lunedì 27 febbraio 2012

Primi bilanci Summit MMT


Si è concluso a Rimini il Summit sulla MMT (modern money theory). In attesa della pubblicazione ufficiale degli atti (se avverrà, ma mi pare che P. Barnard non volesse) riporto alcune considerazioni raccolte in rete:


"Prima di entrare nel merito di questo summit riminese,convegno o conferenza che dir si voglia,vorremmo sottolineare che mai ci é stato dato di assistere ad una così ampia e interessata partecipazione di pubblico per un tal genere di evento.
Di fronte ad un emozionato Paolo Barnard e ad uno stupito team di economisti della Modern Money Theory, all'apertura dell'incontro si é presentata una platea di 1500 persone (paganti) che per tre giorni (mattino-pomeriggio e sera) ha seguito ed interloquito con attenzione e passione i vari interventi degli ospiti.
Una platea eterogenea per sesso,età,provenienza,ideologia...desiderosa solo di uscire dalla gabbia in cui sconsiderati politici e burocrati strozzini ci hanno confinato.
...
Un plauso a questo pubblico e a Paolo per aver organizzato,contro ogni genere di difficoltà,un tal genere di evento.

Entrando nel merito del discorso,si é passati da un'analisi del panorama di crisi mondiale,europea ed italiana,da un esame delle varie teorie monetarie e molto altro.ancora..ad una più specifica trattazione dell'MMT.
Premettendo che si tratta di una teoria monetaria,e come tutte le teorie quindi sempre perfettibile,e non delle tavole della legge mosaica, non si fa fatica a sottolineare come questa sia di gran lunga la migliore in circolazione, anche in relazione al bene comune, troppo spesso ignorato dalle teorie liberiste e neo liberiste che hanno affidato al mercato, come ad un totem, le regolazione di ogni rapporto e problematica.
Col risultato fallimentare che ci troviamo davanti.
 In questa teoria post-keynesiana, il deficit di bilancio é visto come fattore positivo e non negativo.
L'equazione spesso strombazzata dai liberisti, "lo stato é come una famiglia" (che non può spendere più di quanto guadagna) non ha alcun fondamento circa i comportamenti di uno Stato sovrano.
Uno Stato a moneta sovrana si finanzia stampando moneta e non,come ora, ricorrendo costantemente al mercato dei titoli pagando interessi proibitivi. E sopratutto é padrone della leva fiscale e monetaria, e non in balia di una finta banca centrale europea o peggio ancora di speculatori in grado di operare qualsiasi ricatto e di sostituire governi.
In quest'ottica il meccanismo di stabilità di bilancio in costituzione é un vero e proprio atto criminale, che impedisce ad ogni governo qualsiasi manovra, condannandolo a sottoporsi alla volontà e agli interessi altrui, alla recessione e quindi e all'impoverimento delle popolazioni.
Ma tutta la costruzione Europea tramite trattati capestro é un atto criminale.

Seguendo la visione keynesiana,in una fase in cui l'economia é crescente e si avvicina alla piena occupazione (che é pure l'obiettivo dell'MMT ) si può incorrere in una espansione non sopportabile dell'inflazione.
Cosa che può essere contenuta con il drenaggio di circolante attraverso l'imposizione fiscale di keynesiana memoria (quindi non tasse per raggiungere un pareggio di bilancio, come avviene ora , ma per limitare la circolazione monetaria).
Stesso discorso per eventuali titoli di stato emessi in questa fase. Non per finanziarsi (dato che uno Stato a moneta  sovrana si finanzia stampando moneta e senza pagare interessi ad alcuno), ma per lo stesso motivo, contenere le spinte inflattive sottraendo circolante al mercato, fissando inoltre anche un interesse di riferimento al tasso di sconto.
Le banche devono ritornare al vecchio compito di raccogler denaro dai risparmiatori e offrire credito a privati ed imprese, lasciando perdere speculazioni distruttive e tutta quella carta truccata dei derivati ed affini.
Ma ripetiamo, resta comunque fondamentale la prerogativa di Stato a moneta sovrana di regolarsi in piena autonomia circa il proprio fabbisogno attraverso la leva monetaria e fiscale, senza delegarla a nessun altro organismo,come avviene ora.
...
Naturalmente poi,resta sempre il problema di come poter tornare un Paese a piena sovrantità politica,monetaria e fiscale.
E' evidente che pur in possesso di una qualsiasi ricetta miracolosa, coi chiari di luna attuali, senza un grande e unificato movimento popolare di pressione, di contrasto e di lotta non si arriverà a nulla."

