domenica 18 maggio 2014

La storia è ciclica


Grazie a Bagnai ho potuto comprendere meglio la vicenda dell'uscita dell'Italia dallo Sme nel 1992 a causa della crisi di un cambio fisso della lira non più sostenibile. In pratica la storia della lira nel '92 è paragonabile alla storia attuale dell'Italia nell'euro. Allora il governo Amato tentò il tutto per tutto pur di evitare l'inevitabile, compreso anche un raid sui conti correnti degli italiani. Ma non bastò:

"Il fenomeno speculativo dell'estate 1992 coinvolse la lira italiana e la sterlina britannica. Il governo italiano, retto da Amato, il 13 settembre decise di svalutare il cambio di riferimento della valuta nazionale complessivamente del 7%, in particolare la lira in sé fu svalutata del 3,5%, mentre le altre valute furono rivalutate del 3,5%.

Il 16 settembre dello stesso anno il governo britannico decise di far uscire la moneta nazionale dallo SME. Il giorno dopo la medesima decisione fu presa dal governo italiano."


Ma la storia si ripete di continuo e gira come una ruota, ma non impariamo mai. Così ora grazie a Capece Minutolo è possibile raffrontare anche l'ingresso nello Sme nel 1979 con le vicende del "complotto" che vide l'allontanamento di Berlusconi nel 2011. Anche nel 1979 ci furono indebite ingerenze dall'estero nella politica economico-finanziaria italiana.

"Spesso si dice che siamo un Paese senza memoria e dunque senza un futuro, eppure anche chi fa propria questa consapevolezza evita poi di pescare nella storia, travolto dal presente. Così nessuno di fronte alle scomode rivelazioni di Geithner – praticamente un segreto di Pulcinella – ricorda che l’Italia ha già vissuto un complotto simile, ordito in sede europea e condotto secondo gli strumenti disponibili a quel tempo, quando si trattò di colpire chi si opponeva allo sme, il serpente monetario europeo che fu il primo e già disastroso esperimento di proto euro.

Uno di questi fu Enrico Berlinguer che proprio sull’adesione allo Sme e alle sue ovvie conseguenze sulla dinamica salariale e sociale, ruppe l’unità nazionale. Ma il leader del Pci era un obiettivo troppo lontano dall’operatività perché un qualche stratagemma diretto potesse avere effetto, così la vittima sacrificale fu il governatore della Banca d’Italia, Paolo Baffi il quale oltre ad avere ottimi rapporti con gli economisti ” di sinistra” aveva osato chiudere per 40 giorni il mercato dei cambi per impedire le manovre speculative sulla lira e in seguito aveva operato per rivalutare la nostra moneta rispetto al dollaro e svalutarla rispetto al marco in modo da pagare meno le risorse energetiche e ridare invece fiato alla nostra industria rendendola più competitiva rispetto a quella tedesca.

Un peccato mortale per i neo liberisti che si apprestavano a colonizzare l’Europa e che vedevano in questa flessibilità monetaria un grave ostacolo a trasferire la stessa flessibilità al ribasso sul lavoro e sul welfare, obiettivo magistralmente raggiunto successivamente con l’euro. Così nel marzo del 1979, pochi giorni prima della caduta del governo di unità nazionale, Baffi e il suo vice, Sarcinelli furono incriminati per favoreggiamento e interesse privato in atti d’ufficio dal giudice istruttore Antonio Alibrandi, molto vicino al Msi (il figlio Alessandro faceva addirittura parte della banda nera di Fioravanti), il magistrato che aveva fatto terra bruciata attorno al sostituto procuratore Mario Amato colpevole di un’indagine a tutto campo sull’eversione nera.e i suoi contatti con la criminalità organizzata. Amato fu ucciso, come del resto il suo predecessore nell’inchiesta Vittorio Occorsio.

Le accuse si rivelarono totalmente prive di fondamento, come già dal primo momento si poteva arguire, ma intanto Baffi, nonostante la solidarietà di cui fu circondato, dovette dimettersi e lasciare la successione al suo “nemico” un uomo di devastante vuotaggine che risponde al nome di Carlo Azeglio Ciampi, nominato dall’allora presidente del consiglio Cossiga, appena insediatosi. La strada verso lo sme era definitivamente aperta-

Naturalmente si parla di altri tempi e di altri uomini: la vicenda Berlusconi -Tremonti (era probabilmente ques’ultimo ad essere il vero bersaglio) ripercorre in forma di farsa quel dramma di fine secolo breve E col primo governo Craxi, venuto dopo una serie di esecutivi di breve durata, ci fu l’attacco alla scala mobile, accusata di essere il motore dell’inflazione. Certo c’era anche quando la lira vinceva premi di stabilità, ma questo è un particolare trascurabile agli occhi degli ideologi del pensiero unico."

(ilsimplicissimus2.wordpress.com)

Allora nel '79 vinse l'élite politico finanziaria europea. L'Italia fu obbligata ad entrare nello Sme. Anche nel 2011 a quanto pare ci fu una vittoria delle élite tecnico-finanziarie europee. Però poi nel 1992, cioè 13 anni dopo, saltò tutto. Ora il copione sembra il medesimo. L'Italia è entrata nell'Ecu negli anni '90 e nell'Euro nel 1999 con affiancamento della lira fino al 2001. Quindi prendendo la più recente delle date, evidentemente il 2014 risulta l'anno critico, quello che potrebbe vedere saltare l'euro. Non prima però di una mega patrimoniale, che visto lo sbarellamento delle previsioni sul Pil, e il fiscal compact imminente, potrebbe già essere prevista entro la fine di quest'anno. E non sarà una patrimoniale per soli super ricchi (loro hanno già i soldi alle Cayman consigliati da D. Serra...).

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