(Pil tedesco in dollari)
Nessuno fa mai un esercizio di stile per capire cosa accadrebbe se si abbassassero nettamente le tasse. Molti dicono che sarebbe necessario per rilanciare l'economia italiana, ma poi giungono alla conclusione che è impossibile. Per esempio il blog ilgrandebluff.info:
"L'Italia è IMMANCABILMENTE morta&defunta se non DIMEZZA LA PRESSIONE FISCALE. Tutti gli altri discorsi sono solo PUGNETTE...
In giro tutti i giorni leggo tante belle cose,
tante belle masturbazioni mentali...
Che il tema sia la politichetta italiota
oppure i gossips sulla Belen
NULLA CAMBIA...It's the same...
Anche se al Bar Sport la gente parla parla parla di cose inutili ed inconsistenti
che però ti distraggono...non ti fanno pensare...
ti fanno credere che se metti un Presidente della Repubblica od un Governo
piuttosto che un altro...
allora la tua vita cambierà e migliorerà...
MA SOTTO SOTTO TUTTI LO SAPETE
TUTTI LO SENTITE ISTINTIVAMENTE
SE NON ADDIRITTURA RAZIONALMENTE....
L'ITALIA NON HA NESSUNA POSSIBILITA' DI RISOLLEVARSI
SE NON DIMEZZA
LA SUA ALLUCINANTE PRESSIONE FISCALE AL 70% E FISCHIA
Punto a capo................
.
E visto che NELLA SITUAZIONE ATTUALE NON PUO' FARLO
ANZI...
SIAMO COSTRETTI AD ULTERIORI e CONTINUE MANOVRE CORRETTIVE/RECESSIVE
L'ITALIA E' MORTA&DEFUNTA
ed al limite potrà rimbalzicchiare dall'abisso
e galleggiare per un po' nel limbo del +0,5%...forse...nel 2014 o nel 2015 o nel 2016....
per poi tornare ancora più a fondo...."
(ilgrandebluff.info)
Io voglio provare, voglio poter continuare a sognare, come feci già in vecchio post:
...
Primo scenario. Uscita dall’euro, nuova lira svalutata del 20%. Non viene modificato nessun parametro economico dello Stato:
...
Secondo scenario fantapolitico. Uscita dall’euro, nuova lira svalutata del 20%; si limita la tassazione media al 25% massimo, pertanto si prevede un drastico dimagrimento dello Stato:
- il debito passa di botto da 1.950 miliardi di euro, a 2.340 miliardi di nuove lire (n.lit.);
- il Pil attuale di circa 1650 miliardi, risulterebbe gravato da meno tasse, quindi si liberano circa 330 miliardi di n.lit. da reinvestire nell’economia reale. Queste risorse generano un’improvvisa spinta che può far crescere il Pil ai ritmi americani ante crisi 2008, cioè del 3% l’anno. L’aumento annuo del Pil sarebbe di circa 50 mld di n.lit.;
- Con una tassazione massima del 25%, sarebbe necessario rivedere le clausole sul pareggio di bilancio. Ma comunque, volendo mantenere uno Stato sano con un deficit di bilancio limitato, si avrebbero a disposizione solo più circa 415 miliardi di n.lit. (la metà della disponibilità attuale); a questo punto si dovrebbero trovare soluzioni per il ricollocamento graduale del personale pubblico ... il welfare non potrebbe più essere garantito a tutti e dovrebbe essere integrato da assicurazioni; lo Stato dovrebbe snellire al massimo le procedure burocratiche avendo la metà del personale attuale, a meno che un taglio netto degli sprechi consenta di limitare in parte la diminuzione del personale; molte procedure oggi gratuite, dovrebbero però diventare a pagamento.
- Una crescita del 3% annuo, vuol dire 600.000 nuovi posti di lavoro ogni anno, 600.000 nuovi consumatori ogni anno. La disoccupazione italiana è circa il 9% della forza lavoro, ma considerando Cassa integrazione e lavoro sottopagato direi che il tasso reale è del 15%. Il 15% corrisponde a 3,5 milioni di non lavoratori (occupati 2011), che con un Pil al 3% si riassorbirebbero in 4 anni.
- Anche in questo caso ci sarebbe un aumento della bolletta energetica, ma in un contesto molto più effervescente di crescita economica."
