Si avrebbero maggiori vantaggi climatici se la Terra fosse piatta come si credeva nel medioevo. Invece essendo rotonda, anzi sferica, un battito d'ali di farfalla a Tokyo può generare un uragano in Luisiana. O piogge torrenziali in nord Italia.
Quindi se in in questi giorni piove continuamente su parte della penisola, le cause non sono localizzate, ma dipendono da fattori climatici che nascono molto lontano. Probabilmente addirittura nel Pacifico.
Questo post nasce dalla lettura dell'interessante post "Ma piove piove..." di C. Bertani. In effetti la situazione descritta dall'autore mi era già nota: la Corrente del Golfo si sta attenuando di anno in anno. E la causa principale è lo scioglimento progressivo dei ghiacci artici. Questo scioglimento provoca un raffreddamento dell'Oceano Atlantico settentrionale.
"Piove governo ladro, piove sempre. Da mesi, settimane, giorni: al Nord è acqua a catinelle un giorno sì e l’altro anche ... Il dato nuovo, che sta sconvolgendo il clima europeo, è la Corrente del Golfo che ha mutato intensità e direzione:
...
Come tutti sanno, lo scioglimento dei ghiacci polari comporta l’espandersi verso Sud d’acqua relativamente dolce e fredda, che incontra l’acqua, calda e salata, che sale dal Golfo del Messico, e questo incontro avviene sempre più a Sud, perché – nella stagione calda – nell’Artico le temperature sono alte (nessuno sa il perché proprio lì) ed il ghiaccio si scioglie."
(carlobertani.blogspot.it)
(andamento ghiacci marini artici)
La fenomenologia che interessa la Corrente del Golfo ha a che fare con temperatura e salinità dell'acqua:
"L’acqua calda che parte dal golfo del Messico essendo più leggera si posiziona in superficie, cedendo il suo calore all’aria e alle circostanti terre emerse, per poi appesantirsi raffreddandosi e tornando quindi indietro in profondità, non raffreddando quindi l’aria e le terre emerse circostanti. Cosa sta’ succedendo ora: LA CORRENTE DEL GOLFO HA RALLENTATO LA SUA CORSA.
La causa e’ la differenza di salinità nelle acque atlantiche.
Lo scioglimento eccessivo dei ghiacci artici degli ultimi anni, ha provocato una maggiore immissione di acqua dolce, acqua che a sua volta essendo dolce e più leggera sovrasta quella più pesante e salata della CDG senza mescolarsi. Questo processo inabissa le acque miti della CDG, impedendole di fatto di raggiungere le coste europee. Ed e’ proprio ciò che sta accadendo da 2 anni a questa parte."
(daltonsminima.altervista.org)
Non solo la Corrente del Golfo non arriva più dove dovrebbe, o meglio dove noi ci aspettiamo che arrivi, ma va ad impattare anche in luoghi dove amplifica l'effetto negativo sui ghiacci artici:
"Una scienziata italiana in Groenlandia dice che…
...
“…I ricercatori, guidati da Fiammetta hanno scoperto che i cambiamenti nelle correnti oceaniche del Nord Atlantico portano acqua subtropicale, molto piú calda, sempre più a nord. Acqua calda con circa quattro gradi Celsius è stato trovata durante le loro ricerche. Questa acqua calda combinata con una sua rapida propagazione, ha consentito lo scioglimento di masse dei ghiacciai della Groenlandia…”"
(daltonsminima.altervista.org)
In pratica si sta spostando più a nord-ovest: invece di andare verso Africa ed Europa, va ad influenzare il clima della Groenlandia. Questa deviazione e debolezza causa un cambiamento climatico che interessa molte regioni atlantiche:
"In Europa le temperature, a Maggio, sono glaciali: sulle isole britanniche si registrano (Scozia, Irlanda) temperature poco sopra lo zero, mentre in Scandinavia nevica. A Maggio inoltrato.
Mi fido poco della meteorologia ufficiale: per fortuna ho qualche fonte personale, le quali mi raccontano che a Boston, la mattina, sono pressoché a zero, per poi andare avanti in un tourbillon di temperature, da 25° a 12°, a zero nell’arco della giornata. Nella Francia centrale ci sono ancora oggi minime di 3° che impediscono le comuni semine mentre in Svizzera nevica sopra i 1500 metri.
