martedì 14 maggio 2013

Italia senza politica


Le conseguenze della perdita di sovranità nazionale si fanno sentire anche in politica. La politica dovrebbe essere deputata a guidare il paese e prendere delle decisioni. Ma in una nazione che non ha più sovranità economica, la politica non serve più. La politica diventa esecutrice di direttive prese all'estero.

Spiace doverlo dire, ma l'ultimo governo politico italiano è stato quello di Berlusconi chiuso miseramente nel 2011. Un governo costretto alle dimissioni proprio perché voleva ancora prendere decisioni in completa indipendenza da Bruxelles (o quasi). Ha sfidato la Germania sulla politica energetica (il gasdotto southstream), ha fatto finta di aderire all'austerità, ha cercato di rinverdire una politica di piccola potenza coloniale in Libia (Gheddafi a Roma). Per questo è stato definito inaffidabile dagli altri partner europei, perché non si sottometteva al disegno politico che è stato così "splendidamente" poi perseguito da Monti.

Sono tanti i segnali che indicano la totale sudditanza e ininfluenza della politica italiana: non appena nominato primo ministro, Monti si è recato in Germania ad ossequiare la Cancelliera tedesca; prima delle elezioni, in piena campagna elettorale, Bersani volò anch'egli dalla Merkel per confermare che da primo ministro avrebbe continuato a seguire la linea prestabilita; anche Letta, non appena nominato premier, senza attendere nemmeno la fiducia, è volato a Berlino ad incontrare di nuovo la Merkel.

Cosa siamo oggi se non un protettorato tedesco? E cosa servono oggi i partiti se non hanno più alcuna possibilità di intervenire nelle decisioni nazionali? A nulla ovviamente. L'unica loro missione oggi è seguire i dettami provenienti da Berlino, Bruxelles e dalla Bce. Il resto non conta.

Molti ancora oggi si stupiscono del fatto che il Pd non abbia votato per Rodotà alla Presidenza della Repubblica assieme al M5s, preparando la strada ad un governo Pd-M5s. Ma è ovvio che non poteva, che era già previsto un governo con il Pdl per proseguire sulla strada del governo Monti. Sulla strada tracciata in Europa. Lo stesso stanno facendo tutti i governi dei paesi Pigs, benché la logica dice che dovrebbero allearsi e ribellarsi ai voleri della Germania.

In realtà non lo possono fare. Sono tutti ricattabili. E' ricattabile Berlusconi che passa da un processo all'altro. Ma è ricattabile anche il Pd, le cui carte sull'affare Mps vengono tenute in qualche cassetto a garanzia che non "sbagli" strada.

L'unico inconveniente delle ultime elezioni, è stato il popolo, che non si è comportato completamente da "bue". Monti è stato sonoramente sconfitto e il M5s ha scompaginato un po' i piani degli eurocrati, che alla fine però sono riusciti a spingere il Pd in un rapporto contro natura con il Pdl. Era inevitabile e l'avevo predetto. Può persino avvenire che in futuro pezzi moderati del Pd andranno a fondersi o allearsi permanentemente col Pdl.

Per questo oggi la politica italiana è inesistente. Il Pdl è vivo, ma portato dove vuole Berlusconi. Se questi è ricattato, il Pdl diventa un fedele sostenitore di Monti prima e di Letta dopo. Di Berlusconi l'Europa non si fida molto, ma dopo la capitolazione del 2011, non gli ha più dato grandi problemi.

Il Pd è diventato un insieme di potentati, dove quelli che controllano i fondi e le tessere conducono il partito dove vogliono. Se la loro volontà è quella di un'alleanza con il Pdl, così si farà. Malgrado alcune frange recalcitranti come Civati, Puppato ed altri giovini turchi. Ora il Pd viene messo in parcheggio nelle mani del traghettatore Epifani fino a ottobre. Guarda caso dopo le elezioni tedesche, in modo che il dissenso venga sopito il più possibile.

L'importante è che il governo Letta non venga disturbato troppo. Quindi i due maggiori sostenitori Pdl e Pd devono votare compatti in Parlamento, evitando di creargli problemi con propri dibattiti interni. Ce lo chiede l'Europa...

Il M5s è l'unico partito non invischiato in qualcosa che possa renderlo ricattabile dall'establishment europeo. Ma purtroppo ha alcuni difetti che ne limitano la portata. E' composto da personale politico inesperto, ha una forza politica rilevante ma non sufficiente per modificare la situazione ed è stato di fatto isolato, è annoverato fra i partiti antieuropei ma non si percepiscono al momento delle proposte politiche in tal senso. Pare anzi che Casaleggio abbia proibito ai cinquestelle di cimentarsi in problemi macroeconomici.

Stando così la situazione è molto difficile che dalla politica italiana giunga qualche idea che non sia già preconfezionata a Berlino o Bruxelles. E' abbastanza inutile aspettarsi qualcosa soprattutto dalle forze politiche più vecchie e diciamo facenti parte dell'arco costituzionale.

Per questo consiglio ai giovani di OccupyPd o di diventare grillini o di aderire/fondare altri movimenti. Nel Pd come nel Pdl non c'è speranza di ottenere risposte alle esigenze popolari e nazionali. Hanno orecchie solo per ciò che ci chiede l'Europa. Addirittura Letta vorrebbe morire per Maastricht.

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