Aih aih un altra dura sconfitta per i liberisti, che naturalmente tacciono l'accaduto o vedono le cose come gli conviene. Già nella mini ripresa europea era saltato fuori che quel poco di Pil in più tedesco e francese nel secondo trimestre, dipendevano dallo Stato. Altro che liberismo e austerità. Grazie alle spese statali tedesche rese possibile dal dividendo dell'euro che i tedeschi staccano ai nostri danni, e grazie al deficit francese che sempre i tedeschi fanno finta di non vedere, le due nazioni principali dell'Europa hanno potuto brindare alla fine della crisi (per ora...). Cioè grazie alla formula più Stato, e non più austerità o più liberismo.
Questa volta è stato Seminerio a sgamare un'altro trucco statalista fatto passare come vittoria liberista. Si tratta del caso irlandese. Uno dei Piigs che sembra essere stato risanato con successo. Anche se poi la stessa cosa viene detta ad intervalli regolari di Grecia, Portogallo o Spagna, salvo poi constatare la ricaduta nella crisi dei medesimi. Forse anche l'Irlanda non ha fatto bene i compiti a casa, solo che non si vede o non si vuol vedere la situazione reale. Ma le bugie hanno le gambe corte, prima o poi la verità salterà fuori. Quale magia hanno usato gli irlandesi per uscire dalla crisi?
"Lezioni irlandesi per Alesina e Giavazzi
Una notizia che interesserà tutti i sostenitori del nuovo “miracolo” irlandese, cioè la presunta e fantomatica capacità di Dublino di uscire dalla devastante crisi immobiliare che l’ha colpita, costringendola all’assistenza della Troika. Ed in effetti è un bel mistero, viste le metriche di deficit e disoccupazione del paese, che tuttavia non hanno sinora impedito al costo del debito sovrano di calare in modo impressionante, sia pure con qualche aiutino esterno. Presentato il progetto di bilancio 2014, scopriamo che l’Irlanda resta un paradiso del welfare, malgrado i “consigli” della Ue.
Il dato eclatante è che metà della popolazione irlandese riceve trasferimenti di welfare, e tali trasferimenti sono passati da 9,5 miliardi di euro nel 2002 a 20,24 miliardi nel 2013. Nello stesso periodo di tempo, l’inflazione è cresciuta di poco più del 30%, quindi la crescita del welfare irlandese in termini reali nell’ultimo decennio è stata imponente ed assolutamente non scalfita dall’austerità. Anzi, il governo irlandese ha permesso l’operare degli stabilizzatori automatici, che hanno evitato ad ampie fasce della popolazione di cadere in povertà ed hanno sorretto la domanda.
La Troika aveva chiesto al governo irlandese di tagliare le erogazioni di welfare del 2% nel bilancio 2014, pari a 440 milioni di euro, ma la risposta è stata negativa. Merita, a questo proposito, riportare quanto dichiarato da Joan Burton, ministro della Protezione Sociale
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«L’effetto più importante dei pagamenti di welfare è che essi riducono i livelli di povertà. La ricerca ha dimostrato che i trasferimenti sociali riducono i livelli di rischio-povertà di oltre il 60% – Il risultato più efficace in tutta la Ue. Il secondo impatto della nostra spesa, a volte dimenticato, è il suo contributo a stabilizzare l’economia. La spesa del mio dipartimento mette i soldi nelle casse di quasi ogni azienda e negozio dello stato in modo molto immediato, perché i nostri beneficiari spendono i loro sussidi e pensioni ogni settimana, e quindi mantengono l’occupazione domestica e l’attività economica»
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«La necessità di ridurre la spesa pubblica corrente complessiva deve essere contemperata col ruolo primario redistributivo del sistema di protezione sociale. E’ mio fermo convincimento che le opzioni scelte per ridurre la spesa complessiva possano essere considerate solo avendo riguardo ai potenziali impatti sulla povertà ed all’effetto sulla domanda complessiva dell’economia»
Veniamo ad alcuni numeretti: nel 2013 le entrate pubbliche irlandesi saranno pari a 59 miliardi di euro, e le spese a 71 miliardi. Il che significa che il deficit irlandese continua a restare cocciutamente elevato: la stessa Ue, nella sua previsione di primavera, lo ha stimato a fine 2013 al 7,5% del Pil. Entro questo ancora elevato squilibrio tra entrate e spese, le erogazioni di welfare pesano per circa un terzo delle entrate.
Quindi, la prossima volta che qualche fantasioso pedagogo liberista vi dirà che l’Irlanda è un modello virtuoso di taglio di spesa pubblica, segnatamente di welfare, mostrategli questi dati, tutti, ed invitatelo ad osservare un dignitoso silenzio."
Questa dell'Irlanda è una "magia" economica del tutto convenzionale per uscire dalla crisi. E' stato usato l'intervento dello Stato, ma non si tratta di intervento keynesiano a tutti gli effetti. Infatti è solo un intervento per mitigare con sussidi la povertà. Non è un intervento con cui lo Stato investe in attività produttive che facciano aumentare il Pil nazionale. Tutto questo welfare a deficit andrà solo ad aumentare il debito pubblico. Che l'Irlanda può ancora ingrossare in quanto molto minore di quello italiano.
Però è anche vero che l'Irlanda sostiene anche le aziende indirettamente attraverso incentivi fiscali: notoriamente sull'isola le tasse sono irrisorie, tanto che le multinazionali (vedi Microsoft o Apple) hanno li le loro sedi europee. Quindi viene perseguita una politica keynesiana indiretta, senza un intervento diretto dello Stato. Si può quindi affermare che nel suo complesso, la politica economica dell'Irlanda sia tutt'altro che liberista, ma direi ampiamente statalista, anche se non vi è intervento diretto dello Stato nelle aziende.
Affascinante questa politica economica europea. Soprattutto se si considera che viene condotta in modo uniforme in tutta la zona euro, cioè austerità per tutti. Solo che alcune nazioni sono più "uguali" di altre e la parola austerità ha significati diversi. Per esempio l'Irlanda è più uguale dell'Italia o della Grecia. L'Irlanda può spendere a deficit, l'Italia deve rispettare rigorosamente il 3%. L'Irlanda può gonfiare il suo welfare fino a sostenere metà della propria popolazione con sussidi, mentre la Grecia non può nemmeno rifornire gli ospedali di medicinali.
E' un vero peccato che la gente comune qui in Italia continui ad essere rimbambita da telenovelas e quiz televisivi, invece che informata di quel che accade veramente in Europa. Perché forse se il precario e il disoccupato italiano sapessero che agli irlandesi è consentito dall'Europa il reddito di cittadinanza, allora il dibattito pubblico e la pressione mediatica, costringerebbe Letta a battere veramente i pugni sul tavolo di Bruxelles invece di fare passerella e inchini presso le cancellerie europee. E probabilmente anche l'Italia come la Francia sforerebbe il tetto del 3% di deficit senza incorrere in sanzioni.
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