Che cos'è realmente la politica italiana oggi? Berlusconiani contro anti berlusconiani? Chi lo pensa non si è ancora aggiornato alla terza repubblica, che nasce si dalla seconda, ma in cui si fronteggiano due fazioni ben distinte, più una terza che rimane purtroppo alla finestra.
Le due fazioni, come avevo scritto in un post precedente (Intrecci di politica ed austerità) sono "quella piddino-montiana propensa a mantenere il rigore europeo a tutti i costi," e "quella pidiellina del "e chi se ne frega dell'Europa..." che prima o poi diventerà "e chi se ne frega dell'euro..." con annessi e connessi."
La prima, quella filo europea prona a qualsiasi volere della Troika, è capeggiata dall'estero, e in Italia è rappresentata direttamente da Napolitano che ne è il garante. Prima attraverso Monti e poi direttamente lui stesso con la sua rielezione. La sua forza principale sta nel Pd, ma ormai questo partito non conta più nulla. Tutto è deciso al di sopra dalla Merkel, da Draghi, da Rehn e tutta l'oligarchia finanziaria europea. Il Pd recepisce ed esegue. All'interno del partito non sono tutti d'accordo, ma per spirito di disciplina ereditato dai tempi del comunismo, tutto rimane a livello di mugugno. Nulla più.
Il Pd è un partito che non solo non può accontentare il suo temporaneo alleato Berlusconi, con l'abolizione di Imu e aumento Iva, ma non può più accontentare nemmeno i suoi:
"«Non vanno bene i continui annunci che non si traducono in una scelta che dia il senso del cambiamento». Così la leader della Cgil, Susanna Camusso, alla manifestazione nazionale unitaria sul tema «Lavoro è democrazia». Una mobilitazione che vede riuniti di nuovo insieme dopo dieci anni Cgil, Cisl e Uil.
...«Servono risposte rapide per uscire dalla crisi - dice la Camusso parlando ai giornalisti -. Una prima potrebbe essere la restituzione fiscale a pensionati e lavoratori dipendenti per fare ripartire i consumi. Non bastano solo gli annunci, perché la crisi è profonda». «Sul terreno del lavoro - aggiunge - si possono fare cose importanti anche senza risorse, come la clausola sociale sugli appalti e la garanzia per i lavoratori che non perdano il posto in quelle situazioni. Invece si fa una discussione sulla flessibilità che non è utile per fare ripartire l'economia. Oggi manifestiamo e vediamo quali risposte arriveranno, ma i sindacati sono convinti che senza risposte si perde tempo e si aggrava la crisi. La situazione non sta ferma in attesa e peggiora».
... Se le misure per contrastare la disoccupazione «sono quelle che si leggono sui giornali, la spina al governo non la staccheranno Pd o Pdl ma i cortei dei disoccupati»
...
«Il Paese perisce e la classe dirigente si perde in chiacchiere» ha affermato il leader della Cisl, Raffaele Bonanni che ha chiesto al governo di «dimezzare le tasse e inasprire le pene sull’evasione fiscale. Letta - ha concluso Bonanni - deve avere coraggio»."
In nome dell'Europa e dei suoi trattati la sinistra è pronta a tutto: a massacrare la classe lavoratrice più esposta innanzi tutto, e poi a rischiare di far saltare il governo con il Pdl.
Qualcuno potrà pensare che questo non è un rischio, ma una speranza. In realtà molti che non sono ancora giunti mentalmente nella terza repubblica, non hanno capito che quasi mezzo Pd non vorrebbe un accordo con i grillini. Sempre che i numeri consentano effettivamente di fare un governo non traballante. Anche perché per un tot di grillini che potrebbero arrivare, ci potrebbe essere un tot di Scelta Civica che se ne va...
La seconda fazione è tutta "nazional popolare" ed è capeggiata da Berlusconi. La seconda fazione ha accettato di sostenere il governo per due motivi: il primo è che dopo la performance sbiadita del Pdl prima della campagna elettorale, il Cavaliere si è ritrovato a febbraio di nuovo protagonista e al centro delle scene. Non poteva rinunciare a questa ghiotta occasione. Il secondo motivo riguarda gli accordi di governo che prevedevano l'eliminazione dell'Imu e poi dell'aumento Iva, che la prima fazione ha avallato non perché lo voleva, ma perché era disposta a tutto pur di dare all'Italia un governo accettabile per l'oligarchia europea.
