andando a sostenere la grande coalizione. Bersani pensava di essere un capitano di vascello, invece era solo un timoniere che prendeva ordini. Renzi cederà nello stesso modo? Condurrà il Pd dove vuole il segretario italiano del Pud€ (partito unico dell'euro)? Mi pare che le cose non andranno così. Se Renzi si piegasse perderebbe tutto il suo mordente e le possibilità di essere vincente.
Anzi, visti i guai in arrivo, oggi come oggi mi sento di prevedere una uscita di scena di Napolitano. Non credo che poterà fino alla fine il settennato. Soprattutto se culminerà in un disastro totale, fra crisi di governo ed economica, crisi di partiti, populismi, impeachment ecc.
Che farà l'Europa di fronte ad un'Italia che sbanda vistosamente, o addirittura che deraglia brutalmente? Ci commissionerà? E per fare cosa, per provocare una rivolta popolare? Per completare l'opera di distruzione dell'economia iniziata da Tremonti, e proseguita da Monti e Letta? Sarebbe una scelta deleteria: se oggi gli euroscettici rasentano il 60%, dopo arriverebbero al 90%. Il M5s arriverebbe ad agguantare il miraggio del 51%. L'euro salterebbe ugualmente.
Anche l'Europa è un rebus.
Sinceramente è davvero complesso capire i ragionamenti della classe dirigente dei popoli del nord Europa. Probabilmente hanno ragione quelli che affermano che gli economisti tedeschi sono scarsi. Io non ci credo, eppure è incredibile che a livello dirigenziale, in Germania non si comprenda che distruggendo il sud del continente (Francia compresa), prima o poi pagheranno il conto anche loro.
Mi pare assurda questa incompetenza presso la nazione che dovrebbe guidare come un faro di lungimiranza tutto il continente. L'Europa è difficile da unificare in un'unico Stato, ma sicuramente procedendo con un sistema che mette in competizione i singoli Stati, invece di renderli solidali, si va nella direzione opposta. Quali vantaggi porterà all'Europa l'attuale politica germanocentrica imperniata sull'austerità? Nessuno ovviamente. Eppure gli eurocrati continuano insistentemente a dirci che lo si fa per l'Europa.
E i movimenti come quelli di Grillo, o quelli di M. Le Pen, o di Farange continuano a crescere. Il prossimo Parlamento europeo sarà una bolgia antieuropea. E probabilmente sarà la prima legislatura del Parlamento europeo che si farà sentire, e chiederà conto delle politiche europee portate avanti fino ad ora.
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