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stamani Summit #MMT strepitoso: Uscita dall'Euro (magari con anche uscita dalla NATO). piena occupazione per tutti. sovranitá democratica #
MMT, Barnard: “Tremonti e Pappalardo? No grazie” http://t.co/rqAjdw2m #
Summit #MMT Rimini iniziato con almeno 1500 persone.. siamo "il peggior incubo dei banchieri e potenti d'Europa" :) domani sarà tosta. notte #
partendo per. Rimini.. ma più che Summit dovevano chiamarlo Sunnit! si muore già di caldo… ma va benissimo! #MMT #
the #MMT world is gathering in Rimini (Italy) for 3 days of Summit. stay tuned and hashed #
diversi media iniziano a dubitare delle attuali "ricette economiche al sangue" e citano la MMT. ma sanno del Summit http://t.co/UUtH0yrr ? #
i nuovi partigiani, per salvare la nostra democrazia, dovrebbero prima studiare bene la situazione http://t.co/O7HtQfxX #
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"Mille e cinquecento persone, forse di più, al 105 Stadium di Rimini per il Modern Money Theory organizzato dal giornalista Paolo Barnard e con gli economisti del MMT (William Black, Michael Hudson, Stephanie Kelton, Marshall Auerback, tutti nordamericani, e il “circuitista” francese Alain Parguez).
La serata di presentazione ha visto esordire Barnard omaggiare Mariarca Terracciano, e alcune parole “radicali” che scorrevano sul maxischermo mentre si vedevano le immagini dell’infermiera napoletana morta durante una severa protesta contro il mancato pagamento dello stipendio: “Ripudio ogni altro sindacato che non sia Mariarca Terracciano, ci stanno svendendo”, ...

...“Siamo soli” dice Barnard, quasi a provocare un sentimento collettivo di accerchiamento tra i presenti, ma, dopo tutto, è la realtà: “A Bruxelles sanno di questo incontro, e lo temono. Sabato scorso mi ha telefonato Tremonti, mi ha detto ‘perché non porti il mio libro e cinque economisti’, e anche l’ex generale Pappalardo voleva far passerella che ovviamente ho impedito. Purtroppo in pochi capiscono il nostro lavoro, so che ci saranno in sala rappresentanti dei partiti e dei sindacati ma quasi per spiarci, nessun sindacato è in grado di comprendere quello che stiamo facendo”.
E poi: “Mi occupo da 11 anni di ‘Vero Potere’, da quando ho capito che la finanza aveva totalmente vinto. Qui cerchiamo di iniziare un percorso che darà i suoi frutti fra generazioni, non ora e non domani”. C’è l’affondo “alla politica nazionale che è una farsa, uno spettacolino, non serve a nulla leggere i giornali, un gruppo di falsari a sinistra hanno organizzato una isteria contro il pericolo della democrazia, Berlusconi, un uomo che detesto, e così hanno distratto le poche forze ancora vive di questo Paese”.
Studiando anno per anno ho capito che i nostri Parlamenti sono stati esautorati da accordi sovranazionali che non consentono ai cittadini di governare democraticamente, e infine con l’euro siamo costretti a rivolgerci alla finanza privata internazionale per finanziare gli investimenti dello Stato” ha continuato.
“Voi siete l’incubo peggiore per i banchieri europei – ha detto William Black, aggiungendo: “And ask to the media: we are here, and where are you?” (e chiedete ai media, noi siamo qui, e voi dove siete?).
Duro l’intervento di Parguez: “Mi sento umiliato perché un evento del genere sarebbe impossibile in Francia: o impedito dal governo, oppure senza risposte da una società distrutta e disperata. Lo dico: gli italiani sono l’unica speranza per l’Europa. La crisi del debito sovrano è una menzogna attentamente pianificata dai costruttori del sistema europeo che avevano in mente la creazione di un nuovo sistema sociale totalitario”.
Michael Hudson in conclusione ha dichiarato che “questa non è una lotta di classe ma una guerra finanziaria, contro la quale gli economisti classici, da 300 anni, ci hanno sempre messo in guardia”.
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"Oltre allo scrivente, credo ci fossero soltanto alcuni blogger e qualche collega di un giornale on line abruzzese. “Siete quattro o cinque giornalisti” mi hanno detto all’entrata del 105 Stadium, sabato mattina.

