venerdì 28 giugno 2013

Italia paese privo di sovranità



Un'altra prova che viviamo in una mezza nazione: la sfavillante vittoria del Pdl sul governo di coalizione. L'aumento dell'Iva è stato rinviato. Ma a quale prezzo? Molto semplice, il bilancio nel suo complesso non cambia. Viene solo fatto uno scambio fra i capitoli di spesa:

"- Il nuovo decreto occupazione toccherà anche l’acconto Irpef che, per rendere possibile lo slittamento dell’aumento dell’Iva salirà al 100% e toccherà tutti i contribuenti. Il decreto prevede la decorrenza dell’aumento a partire dal periodo d’imposta in corso fino al 31 dicembre 2013.

Dal 90% a 100% l’acconto IRpef per tutti i lavoratori autonomi.
- La manovra non si ferma qui e nuovi aumenti arrivano anche per ciò che concerne l’acconto Irap e l’acconto Ires 2013. Per entrambi si assiste all’aumento al 110% per il periodo di imposta in corso al 31 dicembre 2013."


Nulla di cui stupirsi in quest'Italia pro Europa e pro euro. "Euro sì. Morire per Maastricht" non è soltanto più il titolo del libro del saggista E. Letta, è il destino che attende gli italiani. Ma dovemmo comunque ringraziarli, non hanno avuto il coraggio di inventarsi un'imposta sostitutiva. Per ora:

"Quindi, non una “nuova” tassa ma di certo una sorta di “prestito forzoso” – non proprio simpatico – al quale tutti i contribuenti saranno chiamati per consentire il rinvio di tre mesi dell’aumento dell’Iva. Un aspetto che, se vogliamo, rende la scelta del Governo ancor più difficile da capire. Non può, infatti, non balzare agli occhi come in un Paese in cui le imprese e spesso i professionisti sono in attesa di decine e decine di miliardi di pagamenti non onorati dalle pubbliche amministrazioni ..., ora siano proprio gli stessi creditori a dover anticipare allo Stato gli importi necessari
...
Poi, se queste sono le premesse, c’è da sperare che non ci siano ulteriori rinvii dell’aumento Iva che ora è slittato ad ottobre, perché di questo passo rischiamo di beccarci un’addizionale Irpef."


Ma però, qualcuno potrebbe dire, sono state trovate risorse per il lavoro finalmente. Quindi si possono reperire dei fondi nuovi volendo, senza chiedere il permesso a Bruxelles e Berlino. Ma anche qui, c'è qualcosa che non torna:

"A copertura per le misure sul lavoro per i giovani e gli ultra cinquantenni (quelli che stanno in mezzo se disoccuppati possono pure suicidarsi) l’ineffabile governo Letta-Alfano ha introdotto le seguenti misure:

- introduzione di una NUOVA TASSA che graverà sui dispositivi contenenti nicotina o altre sostanze sostitutive del consumo di tabacchi lavorati, nonché sulle sue parti di ricambio e sui dispositivi meccanici ed elettronici. Questi prodotti saranno assoggettati all’imposta di consumo nell’ordine del 58,5% del loro prezzo di vendita al pubblico.

Con grande esultanza delle multinazionali del tabacco e delle società farmaceutiche che producono farmaci chemioterapici."

(www.rischiocalcolato.it)

Quindi per finanziare un provvedimento sul lavoro giovanile, per prima cosa si uccide una delle poche attività commerciali di discreto successo, che di questi tempi è cosa rara. Ma evidentemente il concetto di crescita del governo è diverso da quello generalmente riconosciuto.

Per seconda cosa, c'è una tale sicurezza nel reperimento di tali fondi, che i salti ad ostacolo, e le condizioni che bisogna rispettare per accedervi sono parecchio restrittive. Come scrive Seminerio pare sia stata evitata per un soffio una condizionalità aggiuntiva: Ma solo nelle notti di luna piena

"Per poterne usufruire i giovani devono rientrare in queste condizioni: essere privi di impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi; essere privi di un diploma di scuola media superiore o professionale, vivano soli con una o più persone a carico."

Ed inoltre sono "Previsti «in via sperimentale» incentivi all'assunzione stabile di giovani tra i 18 ed i 29 anni. Il governo ha messo sul piatto 1,5 miliardi di euro di cui 794 milioni per la stabilizzazione degli under 30. Così come annunciato, le risorse andranno per lo più alle Regioni del Sud dove il problema della disoccupazione giovanile arriva a livelli drammatici. Confermato il tetto di 650 euro al mese per lavoratore: gli sgravi saranno di 18 mesi per le nuove assunzioni e di 12 per chi trasforma i contratti a tempo indeterminato."
(www.corriere.it)

Un provvedimento in via sperimentale per un motivo molto semplice: uccidendo il commercio delle sigarette elettroniche è ovvio che poi non si è certi degli introiti fiscali. Laffer è sempre in agguato.

Che cosa sarebbe successo invece nell'Italia della vecchia lira? Molto semplicemente sarebbe successo quel che ha affermato Berlusconi qualche giorno fa. Anzi non ci sarebbe stato nemmeno bisogno di dover affermare pubblicamente che si dovrebbe sforare il limite di deficit, il pareggio di bilancio o si dovrebbe aumentare il debito. Semplicemente lo si faceva e basta. E lo avrebbe fatto qualsiasi governo e molto probabilmente gli interventi sarebbero stati più corposi e definitivi (non ridicolmente "sperimentali"). 

E questo perché? Perché una nazione che non può fare una propria politica monetaria, non è una nazione indipendente e libera. Con una moneta propria è possibile prendere decisioni fondamentali su inflazione e svalutazione. L'inflazione si "mangia" il debito pubblico. La svalutazione mantiene in equilibrio il sistema produttivo e quindi garantisce l'occupazione.

Quando i nostri partiti di sinistra, e i sindacati, capiranno che abbracciando il fanatismo europeo hanno abbracciato un'ideologia reazionaria, per non dire fascista? Ci è arrivato Berlusconi, possibile che non ci arrivi l'intellighenzia di sinistra? O forse l'hanno capito benissimo e sono d'accordo. C'è anche questa possibilità in effetti...

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