Qui in Italia, nella terra dei moderati, il casino non manca mai. E meno male che siamo moderati. Che siano feste con maschere di porcelli o baccanali con nipoti, piuttosto che tumulti parlamentari, il casino non si esaurisce mai. E' un continuo dividersi in battagliere squadre contrapposte, in derby infiniti. Dai tempi delle guerre civili romane fra Mario e Silla, passando per Guelfi e Ghibellini, fino ai nostri giorni fra fascisti e partigiani, non abbiamo mai perso il vizio (e la voglia) di dividerci in feroci fazioni contrapposte.
Per fortuna quelle di oggi non sono armate, se non di carte bollate di magistrati, avvocati, e ricatti economici e politici di vario genere. Ma quest'epoca verrà sicuramente ricordata come quella dell'eterna disfida fra berlusconiani e antiberlusconiani. Senza vinti e vincitori. E come in tutte le guerre civili si stanno perdendo di vista i problemi più importanti, le strategie fondamentali per la comunità, non si riesce a discutere pacatamente delle scelte necessarie per vivere serenamente e migliorare la nostra misera situazione.
Cosa c'è da dire in più o in meno sull'attuale situazione? Nulla. E' inutile entrare nel merito delle ragioni dell'una o dell'altra parte coinvolta nello scontro. E' solo una perdita di tempo. Bisognerebbe prendere tutti i protagonisti di questa lunga e inconcludente diatriba ventennale ed esiliarli su un'isola, lontano dalle sorti dell'Italia. Dichiarare cinque anni di pacificazione nazionale facendo nuove elezioni che escludano tutti i partiti, candidando solo persone che si confrontino con gli elettori proponendo le loro ricette. Per poi formare un governo collegiale, senza maggioranza prefissata, che si occupi di trovare le soluzioni migliori in nome del popolo italiano. Cosa dovrebbero fare un tale governo di tanto speciale e difficile? Se ci si pensa bene, non è poi così difficile organizzare le attività di una società in nome di giustizia e benessere per tutti. Basta un po' di buon senso.
Rimessa in carreggiata la penisola, allora si potrebbero coinvolgere di nuovo i vecchi partiti, ma rimessi in riga e costretti a rispettare determinate regole valide per tutti. Un'educazione politica coatta, ma necessaria vista l'ignoranza e la volgarità dell'attuale ceto politico.
Non ci sono altre soluzioni possibili in una situazione così paradossale.
C'è poco da commentare sugli ultimi sviluppi politici e dei conti dello Stato. Se non fosse tutto molto serio, bisognerebbe sghignazzare e sorridere all'indirizzo di chi come Letta è andato negli Usa a raccontare un sacco di balle per essere smentito praticamente in diretta sulla "stabilità e affidabilità" italiane. O sorridere dello stupore sdegnato di un Presidente della Repubblica che sapeva chi sosteneva veramente il governo, e aveva probabilmente anche fatto in segreto promesse impossibili da mantenere al Cavaliere. O ridere delle bugie vere o delle verità bugiarde del Ministro delle Finanze che chiede verità per gli italiani e pronostica bugiarde e fantascientifiche crescite nel 2014.
Ma fa anche un po' ridere (o pena) Berlusconi che cerca di salvarsi dagli arresti rimanendo al Senato utilizzando però la strategia delle dimissioni di massa dei suoi, cioè lasciando praticamente il Senato. Non si capisce più cosa ha un senso e cosa no: cosa gli serve rimanere in Senato se i tribunali lo dichiareranno decaduto dalle cariche pubbliche tra breve? boh!
Probabilmente non c'è nulla che abbia un senso, ci troviamo solamente in una di quelle misteriose fasi bibliche, tipo "muoia Sansone con tutti i Filistei". Quelle situazioni dove un Dio folle punisce tutto un popolo per qualche colpa futile. Questa situazione politica è come l'acne dell'adolescenza, bisogna aver pazienza e aspettare che passi, i prodotti in commercio non funzionano.
E nei prossimi giorni su giornali e telegiornali dei vari poteri forti sarà tutto uno strillare, uno strapparsi i capelli, un chiudersi a coorte attorno a Napolitano. Nessun problema, basterà mettersi la cera nelle orecchie come Ulisse presso le sirene, ed attendere che passi o cambi qualcosa: o la sconfitta del Cavaliere o la fine del governo di larghe pretese. L'Italia, diranno le sirene, è in pericolo, senza governo pagheremo tasse doppie, lo spread schizzerà a 3200, le aziende falliranno all'istante ecc.
Consolatevi. E non fatevi illusioni. Le stesse cose capiterebbero anche con il governo "Lettomanni". Solo più lentamente all'interno della gabbia europea.
Si va verso il precipizio di corsa? Non si capisce più nulla: tutti si chiedono se è l'ennesimo bluff del magnate di Arcore o se si fa sul serio. Ma se tutto crolla forse non è un male, forse servirà a fare pulizia, a prendere una direzione prestabilita. O forse, ed è più probabile, l'Italia cadrà nella confusione totale e sarà privata anche della residua debolissima sovranità. Ci troveremo Olli Rehn primo ministro benedicente dal balcone di Palazzo Chigi, uscito da un conclave di cardinalcommissari europei?
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