Ma le informazioni non possono essere nascoste sotto un tappeto come polvere.  Così si scopre che l’evento “carbonaro” e “sovversivo” dell’ascetico Barnard vanta la presenza di economisti il cui gruppo ha già fatto breccia nelle istituzioni americane. Come scrive Rampini, “per quanto eterodossi, questi economisti sono riusciti a conquistarsi un accesso alla Casa Bianca. Barack Obama consultò Galbraith Jr. (uno del gruppo MMT) prima di mettere a punto la sua manovra di spesa pubblica pro-crescita, così come fece la democratica Nancy Pelosi quando era presidente della Camera”.

Ma c’è di più: oltre ad aver “salvato l’Argentina” a seguito del fallimento di inizio Millennio (unico caso concreto di applicazione della MMT), gli economisti neo-keynesiani “duri e puri” sono sempre più ascoltati dagli uomini del Congresso Usa: 6 su 17 economisti nominati per la riforma della Federal Reserve lo scorso autunno sono del gruppo MMT, su scelta del senatore indipendente Bernie Sanders (tra di loro, William Black e Stephanie Kelton).
...
In breve, di seguito, prima di addentrarci nei prossimi giorni in una analisi critica ma proficua di quanto emerso a Rimini (compreso l’ampio dibattito sulla possibile uscita dall’euro con tutti i pro e contro), i punti salienti dell’MMT (che è uno strumento tecnico col quale la politica può ritrovare la sua centralità riempiendolo di contenuti):
- fine dei vincoli finanziari legati al debito, al suo finanziamento e ai tassi di interesse (“e naturalmente permanenza dei vincoli fisici”, ha ripetutamente spiegato Stephanie Kelton);
- necessità irrinunciabile per uno Stato di stampare moneta sovrana (attualmente preclusa ai paesi eurozona);
- libera fluttuazione dei tassi di cambio della valuta;
- possibilità di immettere moneta nel circuito economico senza provocare iper-inflazione grazie a programmi di piena occupazione e produzione di beni e servizi e a sistemi di drenaggio di eventuale denaro in eccesso (ad esempio tassazione);
- impossibilità di fallire per uno Stato che abbia moneta sovrana con tassi di cambio liberi e quindi garanzia assoluta di assolvere i debiti contratti nel tempo.

Sembra impossibile vero? Ne parleremo a lungo, punto per punto. Invito anzi i lettori, abituali o nuovi, ad aiutarmi perché avremo la possibilità di costituire un gruppo di approfondimento per consultare quei documenti che, a mano a mano, cercheremo di ottenere dagli economisti del MMT per una piena comprensione della teoria."

A livello di media "a tiratura" nazionale l'unico a parlarne, seppur brevemente, è stato "Il Fatto Quotdiano":

"La crisi italiana è naturalmente al centro di tutte le relazioni dal parco del palasport riminese. “Abbiamo affidato alle persone che hanno causato questa crisi non solo le leve economiche del paese, ma ora addirittura quelle politiche. È una follia, anzi, dire che è totalmente folle è ancora inadeguato”, ha spiegato William Black, uno degli oratori del summit, a proposito del governo Monti. Poi il bersaglio diventa la Bce e il suo nuovo presidente. “Mario Draghi ha detto in una recente intervista al Wall Street Journal che i governi hanno bisogno della disciplina dei finanziatori privati, cioè le banche. La stessa teoria che ha prodotto la crisi più grave degli ultimi 75 anni”. William Black, spiega una sua biografia, è un regolamentatore bancario statunitense che negli anni Ottanta ha spedito in carcere decine di banchieri coinvolti in truffe ai cittadini. Inoltre è stato una delle principali figure oggetto dell’attenzione del regista Michael Moore.

Il leit motiv di questa tre giorni riminese, che si concluderà oggi, è il rischio della ‘argentinizzazione’ dell’Italia: “Quello che è successo in Argentina deve essere per tutti noi una lezione: accettare di legarsi a una valuta estera o una valuta sovranazionale – ha spiegato l’economista francese Alain Parguez riferendosi all’euro – è la strada per il crollo dell’economia e l’asservimento totale di un paese”.

Sulla stessa linea di pensiero, naturalmente, è l’organizzatore dell’evento. “In Italia non c’è il rischio, ma la certezza dell’argentinizzazione. Il rischio default c’era e c’è, e i tamponi messi finora non funzioneranno”.

L’evento riminese, che oltre a Parguez e a Black vede la partecipazione di altri tre economisti, Stephanie Kelton, Marshall Auerback e Michael Hudson terminerà con altre  lezioni dei cinque relatori."



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