Non mi sembra affatto una situazione normale poiché annate “eccezionali” ci sono sempre, mentre qui è da almeno un quinquennio che la situazione è mutata: siamo andati avanti quasi senza neve per un decennio (2000-2010) a circa 45° di latitudine Nord, mentre oggi – nelle stesse zone – ho notato che non è stato possibile seminare gli orti. Troppa acqua, troppo freddo, poco tempo fra una perturbazione e l’altra."
(carlobertani.blogspot.it)
Ma perché il ghiaccio dell'Artico si sta sciogliendo e causando questo pandemonio? Qual'è la causa di questo enorme cambiamento climatico che riguarda una porzione di superficie terrestre rilevantissimo? La risposta che arriva dai media main stream è sempre la stessa: l'aumento di emissioni di inquinanti nell'atmosfera, ed in particolare dell'anidride carbonica (CO2). Ed in effetti questo gas è passato negli anni da una concentrazione più bassa ad una più alta:
"La concentrazione di CO2 nell'aria è aumentata dalla concentrazione di circa 280 ppmv in epoca pre-industriale sino alle attuali 367 ppmv (ppmv= parti per milione in volume) ..."
(www.theglobalcountdown.org)
Ma se valutiamo in percentuale tale variazione, vuol dire che la CO2 nell'aria che respiriamo è passata dallo 0,028% allo 0,037%. Sinceramente queste accuse alla CO2 mi lasciano molto perplesso: primo perché non è detto che sia un male: l'anidride carbonica è il cibo dei vegetali che la trasformano in massa biologica; secondo perché penso che con valori così bassi sia difficile quantificare il peso della CO2 sull'effetto serra, che tra l'altro non è mai stato calcolato in maniera precisa.
E poi ci sono altre cose che non quadrano. Se l'anidride carbonica causa l'effetto serra, che causa lo scioglimento dell'Artico, perché nell'Antartico avviene l'effetto opposto, cioè l'aumento di ghiacci? Si dirà: è solo una questione di correnti. Qualcuno ha detto che l'effetto serra aumenta l'evaporazione e provoca maggiori nevicate in Antartide.
Già, ma se è una questione di correnti umide non sarà che forse sono queste la causa prima di certi mutamenti climatici? Potrebbero esistere delle mega ciclicità climatiche che determinano cambiamenti di vaste proporzioni non documentate storicamente. Del resto il clima terrestre è sempre cambiato nel corso dei millenni, mentre nel corso dei secoli non abbiamo dati certi di questi cambiamenti ma comunque tanti indizi (vedi "Riscaldamento globale: arsura vichinga ")
"... abbiamo visto che le sonde russe ed americane , poste presso lo stretto di Bering, hanno rilevato, nell’arco delle ultime stagioni estive, un anomalo incremento dei flussi d’acqua calda di provenienza pacifica entranti nel polo. Ci siamo quindi lasciati con un importante interrogativo:
quale fenomeno può aver indotto uno stravolgimento così importante... ?
Ebbene la risposta a tale quesito è molto semplice: negli ultimi dieci anni si è verificato un mutamento radicale della circolazione atmosferica nell’ambito del circolo polare artico (e non solo). Nello specifico, a partire proprio dal 2001, ha iniziato a prendere piede e a divenire sempre più frequente un particolare pattern atmosferico, fino ad allora molto raro: si tratta del pattern DA+ (“positive arctic dipole”). Tale fenomeno, come vedremo, è strettamente correlato (attraverso un preciso rapporto di causa-effetto), con l’anomalo incremento dei flussi d’acqua calda entranti nel polo attraverso Bering.
...
Il pattern DA+ è lo schema circolatorio in assoluto più efficace nel favorire lo sviluppo di intensi scambi termici meridiani tra polo e medie latitudini. La sua principale caratteristica, da cui deriva anche il nome, è la sua forma dipolare. A tal proposito, mentre l’AO (Artic Oscillation nda) pattern è contraddistinto da un unico centro anulare che copre l’intero artico , il DA pattern è formato da due centri d’azione, di cui uno ciclonico ed uno anticiclonico:
"La concentrazione di CO2 nell'aria è aumentata dalla concentrazione di circa 280 ppmv in epoca pre-industriale sino alle attuali 367 ppmv (ppmv= parti per milione in volume) ..."
(www.theglobalcountdown.org)
Ma se valutiamo in percentuale tale variazione, vuol dire che la CO2 nell'aria che respiriamo è passata dallo 0,028% allo 0,037%. Sinceramente queste accuse alla CO2 mi lasciano molto perplesso: primo perché non è detto che sia un male: l'anidride carbonica è il cibo dei vegetali che la trasformano in massa biologica; secondo perché penso che con valori così bassi sia difficile quantificare il peso della CO2 sull'effetto serra, che tra l'altro non è mai stato calcolato in maniera precisa.