Ma era evidente che queste richieste del Pdl non erano evadibili fin dall'inizio ("Che significa essere un paese in crisi fiscale – 3" - Phastidio.net). Infatti la prima mossa furbetta di Letta è stata quella del rinvio. Ora però i nodi vengono al pettine ed è difficile trovare una soluzione, cioè trovare le risorse per dar seguito all'accordo di governo. Una soluzione la fazione nazionale di Berlusconi l'ha suggerita secondo la sua visione strategica:
"Bisogna che qualcuno nel governo abbia il coraggio e l'autorevolezza di andare a Bruxelles e di dire a quei signori: 'Noi siamo in questa condizione perché ci avete cacciato voi con la vostra dannata politica di austerità. Dobbiamo rimettere a posto le cose, da qui in avanti il limite del 3 per cento all'anno e il fiscal compact ve lo potete dimenticare'.
Ci volete mandare fuori dalla moneta unica? Fatelo. Ci volete mandare fuori dall'Unione europea? Ma no. Vi ricordiamo che noi versiamo 18 miliardi all'anno e ce ne ridate indietro solo dieci. Ma chi mai ci manda fuori dall'una e dall'altra parte?".
(www.repubblica.it)
Cioè la soluzioni di Berlusconi è:
facciamolo lo stesso e freghiamocene di deficit, fiscal compact, debito ecc. e di tutte le paturgne dell'Europa. Una soluzione che la prima fazione eurofanatica non può accettare, perché in Germania e a Bruxelles non l'accetterebbero mai.
Ora però la fazione filo europea deve fare i conti con i ricatti della fazione avversa: o così o cade il governo.
...
«Dobbiamo intervenire sulle tasse, sul cuneo fiscale e detassare le nuove assunzioni. Sono questioni fondamentali e, a partire dall'Iva, la nostra linea è evitare l'aumento della tassazione», ha aggiunto Alfano."
(www.corriere.it)
Inoltre la fazione filo europea, o è masochista, o è impotente. Probabilmente un mix di entrambi, in quanto non è riuscita o non ha voluto fermare il giudizio della Corte Costituzionale su Berlusconi. Corte che in Italia si occupa di beghe di cortile, in Germania guarda caso delle ingerenze della Bce nella politica economica nazionale. Una bella differenza: la Germania non vuole sottostare all'Europa come l'Italia, semmai sottometterla.
Comunque i colpi inferti al Cavaliere non possono essere indolore per il governo di coalizione.
E se cade il governo le soluzioni sono entrambe un disastro per l'Europa e la Germania: o un governo instabile e spostato a sinistra con il sostegno dei fuoriusciti dal M5s, o le elezioni in concomitanza con quelle tedesche, con Berlusconi che in campagna si divertirebbe a sparare a palle incatenate su Merkel, Europa &C.
Si è vero che Napolitano sarebbe molto restio a concedere le elezioni, ma se non si trova uno sputo di maggioranza la strada è obbligata. A meno che non si continua con altri "colpetti di Stato" sempre più complicati, spregiudicati e difficili da giustificare. Per esempio un altro premier come Monti. Ma chi lo sostiene poi in Parlamento?
E' difficile che questo governo duri a lungo. Anche perché è probabile che Grillo abbia azzeccato la profezia: potrebbe essere un'estate di crolli finanziari, con banche e nazioni pronti a collassare. L'Italia in realtà non sarebbe nemmeno uno dei paesi più malmessi, ma purtroppo con l'euro siamo come un pugile con un braccio legato dietro la schiena.
A proposito di Grillo e del suo movimento, questi rappresentano la terza fazione. Una fazione che purtroppo sta dimostrando di non avere le idee chiare, o non averne nessuna, per quanto riguarda la battaglia campale principale, che si svolge in e per l'Europa. Oggi la politica italiana svolge la sua attività principalmente con lo sguardo rivolto all'Europa: la sinistra se ne frega dei suoi riferimenti sindacali pur di accontentare i banchieri, e la destra cerca di uscire dai ricatti finanziari (di Berlusconi) per liberarsi dalla morsa dell'Europa. Grillo avrebbe immense praterie di consenso innanzi a se, ma il movimento sta spendendo tutte le sue energie per mantenere la sua purezza e verginità. Cose di cui chi oggi è senza lavoro, senza prospettive, senza sostegni non interessano molto.
Ho l'impressione che il movimento perderà spinta, soprattutto se Berlusconi dovesse scendere in campo facendo una campagna in cui si scaricano tutte le colpe sulla Germania e sull'Europa. Agli italiani piace sentirsi dire che sono innocenti, che le colpe sono degli altri.
Intanto nel mondo un paese dopo l'altro si infiamma di proteste. Dopo la Turchia anche il Brasile. Se poi dovesse esserci una crisi molto seria, la catena potrebbe allungarsi. Potrebbe persino toccare il nostro paese, anche se mi pare improbabile. Gli italiani sembrano oggi scoraggiati, non combattono più, anzi nemmeno vanno più a votare.
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