martedì 8 luglio 2014

Crack... Crack... Crack


Aggiornamento:

Anche le borse hanno sentito i crepitii provenienti dal ramo tedesco. Sega, sega, sega... se sei seduto dalla parte sbagliata alla fine le cose finiscono male:


"I mercati, ... sono stati influenzati anche dai dati macroeconomici di Eurolandia. In primis, quello sul surplus della bilancia commerciale tedesca di maggio. ... deve rilevarsi che le esportazioni sono scese dell'1,1% su mese e salite del 4,3% su anno. Ma, soprattutto, le importazioni sono calate del 3,4% su mese e dello 0,4% su anno. «Un ulteriore segnale quest'ultimo - indica in una nota Mps Capital services- di rallentamento della crescita della prima economia dell'area».
Ma non è solamente la Germania. Secondo le stime della Banca centrale francese, il prodotto interno lordo transalpino, nel secondo trimestre del 2014, crescerà solamente dello 0,2%. L'ulteriore indicazione, dopo la debolezza del primo trimestre, di come l'economia francese stia attraversando un momento di stanca. Potrebbe dirsi che si è quasi «italianizzata» nella sua apatia. Il che, ovviamente, non è postivo per l'Eurozona.
...
In un simile contesto devono leggersi, quest'oggi, gli interventi di diversi banchieri centrali. Così ad sempio, Christian Noyer, governatore della Banca di Francia, ha affermato che la Bce prenderà altre misure di allentamento monetario se si renderanno necessarie. Certo, Noyer ha aggiunto che grazie alle decisioni di Eurotower «le condizioni finanziarie nell'area euro si stanno normalizzando». Ma la disponibilità a mosse straordinarie è concreta. Si tratta, a ben vedere, di una visione con un retrogusto ben diverso da quella che risulta dalle parole pronunciate da Sabine Lautenschlaeger. Il membro del consiglio della Bce, recentemente eletto, ha infatti sottolineato che «sebbene il QE rientri tra le opzioni disponibili, i prerequisiti per una misura di tale tipo devono essere particolarmente stringenti dal momento che gli effetti collaterali sono significativi. Solo in una situazione di reale emergenza, per esempio in caso di imminente deflazione, potrebbe a mio avvio essere presa in considerazione. Tali rischi non sono né visibili, né attesi».

Insomma, nelle due dichiarazioni è rappresentata la distanza delle posizioni tra l'ortodossia di Berlino (ovviamente interessata, in quanto alla Germania le cose stanno bene così) e il possibilismo di Stati quali la Francia dove l'economia stenta.

In un simile contesto di dati contrastanti sull'economia e divergenza tra chi influenza la politica monetaria in Eurolandia, ben possono comprendersi le prese di beneficio da parte degli investitori. I quali, ovviamente, realizzano la plusvalenza sui mercati che hanno corso di più. In tal senso Piazza Affari, che è oggi la maglia nera, da inizio anno guadagna circa il 10%. Cioè, molto di più di Francoforte (+3,1%) o di Parigi (+2,1%)."

Inizia il fuggi fuggi? Ma non era iniziata la "timida" ripresa, la luce in fondo al tunnel, i segni ormai visibili (forse a Fatima) ecc. ecc.? Alla fine anche le sparate di Draghi, che fa finta di fare le "riforme" come Renzi, sono nodi che vengono al pettine. I mercati credono sempre meno al "faremo tutto quanto è necessario", se poi si fanno solo parole e niente fatti. Ha fatto bene il capo della Banca Centrale Francese a mettere pressione sulla Bce. Sperando che un po' di litigate intereuropee servano a smuovere qualcosa, altrimenti qui tutto l'edificio crollerà presto. Il che potrebbe anche essere di buon auspicio.

Post originale:

Lo sentite il ramo che comincia a cedere. E' la Germania che sega felicemente il ramo su cui sta seduta. W l'austerità, che rimetterà finalmente a posto quegli sfaticati del sud Europa. Devono smetterla di sprecare soldi e fare debiti per comprare... Wolkswagen...