E poi ci sono altre cose che non quadrano. Se l'anidride carbonica causa l'effetto serra, che causa lo scioglimento dell'Artico, perché nell'Antartico avviene l'effetto opposto, cioè l'aumento di ghiacci? Si dirà: è solo una questione di correnti. Qualcuno ha detto che l'effetto serra aumenta l'evaporazione e provoca maggiori nevicate in Antartide.
Già, ma se è una questione di correnti umide non sarà che forse sono queste la causa prima di certi mutamenti climatici? Potrebbero esistere delle mega ciclicità climatiche che determinano cambiamenti di vaste proporzioni non documentate storicamente. Del resto il clima terrestre è sempre cambiato nel corso dei millenni, mentre nel corso dei secoli non abbiamo dati certi di questi cambiamenti ma comunque tanti indizi (vedi "Riscaldamento globale: arsura vichinga ")
Allora è possibile che esista una motivazione climatica naturale che causa lo scioglimento dei ghiacci artici. Il seguente fattore climatico potrebbe essere uno di quelli determinanti:
"... abbiamo visto che le sonde russe ed americane , poste presso lo stretto di Bering, hanno rilevato, nell’arco delle ultime stagioni estive, un anomalo incremento dei flussi d’acqua calda di provenienza pacifica entranti nel polo. Ci siamo quindi lasciati con un importante interrogativo:
quale fenomeno può aver indotto uno stravolgimento così importante... ?
Ebbene la risposta a tale quesito è molto semplice: negli ultimi dieci anni si è verificato un mutamento radicale della circolazione atmosferica nell’ambito del circolo polare artico (e non solo). Nello specifico, a partire proprio dal 2001, ha iniziato a prendere piede e a divenire sempre più frequente un particolare pattern atmosferico, fino ad allora molto raro: si tratta del pattern DA+ (“positive arctic dipole”). Tale fenomeno, come vedremo, è strettamente correlato (attraverso un preciso rapporto di causa-effetto), con l’anomalo incremento dei flussi d’acqua calda entranti nel polo attraverso Bering.
...
Il pattern DA+ è lo schema circolatorio in assoluto più efficace nel favorire lo sviluppo di intensi scambi termici meridiani tra polo e medie latitudini. La sua principale caratteristica, da cui deriva anche il nome, è la sua forma dipolare. A tal proposito, mentre l’AO (Artic Oscillation nda) pattern è contraddistinto da un unico centro anulare che copre l’intero artico , il DA pattern è formato da due centri d’azione, di cui uno ciclonico ed uno anticiclonico:
...
... il Pattern DA+ estivo è caratterizzato dalla presenza di SLP positive (alta pressione) sull’Islanda, Groenlandia ed arcipelago Canadese, ed SLP negative (bassa pressione) sulle zone del Mar di Kara. ... tra le due aree si sviluppano anomali venti meridionali la cui direttrice è quasi parallela allo stretto di Bering.
Nelle immagini che seguono viene schematicamente illustrata l’anomala ventilazione indotta dal pattern DA+
Le conseguenze dirette di questo tipo di circolazione sono facilmente prevedibili:
1) gli intensi venti meridionali di provenienza pacifica tendono ad erodere la banchisa artica a partire dai settori più occidentali (Mar di Chukchi), favorendo un incremento della velocità di assottigliamento dei ghiacci (tale aumento è addirittura pari a 0.5 m/mese). In generale dunque, i venti meridionali tendono ad eliminare il ghiaccio marino dal bacino artico, mentre una maggiore quantità di ghiaccio è spinta verso i settori atlantici (attraverso lo stretto di Fram);
2) i venti anomali, la cui direttrice è quasi parallela allo stretto dei Bering, spirando da sud verso nord, trasportano maggiori flussi di acqua calda pacifica attraverso lo stretto stesso. Ciò spiga l’anomalo incremento dei flussi di acqua calda entranti nel polo rilevato dalle sonde americane e russe. Tale fattore accelera ulteriormente il drastico assottigliamento dei ghiacci marini."
(daltonsminima.altervista.org)
Riassumendo, il Mar Glaciale Artico ha un "buco". Cioè lo stretto di Bering e da li stanno arrivando correnti oceaniche insolitamente calde.
