Un'altro grande risultato dell'immaginifico statista tedesco cancelliera Merkel e degli altri politici tedeschi, come il ministro delle finanze, ora addirittura nella rosa dei papabili per il ruolo di presidente federale. Infatti la politica greca sta procedendo verso una strada che potremmo dire quasi scontata, sospinta da Unione Europea e Germania:
"Una situazione che resta caotica e che ha fatto temere ad alcuni deputati tedeschi che ad Atene si possa arrivare ad un golpe militare. Lo rivela il quotidiano Bild, secondo il quale nella capitale tedesca c'è già chi parla di un possibile «putsch» e di una «presa del potere» da parte dei militari greci. A nutrire i timori sarebbero le parole pronunciate dal presidente greco, Karolos Papoulias, nel corso di una cena con militari di grado elevato, ai quali avrebbe detto che «i politici dovrebbero prendere esempio dai nostri soldati, che sono sempre stati dalla parte della patria». Bild sottolinea che Papoulias durante la dittatura dei colonnelli greci dal 1967 al 1974 andò in esilio in Germania, ma aggiunge che «a dispetto di ciò ha cercato ieri in maniera deliberata la vicinanza dei militari per inviare il suo messaggio all'orgoglio nazionale e al patriottismo».
Secondo il sondaggio d'opinione condotto dalla società Vprc per conto del settimanale Epikairaieri, primo partito si conferma Nea Dimokratia con il 27,5% delle preferenze. Seguono il partito Sinistra Democratica con il 16%, il Partito Comunista con il 14% e l'altro partito di sinistra, Syriza, con il 13,5%. Il Pasok con l'11% occupa il quinto posto, mentre il Laos, il partito di estrema destra scende al 4,5%. Gli indecisi raggiungono il 31,8%.
Si tratta di dati che, oltre ai cambiamenti intervenuti nella società ellenica, mostrano anche un continuo e progressivo aumento dell'instabilità politica nel Paese, cosa che crea una certa diffidenza dei creditori"
(www.ilsole24ore.com)Invece di aiutare i greci con prestiti speciali a tassi agevolati, si aiutano le banche a fare opera di strozzinaggio. Tutto il prestito che serve a salvare la Grecia in realtà andrà a pagare gli interessi assurdi generati da un mercato speculativo che non ha nulla nè di etico, nè di educativo per i governi che sperperano.
Ora, visto che i greci "minacciano" di utilizzare quell'arma pericolosissima che si chiama "democrazia", gli eurocrati hanno deciso di non arrischiare di concedere il prestito promesso in un'unica rata. Dopo che Atene è stata messa a ferro e fuoco, la politica è stata calpestata sotto i tacchi dei banchieri, ad Atene verrà concesso il minimo di ossigeno per poter sopravvivere.
Se dopo le elezioni la politica continuerà sulla strada intrapresa da Papademos: sacrifici, tagli, licenziamenti, austerità, tasse, ecc. allora si concederà il resto del prestito. Altrimenti no. Ma mi chiedo che razza di minaccia sia questa. Visto che questi soldi andranno in massima parte alle banche e investitori straniere, che cosa serve concederli con il contagocce? Il danno lo si fa più all'esterno che non all'interno della Grecia. Un'altra dimostrazione della incredibile capacità strategica della leadership europea.
"la Grecia deve assolutamente godere della decisione dei parlamenti dell’Eurozona di dargli almeno quei soldi preliminari (93,5 miliardi) per il salvataggio se vuole mai convincere i suoi creditori che la sua offerta sta in piedi (offerta greca = si riprende 200 miliardi di Euro di suoi titoli di Stato indietro distruggendoli, e a chi li possedeva ne offre 100 miliardi di nuovi). Ma questo deve accadere entro il 29 Febbraio, e i parlamenti non saranno in grado di approvare i soldi necessari (se mai li approveranno) prima del 27. Nelle successive 48 ore è impossibile concludere nulla e questo significa l’annullamento forzoso dell’offerta greca. E, di nuovo, stiamo parlando solo di riuscire a trovare in tempo i soldi per l’accensione del motore, non quelli per fare il viaggio vero e proprio, cioè il cosiddetto ‘salvataggio’ completo della Grecia che ammonta ad altri 130 miliardi di Euro (e che è poi una truffa come già spiegato in altri miei interventi).
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se non si trovano neppure i soldi basilari in tempo – fa cui i 30 miliardi di Euro che fungono da mazzetta per convincere i creditori a stare al gioco – questo significa che i creditori rischiano di accettare un gioco (cioè l’offerta della Grecia di restituirgli solo la metà di quello che gli deve) che, senza poi quei soldi basilari, finisce ad essere un gioco di carta straccia. Perché oggi essi, a carte ferme, hanno in mano 200 miliardi di Euro di debito pubblico greco che possono ancora tentare di vendere per qualsiasi cifra, ma domani si possono ritrovare incastrati, dopo aver accettato l’offerta della Grecia ma senza l’ok dei parlamenti per i soldi basilari di cui sopra, con in mano 100 miliardi di titoli di Stato greci che valgono… zero, proprio zero, perché a quel punto i mercati fanno lo shut down e la Grecia fa default. Ma proprio questi timori, con tutta probabilità, convinceranno i creditori a non partecipare per nulla all’offerta della Grecia, e anche questo significa automaticamente il default."