Oh, Oh, c'è qualcosa che non funziare nel grante piano tetesco!

"Crescono i timori che il motore tedesco si sia ingolfato dopo il forte calo a sorpresa della produzione delle fabbriche tedesche a maggio.
L'output è sceso dell'1,8% rispetto al mese precedente. Secondo gli analisti a pesare stono stati i rischi geopolitici e le festività del primo lunedì di maggio per le banche.

È quanto informa Bloomberg secondo cui il mercato scommetteva invece per un risultato invariato.

Si tratta del terzo mese consecutivo di ribassi per la produzione industriale. Ad aprile il dato aveva segnato infatti un calo dello 0,3%.

Gli economisti di Commerzbank dicono che probabilmente l'economia tedesca, la maggiore d'Eurpa, resterà piatta nel secondo trimestre. Ciò vuol dire che "gli altri Paesi dell'area euro e la Bce non devono fare troppo affidamento sul motore tedesco per questa parte dell'anno". "

(www.wallstreetitalia.com)

Questo vuol dire che a causa dell'austerità e della distruzione sistematica della domanda in Europa, alla fine anche la benzina per l'economia tedesca sta per finire. Questa crisi si sta svolgendo esattamente come gli economisti "eretici" hanno pronosticato, eppure potentati e tecnocrati esecutori dei potenti non recedono dalle loro idee. Dritti contro l'iceberg senza esitazioni. Anzi siccome Renzi a Bruxelles ha fatto timidamente notare che il ghiaccio è sempre più vicino alla prua del Titanic Europa, la risposta è stata di dare manetta ai motori!

Quando si schianterà anche la Germania e dovrà alzare i tassi di interesse dei suoi bond per procurare allo Stato il maggior "ossigeno" che l'economia privata non potrà più dare, comincerà nuovamente la concorrenza interna tra centro e periferia per chi si accaparrerà maggiori fondi di sopravvivenza. Ricomincerà la guerra degli spread, perché la Bce anche questa volta non potrà stampare moneta, ma dovrà continuare a difenderci dall'inflazione... in piena deflazione!

La concorrenza è oramai spietata. Non c'è solo più l'onnivoro debito italiano. Anche quelli che erano sotto controllo, dopo la cura di austerità, sono diventati debiti ipertrofici e necessitano di grandi risorse. C'è quello greco, c'è quello spagnolo e portoghese che erano bassi ma ora veleggiano sopra il 100%. C'è la Francia che non è seconda a nessuno. E poi l'Olanda, l'Austria, l'Irlanda ecc.

Per essere egoisti, degli altri non mi importa nulla. Ma per quanto riguarda l'Italia, una nuova botta allo spread potrebbe essere quella letale. Potrebbe essere l'ultima. E le riforme di Renzi non serviranno a nulla, non sono riforme che incidono nell'economia italiana. Sempre che vengano portate a termine. Certo è assurdo che una nazione che affonda a causa di una moneta unica sbagliata, di una austerità strasbagliata, si occupi di riformare il Senato e sprechi la maggior parte dei dibattiti pubblici su questo tema. A questo punto era meglio non uscire dai mondiali e continuare a discutere di Balotelli. Discorsi altrettanto inutili oggi, ma almeno più appassionati.

Comunque pazientiamo. L'agonia non dovrebbe durare ancora a lungo. Alla fine dell'anno potremmo trovarci non solo con l'Italia, ma anche gli Usa in recessione e la Germania con gravi problemi di crescita insufficiente. E Cina e Giappone non appaiono nemmeno loro in grande salute. Il botto fatale è vicino. 
Forse conviene chiedere l'annessione all'Isis, l'unica vera potenza rimasta. Così gli evitiamo anche le noie dell'invasione e dello sbarco.

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