Del resto non mi stupisce questo cambiamento climatico proveniente dall'Oceano Pacifico. In una mini indagine climatica (senza alcuna valenza scientifica) pubblicata su questo blog, tra i risultati sorprendenti era venuto fuori questo:
Ciclicità di 60 anni presente nella PDO (Pacific Decadal Oscillation nda).
“…..La figura seguente è stata ripresa da uno studio del NOAA, sull’impatto della variabilità PDO sull’ecosistema in California e mostra un ciclo di circa 60 anni della PDO e i corrispondenti regimi di temperatura dell’Oceano del nord Pacifico ……”
Ciclo di 60 anni della circolazione termolina THC
“….William Gray esperto di uragani e professore di Scienze dell’Atmosfera presso la Colorado State University ha pubblicato la figura seguente: http://www.appinsys.com/GlobalWarming/SixtyYearCycle_files/image012.jpg Figura che mostra un ciclo di 60 anni nella circolazione termoalina del Nord Atlantico …..”
"... diminuzioni delle temperature,oltre ad essere meno evidenti, sono distribuite in zone particolari: la costa pacifica delle americhe, il Sudafrica e il sud dell'Australia. L'artico pare proprio la parte del globo ad aver subito i maggiori effetti dal global warming, l'antartico appare invece meno colpito da questo fenomeno..."
(Riscaldamento globale: mini indagine (7))
Lungo la costa pacifica delle Americhe c'è stata nel tempo una diminuzione delle temperature. Come se le correnti marine calde fossero state deviate altrove.
Ma perché allora le correnti nell'Oceano Pacifico sono cambiate? Non ho risposte al riguardo, come è difficile capire perché cambiano le correnti marine del Nino (ENSO - El Niño Southern Oscillation) e della Nina che interessano Pacifico e Atlantico.
(Riscaldamento globale: mini indagine (7))
Lungo la costa pacifica delle Americhe c'è stata nel tempo una diminuzione delle temperature. Come se le correnti marine calde fossero state deviate altrove.
Ma perché allora le correnti nell'Oceano Pacifico sono cambiate? Non ho risposte al riguardo, come è difficile capire perché cambiano le correnti marine del Nino (ENSO - El Niño Southern Oscillation) e della Nina che interessano Pacifico e Atlantico.
Non vorrei sembrare fatalista o superficiale, ma osservando l'andamento climatico della Terra nel tempo, è evidente che ci sono stati dei cambiamenti continui: dalle ere glaciali alle ere torride e viceversa. E sono avvenuti in assenza di emissioni industriali e con concentrazioni di anidride carbonica le più varie.
Potrebbe esserci qualche causa umana in questi cambiamenti recenti, ma penso che ci stiamo sopravvalutando troppo rispetto alla grandezza delle forze naturali.
E' possibile che esistano dei cicli pluriennali naturali in cui il clima subisce dei mutamenti molto rilevanti, al di la delle normali quattro stagioni. Uno di questi è il ciclo di 60 anni:
"Ciclicità di 60 anni presente nell’AMO (Atlantic Multidecadal Oscillation nda).
“……La natura e l’origine del AMO è incerta, e rimane sconosciuta se rappresenta un fattore persistente periodico nel sistema climatico, o semplicemente una funzione transitoria. Qui, si mostrano che distinte oscillazioni di circa 55 - 70 anni caratterizzano la variabilità del Nord Atlantico del sistema oceano-atmosfera, nel corso degli ultimi 8000 anni….”
"Ciclicità di 60 anni presente nell’AMO (Atlantic Multidecadal Oscillation nda).
“……La natura e l’origine del AMO è incerta, e rimane sconosciuta se rappresenta un fattore persistente periodico nel sistema climatico, o semplicemente una funzione transitoria. Qui, si mostrano che distinte oscillazioni di circa 55 - 70 anni caratterizzano la variabilità del Nord Atlantico del sistema oceano-atmosfera, nel corso degli ultimi 8000 anni….”
Ciclicità di 60 anni presente nella PDO (Pacific Decadal Oscillation nda).
“…..La figura seguente è stata ripresa da uno studio del NOAA, sull’impatto della variabilità PDO sull’ecosistema in California e mostra un ciclo di circa 60 anni della PDO e i corrispondenti regimi di temperatura dell’Oceano del nord Pacifico ……”
“….William Gray esperto di uragani e professore di Scienze dell’Atmosfera presso la Colorado State University ha pubblicato la figura seguente: http://www.appinsys.com/GlobalWarming/SixtyYearCycle_files/image012.jpg Figura che mostra un ciclo di 60 anni nella circolazione termoalina del Nord Atlantico …..”
