"Il Pdl minaccia la crisi e pensa a un'iniziativa clamorosa per evitare di rimanere "prigioniero" di un documento vincolante di Letta con la supervisione di Napolitano.
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ritorna prepotente l’ipotesi didimissioni di massa di tutti i parlamentari berlusconiani, ministri inclusi, in caso di decadenza del leader.
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Il Cavaliere teme che senza lo scuso dell’immunità parlamentare alcuni pm potrebbero chiedere misure cautelari: “Sono sicuro, mi vogliono arrestare, vogliono umiliarmi. Non mi fido più di nessuno”. Il Quirinale non vuole una crisi, non vuole le elezioni, ma il Pdl vuole garanzie precise sul leader."
(www.ilfattoquotidiano.it)
Bluff o minaccia reale, Napolitano è disarmato. Non potrebbe utilizzare nemmeno l'arma delle sue dimissioni per evitare le elezioni. Berlusconi fa sfilare le se corazzate per intimidire il Presidente ed il Pd, sempre più allo sbando e attraversato da lotte intestine.
E' la guerra civile, l'ultima resa dei conti fra centro destra e centro sinistra. Ecco che comincia a delinearsi la strategia berlusconiana. Nuovo involucro per il suo partito, con il ritorno al più combattivo e giovanile "Forza Italia". Interviste a ripetizione alle figlie, per mostrare di essere pronto a combattere contro l'eventuale discesa in campo di Renzi. Anzi, anticipando la crisi parlamentare di molte settimane rispetto al congresso Pd, probabilmente questo non riuscirebbe ad allestire le primarie o a dirimere le discussioni interne. Un partito e un centro sinistra che verrebbe catapultato alle elezioni impreparato, costretto a difendere l'indifendibile politica europea dell'austerità, con il volto di Letta ancora impresso nelle retine degli elettori. Con le parole di Saccomanni "nuova manovra" nelle orecchie.
Berlusconi intende drammatizzare e presentarsi alle elezioni nei panni di un capo-popolo. Probabilmente si è studiato video su video la campagna elettorale di Grillo e si appresta ad imitalo. Riuscirà a richiamare dal letargo il suo vecchio elettorato? Se fossi un esponente Pd eviterei di scommetterci ed anche di sottovalutare l'uomo di Arcore banalizzando sulla sua fine giudiziaria.
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