Grecia che comunque al punto in cui verrà condotta, potrebbe non trovare nessuna differenza tra un default con ritorno alla dracma e la permanenza nell'euro.
Tutto questo, mentre i tedeschi non comprendono assolutamente la tragedia in cui contribuiscono a gettare mezza Europa. Hanno una grande forza economica ma una scarsa forza politica. Pensano che l'esportazione del loro modo di gestire lo Stato e operare in economia possa risolvere tutti i problemi d'Europa.
Interessante a questo proposito è la conversazione avuta da un blogger italiano in Germania, riportato su http://www.ilgrandebluff.info/:
Per prima cosa, non e' possibile convincerlo che la UE stia causando quei sacrifici alla Grecia.
La UE sta suggerendo una legislazione a suo avviso migliore, ma il crollo dei redditi e' implicito nella fine dell'ulteriore indebitamento.
Su questo fatto, il tedesco medio ha ragione: recita dei fatti. Il PIl greco, senza NUOVO debito pubblico, e' di 16.000 euro procapite.
Circa meta' di quello italiano. (sempre procapite).
La seconda accusa che rivolgiamo ai tedeschi e' piu' complessa, ed e' comunque piu' difficile da portare.
Insomma, si accusano i tedeschi di volere un'Europa simile alla Germania.
Ora, quello che vi rispondono generalmente e' che effettivamente la Germania economicamente va meglio: il loro export VERSO la Cina e' cresciuto, il che significa che ci sono cinesi che chiudono per la concorrenza tedesca.
I loro stipendi sono molto alti, e devo dire che quando torno in Italia , abituato a questi servizi, avere a che fare coi servizi Italiani diventa un impatto sempre piu' duro.
Dal punto di vista del tedesco, cioe', si fa un discorso come questo "se conveniamo che in Germania le cose vadano meglio che in molti altri posti....che male c'e' a desiderare che tutta europa adotti lo stesso tenore?".
Il tedesco medio, cioe', quando pensa ad una "germanizzazione" dell' Europa, ha in mente un miglioramento: non intende un dominio o un intento aggressivo."
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In questo senso, quindi, la convinzione che l'europa dovrebbe organizzarsi come lo stato federale tedesco , o meglio che la loro idea di organizzazione process-based sia un miglioramento per qualsiasi stato d'Europa non ha intento malefico.
La loro idea e' "Da noi funziona.
Lo vedete che funziona.
Da voi non funziona. Lo vedete che non funziona.
Ma perche' diamine non fate come noi?".
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A quel punto qualcuno puo' cercare di spiegar loro differenze economiche o strutturali, ma dal loro punto di vista si tratta di problemi tecnici, e il tedesco e' abituato a pensare che il problema tecnico si risolva SEMPRE con una adeguata preparazione dei tecnici ed una dose adeguata di organizzazione e progetto. "
Insomma dal punto di vista tedesco, un'Europa germanizzata è un vantaggio per tutti. E su questo si può anche essere d'accordo. Ma le differenze legislative, etiche, caratteriali, gli usi e abitudini nazionali non si cambiano in un anno. E non si cambiano soprattutto con il "bastone", ma come ha dimostrato mezzo secolo di "impero americano" si modificano con i vantaggi e il benessere diffusi.Probabilmente, quello che il tedesco comune reputa come un buon proposito, la mancanza di un intento aggressivo di dominio (ma non so se del tutto vero), in realtà è un grande difetto. Come scrivevo in post precedenti, se non hai l'ambizione di creare il tuo "impero", non hai nemmeno la volontà di applicarti per studiare una strategia ragionevole per tenerlo in piedi.
Io credo manchi proprio questa energia, questa volontà di dominio nei tedeschi. E' questo che rende la loro politica europea così vaga, e orientata unicamente alla difesa del loro orticello. Se avessero invece delle ambizioni di dominio studierebbero un sistema per organizzare, sanare e guidare con mano ferma un "impero europeo" che mai come oggi è stato alla loro portata. Purtroppo dimostrano ogni giorno di non avere questa capacità.
Forse temono di inimicarsi gli altri europei, invece sbagliano: se prendessero la guida dell'Europa con mano ferma e decisa apportandovi benessere, organizzazione, pace sociale non dovrebbero temere alcunchè; rischiano molto di più l'odio europeo (che sfocerà in antieuropeismo) con il comportamento che stanno tenendo attualmente. Un comportamento che pare da fuori solo punitivo e distratto, di chi non ha alcun interesse a ciò che accade fuori casa sua.
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