Non possiamo avere la supponenza di pensare che l'universo rimanga uguale ed eternamente stabile attorno a noi. Come al solito soffriamo di egoismo antropico, e crediamo che la Terra ci sia stata "donata" così com'è ieri per oggi e per l'eternità. Ma la Terra come tutto il resto dell'universo è frutto dell'evoluzione, quindi è destinata a cambiare continuamente e se ne frega dei nostri bisogni, della nostra salute messa a dura prova e dei nostri investimenti distrutti dal maltempo.
Secondo studi non del tutto riconosciuti ci sarebbe una concatenazione tra orbite planetarie, sole e clima terrestre. Non sto parlando di astrologia, sia ben chiaro. Ma è un fatto per esempio che i cicli solari di 11 anni, siano così simili al periodo orbitale di Giove (anno gioviano) che è di circa 11 anni terrestri. Giove è un pianeta molto grande che orbitando attorno al Sole può provocare minime oscillazioni del centro di massa del sistema solare e del Sole. La cosa è ancora dibattuta e sono in pochi a collegare cicli solari con orbita gioviana, ma un qualche nesso potrebbe esserci.
E così valutando le orbite planetarie, si potrebbero avere delle periodicità interessanti prima sull'attività solare e poi per conseguenza, dei riflessi sul clima terrestre.
Per esempio la congiunzione Giove-Venere (cioè l'allineamento dei due pianeti su una linea ideale che parte dal Sole) avviene:
"Venere-Giove
18 cicli sinodici Venere-Giove sono pari a 0,6488 x 18 =11,679 anni.
18 orbite sinodiche Venere-Giove sono pari a 11,679
1 Orbita di Giove è pari a 11,8617 anni."
(daltonsminima.altervista.org)
Venere dal punto di vista delle masse in gioco è più importante della Terra. Ha una massa leggermente inferiore a quella terrestre, ma orbita più vicina al Sole e quindi, per la legge della gravitazione la sua influenza gravitazionale sul Sole è maggiore di quella terrestre (in proporzione fra le masse e inversamente proporzionale con la distanza). Ripeto che si tratta di influenze gravitazionali molto piccole, ma non andrebbe scartata a priori l'idea.
La congiunzione fra i due pianeti più grandi, Giove e Saturno, offre un altro spunto:
Che potrebbero spiegare perché sulla Terra ci siano cicli climatici di 60 anni. La disposizione dei pianeti, ci rimanda a periodi in cui astrologi, sciamani e stregoni erano i detentori delle uniche scienze esistenti. La cosa potrebbe parere poco ortodossa, anche perché le forze gravitazionali in campo sono molto piccole. Ma non va dimenticato che la Luna causa le maree sulla Terra. Giove non potrebbe causare delle interferenze nelle reazioni nucleari del Sole?
In verità non so spiegarmi i cambiamenti climatici, ma mi pare che cercarne la causa in un generico Global Warming ad opera antropica sia troppo semplicistico e non tiene conto dei mostruosi cambiamenti climatici avvenuti quando l'uomo al massimo accendeva il fuoco per scaldarsi e cacciare i lupi di notte. Nessuno ad oggi ha ancora individuato le cause delle ere glaciali per esempio.
Quindi, se oggi appare prematuro consultare l'oroscopo prima di decidere se prendere o meno l'ombrello, non è detto che in futuro qualcosa di simile possa avvenire. Per oggi possiamo comunque limitarci a studiare con i dati disponibili eventuali cicli climatici pluriennali. E smetterla di stupirci se il clima oggi è diverso rispetto a quando i nostri nonni erano giovani: del resto cicli climatici di decine di anni abbracciano intere esistenze. Un uomo potrebbe vivere interamente la sua vita in un certo ciclo/clima e suo figlio o suo nipote in un un'altro del tutto diverso.
Quindi, se oggi appare prematuro consultare l'oroscopo prima di decidere se prendere o meno l'ombrello, non è detto che in futuro qualcosa di simile possa avvenire. Per oggi possiamo comunque limitarci a studiare con i dati disponibili eventuali cicli climatici pluriennali. E smetterla di stupirci se il clima oggi è diverso rispetto a quando i nostri nonni erano giovani: del resto cicli climatici di decine di anni abbracciano intere esistenze. Un uomo potrebbe vivere interamente la sua vita in un certo ciclo/clima e suo figlio o suo nipote in un un'altro del tutto diverso.
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