Sotto il Partenone i nervi sono tesi. Scontri in piazza e profonde divisioni in Parlamento. Del resto lo avevo scritto nel post precedente "Agonia greca" (Link):
"Ora il governo greco, benchè guidato da un uomo "Goldman Sachs", si trova in difficoltà. I partiti che lo sostengono cominciano ad avere molte remore nel votare una politica di austerità estrema. Se accadesse in Italia, i nostri partirti di fronte a scelte così pesanti, si sarebbero già scissi in correnti favorevoli e contrarie. E i sindacati tornerebbero di nuovo ad avere quel sostegno delle piazze effettivo che negli ultimi anni è stato piuttosto "turistico"."
Ed infatti, vale il detto "una faccia una razza": i greci non sono molto diversi da noi. I loro partiti si stanno spaccando in modo trasversale, mettendo in pericolo la maggioranza di Papademos. E la popolazione scende in piazza con pietre e molotov.
"... la notizia più interessante del giorno è il «no» della destra estrema alle richieste della troika. Il leader del partito di estrema destra greca Laos, membro della coalizione di governo, Georges Karatzaferis, ha annunciato che non voterà domenica in parlamento il piano di austerità chiesto da Ue e Fmi per sbloccare il nuovo piano di aiuti da 130 miliardi di euro.«Non posso votare questo piano di austerità che umilia il paese, non é la strada giusta»"
Ma anche alcune decine di parlamentari socialisti e di centro minacciano di lasciare la maggioranza d'emergenza (praticamente identica a quella italiana).
E a quanto pare anche le forze di polizia che sono scese in piazza a contenere la rabbia popolare, covano del risentimento preoccupante verso l'Europa:
"Uno dei principali sindacati della polizia ellenica, la Poasy, con una lettera resa di pubblico dominio ha chiesto alle autorità competenti di emettere ordini di arresto a carico dei rappresentanti in Grecia della troika, che accusano apertamente di voler strangolare il Paese attraverso le misure draconiane imposte al governo di Atene per evitare il default."
E se salta la Grecia, subito dopo c'è il Portogallo.
"Mentre si deve ancora chiudere la partita sulla Grecia, rischia di aprirsene un'altra sul Portogallo, un altro dei tre Paesi (assieme all'Irlanda) sotto l'ombrello di aiuti di Ue e Fmi. Questo per colpa di alcuni scambi di battute catturati durante l'Eurogruppo tra il ministro delle finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble, e il suo collega portoghese, Vitor Gaspar, rapidamente finiti sul portale di video YouTube. Secondo quanto riporta Dow Jones, il ministro tedesco ha rassicurato Gaspar sul fatto che "se vi fosse la necessità di aggiustare il programma sul Portogallo, saremmo pronti a operarla". Di fatto appare come la prima ammissione indiretta, da parte di un'esponente dell'area euro, sulla possibilità che l'attuale piano di aiuti al paese iberico potrebbe non essere sufficiente."
E se salta il Portogallo, salta o viene messa in forte pericolo la Spagna.
Le banche spagnole, già logorate dalla bolla immobiliare (non ancora risolta), sono anche molto esposte sui titoli di Stato del Portogallo. Sarebbe una mazzata dietro l'altra. Proprio in un momento in cui la Bce di Draghi ha probabilmente ottenuto grandi risultati sullo spread decennale Bonos-Bund (vedi "Grazie Mario!" - Link).
E chiaro che alla fine l'effetto domino fallimenti toccherebbe anche noi italiani, ma poi tutta l'Europa. E se ciò avvenisse, la maggior responsabilità sarebbe della Germania e della sua leadership. Malgrado ora, secondo Rai News, i tre quarti dei cittadini tedeschi approva la politica europea della Merkel.
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