Che si rimanga nell'euro o si adotti una nuova lira, c'è un punto debole nel ragionamento precedente. Pensare cioè di dimezzare l'attuale necessità di spesa dello Stato da 800 miliardi di euro o nuove lire a 400 miliardi di euro o n. lire. Basti pensare che 1 miliardo di Cassa integrazione (0,1 % della spesa pubblica) da rinnovare per quest'anno sembra un grosso problema, che dà serie preoccupazioni al ministro del lavoro.
La spending review di Bondi era partita con l'idea di tagliare il 10%, poi divenne difficile tagliare l'1%, e poi non se ne fece nulla. In realtà tagliare non si può per il semplice fatto che la spesa statale è stata stoppata da Tremonti prima e Monti dopo. Quindi in realtà non è di 800 miliardi, ma molto di più: per esempio mancano 80-90 miliardi di debiti della P.A. verso le imprese, e molti miliardi bloccati dal patto di stabilità degli enti locali (che infatti boccheggiano al limite del default). Quindi è impossibile tagliare, perché in realtà si è già tagliato moltissimo.
Quindi ora provo a fare un ragionamento diverso. Teniamo ferma la spesa pubblica di 800 mld (euro o nuove lire) e cerchiamo di cambiare le altre variabili. I numeri importanti dell'Italia sono tre: 800 mld di spesa pubblica, 1600 mld di Pil, 2000 mld di debito pubblico. Non tengo conto dei singoli miliardi in più o in meno, o dei miloni, considero le cifre arrotondate. Benché le piccole frazioni, come riportato prima, siano piuttosto importanti. Ma mi interessa di più il ragionamento generale.
Mantenendo quindi la spesa pubblica ai livelli attuali, quale dovrebbe essere il livello di Pil per permettersi una tassazione dei sogni del 25% massimo? Una tassazione complessiva, che quindi significa molto meno in termini di singole imposte come Irpef, Imu, Iva ecc. perché nel mio sogno il 25% comprende tutto (anche l'accisa sui carburanti per dire...).
Il calcolo è molto semplice:
800 mld : 25% = 3.200 mld
In pratica per permetterci una tassazione del 25% totale è necessario avere un Pil superiore a quello attuale della Germania. Un Pil doppio dell'attuale italiano. E per arrivarci dovremmo avere una crescita mostruosa:
immaginando di arrivarci in 5 anni, è necessario crescere del:
1.600 mld x (crescita)^5 = 3.200 mld
crescita = radice 5° di 3.200/1.600 = 1,15 cioè del 15% all'anno.
Una crescita quasi impossibile. Neanche la Cina ci riesce più.
Una crescita quasi impossibile. Neanche la Cina ci riesce più.
immaginando di arrivarci in 10 anni, è necessario crescere del:
cres. = radice 10° di 3.200/1.600 = 1,07, cioè del 7% all'anno. Probabilmente una crescita possibile, con una tassazione globale non superiore al 25%.
Una crescita impetuosa per un'Italia disabituata a farlo da 20 e più anni. Però potrebbe essere pianificata, con una politica volta a togliere tutti i freni dell'inefficienza dovuti principalmente alla politica. Oltre ad abbassare il livello di tassazione, andrebbe abbassato il livello di burocratizzazione. Solo un'economia lasciata crescere senza eccessivi limiti potrebbe produrre un livello di ricchezza così elevato: un incremento di 112 mld il primo anno, 120 mld il secondo anno, 128 mld il terzo anno ecc.
Le imprese dovrebbero poter nascere e crescere facilmente. Il livello occupazionale e salariale dovrebbe seguire lo stesso ritmo di crescita. Immagino che per ottenere un livello di crescita del genere, si dovrebbe avere un'amministrazione pubblica di tipo svizzero. Delle infrastrutture all'altezza, e soprattutto la possibilità di realizzarle senza incontrare la contrarietà delle popolazioni, e rispettando l'ambiente. Dovrebbero essere incentivate le imprese innovative, sostenendo l'istruzione per formare nuovi ingegneri, nuovi matematici, nuovi fisici, nuovi medici ecc., sostenendo brevetti ed inventori.
Un sogno di crescita in stile anni '60, che in realtà avrebbe anche delle zone d'ombra. Perché in attesa di far raddoppiare il Pil attuale, il debito tornerebbe a crescere impetuoso come negli anni '70 e '80.
Infatti:
(clicca sull'immagine per ingrandire)
Ecco cosa accadrebbe se di colpo la tassazione fosse abbassata dall'attuale 50% circa al 25% (tabella 1) e la spesa dello Stato rimanesse costante.
La crescita è stata calcolata in questo modo:
Del 25% di risorse di Pil liberate dalla tassazione, un 20% tornerebbe tradizionalmente al risparmio, accantonato per i tempi bui. Il restante 80% metà verrebbe speso in prodotti importati e metà ricadrebbe su produzioni nazionali permettendo un incremento del Pil nazionale, dell'occupazione, della produzione.
Quindi: 25% x 80% x 50% = 10%
Come si può vedere dalla tabella bisognerebbe avere coronarie d'acciaio per almeno una decina d'anni, infatti il debito schizzerebbe a valori stratosferici: fino al 159% sul Pil, e tornerebbe sotto al 100% dopo una decina d'anni. In valore assoluto aumenterebbe ben oltre gli attuali 2.000 miliardi di euro, inseguendo l'aumento del Pil. In breve il debito andrebbe a raddoppiarsi.
Chi ci presterebbe tutto questo denaro? Innanzi tutto, con una crescita di livello cinese, ci sarebbe una gara fra gli stranieri a venire in Italia ad investire. Per questo motivo ho considerato che in una situazione di crescita impetuosa, il servizio sul nostro debito dovrebbe costare intorno al 2% (spread di 50 punti!) e forse anche meno. Tale interesse, in modo molto semplificato, non l'ho sommato al debito, in quanto verrebbe probabilmente annullato da un'inflazione di ugual misura, ma anche in questo caso, forse maggiore.
Se invece si scegliesse una strategia più morbida, eliminando per esempio 2 punti di imposizione fiscale ogni anno, si avrebbe:
(clicca sull'immagine per ingrandire)
La crescita in questo caso sarà più contenuta e graduale e dipenderà dalle risorse liberate dalle tasse anno per anno. Per esempio il secondo anno: 4% x 80% x 50% = 1,6%, fino a raggiungere il 10% gradualmente.
In questo caso il debito rimarrebbe maggiormente sotto controllo, raggiungerebbe comunque il rapporto Debito/Pil del 138%, e in valore assoluto oltre i 3.000 miliardi di euro.
In entrambi i casi comunque, le cose potrebbero essere assai migliori ritornando ad avere la sovranità monetaria nazionale. Perché in quel caso, con la stampa di moneta è possibile acquistare il proprio debito e poi, semplicemente annullarlo con un clic del mouse (vedi "Cancellare il debito con il mouse").
"... le proposte non arriverebbero da qualche fantasioso blogger grillino o cospirazionista, ma sarebbero ispirati niente meno che da un funzionario della Consob inglese e dall'FMI."
In pratica il giochino è semplice: si stampa denaro dal nulla per acquistare debito pubblico detenuto da banche o istituti esteri, si incamera tale contabilità nella Banca Centrale (Banca d'Italia), e poi si fa sparire dalla contabilità. Nel frattempo può essere emesso nuovo debito sul mercato e acquisita nuova moneta estera, con cui finanziare le partite correnti ecc. La cancellazione periodica del debito nelle pieghe del bilancio della Banca d'Italia, permetterebbe di mantenere il debito stabile.
Sarebbe ancora più semplice stampare denaro ed immetterlo nell'economia direttamente come presuppone la teoria MMT. In questo caso si sopperirebbe al deficit dello Stato, pagandone direttamente i costi con la stampa di nuova moneta, senza incidere sul debito pubblico.
In ogni caso, un mondo diverso da quello in cui ci siamo cacciati aderendo all'euro, è possibile. Le semplificazioni contenute in questo post sono forse eccessive. Pensare di crescere al 10% per tanti anni è impensabile effettivamente. Anche se considerando che la disoccupazione giovanile è al 50%, le possibilità latenti di una crescita impetuosa ci sono tutte.
Ma oltre alla detassazione massiccia, bisognerebbe mettere in campo anche riforme economiche vere. E non parlo della distruzione del welfare, ma dell'abbattimento deciso della burocrazia. Che significa innanzi tutto ridurre al minimo i centri di potere e controllo. Le varie caste formate da albi, associazioni obbligatorie, liste ecc. dovrebbero sparire. Le autorizzazioni necessarie per qualsiasi attività andrebbero semplificate moltissimo e ridotte di numero. Chiunque volesse aprire un'attività, dovrebbe avere un'autostrada davanti a se e non una continua corsa ad ostacoli. E poi tutto il resto arriverebbe da se: più occupazione, investimenti innovativi e tecnologici ecc.
Sognare non costa nulla, ma intanto qualcuno più bravo di me, dovrebbe cominciare a progettare e pensare un futuro migliore e non solo analizzare le magagne e le tristezze del presente.
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