Ieri si sono incontrati a Istambul, l'Iran e le potenze occidentali nucleari per trattare sul futuro sviluppo dell'energia nucleare iraniana.
"Iran and world powers are meeting in Turkey in a bid to reach a breakthrough on the country's controversial nuclear programme.
Saturday's talks in Istanbul bring Iranian negotiators back to the table with those from the five permanent members of the UN Security Council - United States, Russia, China, Britain, France - and Germany, collectively known as the P5+1."
( Riferimento - Aljazeera )Praticamente si decideva se iniziare o meno una nuova guerra in Medio Oriente. Pare che gli Israeliani abbiano già acceso i motori dei bombardieri e aspettino un pretesto qualsiasi per farli partire. Mentre l'amministrazione Obama, coinvolta nella campagna elettorale presidenziale, non è molto interessata a entrare in un conflitto con molte più ombre che luci. L'Iran non è come l'Iraq, e nemmeno come l'Afganistan. E' dotato di una certa capacità tecnico-scientifica che lo rende un avversario imprevedibile. Le armi di Saddam erano note essendo made in Usa.
"... il presidente Barack Obama ha firmato il 16 marzo 2012 un nuovo Ordine esecutivo per la Preparazione anti Disastri emesso da Harry Truman nel 1950. Grazie a questo nuovo strumento legale il presidente Obama è autorizzato ad assumere il controllo assoluto di tutte le risorse degli Stati Uniti in tempi di guerra o emergenza nazionale.
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la sorprendente decisione del presidente Obama apre molti seri interrogativi dato che conferma il vigore della scalata bellicista installata a Washington. Secondo ció che si informa nel citato articolo di Examiner.com la decisione sarebbe stata precipitata dalla certezza che i piani israeliani per attaccare l’Iran sarebbero entrati in una fase di conto alla rovescia che Washington si è dimostrato incapace di arrestare. Il killer di Gerusalemme non ubbidisce più agli ordini dei suoi padroni e finanziatori e Washington si prepara, paradossalmente trascinato da una delle sue pedine, a partecipare a una guerra che incendierà il Medio oriente. Per questo Obama ha deciso di rafforzare straordinariamente i poteri presidenziali e adottare le precauzioni per far si che, quando la situazione lo richieda, la macchina economica degli Stati Uniti sia messa al servizio della nuova, e più grave, avventura militare. "
( Riferimento - Come don Chisciotte)Gli Usa hanno sicuramente ragione ad evitare un conflitto in queste circostanze, poichè la situazione economica americana, e mondiale, non consente salti nel buoi. Un conflitto in medio oriente di tali proporzioni provocherebbe una crisi economica mondiale, coinvolgente anche le economie forti come quella cinese ed indiana. Malgrado ciò si preparano ugualmente all'evenienza: o non si fidano molto dell'alleato Israele, o pensano di intraprendere le operazioni militari dopo l'elezione del nuovo presidente.
"Israele tuttavia non si fida e continua a minacciare un bombardamento. Purtroppo non è una decisione che può essere lasciata ad uno stato solo, viste le grandi ripercussioni su scala mondiale: l'Iran risponderebbe con forza, gli Stati Uniti dovrebbe venire in soccorso di Israele, si innescherebbe una guerra regionale di settimane se non di mesi, il prezzo del petrolio schizzerebbe a 200 dollari al barile cosicchè l'energia mondiale - già in crisi - collasserebbe."
(Riferimento - Linkiesta)Come si vede dall'immagine soprastante, India e Cina assorbono circa il 35% del greggio prodotto in Iran. Forse anche di più visto che molti paesi occidentali (fra cui l'Italia) partecipano al blocco delle importazioni deciso con le sanzioni contro l'Iran, proprio a causa del suo programma nucleare. La perdita di questo approvvigionamento potrebbe minare l'economia in crescita dei due paesi del Bric e causare un crisi planetaria molto pesante. E' sufficiente constatare cosa è successo alle borse venerdì, solo perchè è stata diramata la notizia che il Pil cinese cresce "solamente" dell'8%...
Una guerra così devastante, in un periodo di crisi economica come questo non potrà che generare inflazione, recessione, stagnazione. In Europa, se non si esce dalla follia della politica austerica, ci saranno default a catena (Italia compresa) oppure l'esplosione dell'Ue e il ritorno alle monete ed economie nazionali.
Le crisi energetiche possono essere generate da modeste contrazioni. Per esempio la crisi degli anni '70 fu causata da una diminuzione della produzione di petrolio, voluta dai produttori stessi, inferiore al 5% a livello mondiale. Probabilmente in questi casi si innescano meccanismi psicologici e speculativi che tendono ad aggravare ulteriormente la situazione economica.
Quindi americani ed europei, a differenza degli israeliani, ci vanno con i "piedi di piombo". Ecco perchè il summit di Istambul pur non avendo prodotto grandi risultati, pare una tappa di distensione nel cammino della trattativa con l'Iran.
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L'ultimo round di colloqui tra Iran e potenze mondiali sul programma nucleare di Teheran sono stati descritti come "completamente diversi" dagli incontri precedenti, senza pre-condizioni stabilite dalla delegazione iraniana. Un diplomatico, che ha parlato sabato per il primo incontro tra Teheran , della Germania e i cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell'ONU in più di 24 mesi, ha detto che Saeed Jalili, il capo delegazione iraniano, si è allontanato delle condizioni che aveva stabiliti nel corso dell'ultima riunione all'inizio del 2011. "Egli [Jalili] sembra sia venuto con l'obiettivo di entrare in un processo che è un processo serio, che è ciò su cui vogliamo parlare ", ha detto l'inviato, che ha parlato in condizione di anonimato. "Direi che è stato il lavoro di una mattinata utile."
Ha poi aggiunto: "Non solo le atmosfere e l'atmosfera è completamente diversa da quelle in precedenza, ma soprattutto egli [Jalili] non viene con le stesse premesse e quelli che noi consideriamo gli ostacoli che abbiamo visto in precedenza." Un altro diplomatico, che ha anche chiesto l'anonimato, ha descritto l'atmosfera come "positiva".
"Direi che c'era un clima molto costruttivo rispetto all'ultima volta ... in generale un'atmosfera positiva'', ha detto." sembra essere il principio per futuri negoziati.''
(traduzione googlese ndr)"
Insomma l'inizio delle operazioni belliche è stato rimandato a data da destinarsi. Un incontro di poche ore che non permette di mettere una parola definitiva, nè per la sicurezza di Israele e nemmeno sulle reali intenzioni dell'Iran. I più insoddisfatti saranno sicuramente gli israeliani, che vedono il loro più importante alleato, gli Usa, tergiversare e dare la precedenza alle esigenze di politica interna. Del resto sarebbe assurdo e pericoloso buttarsi in una guerra in un periodo, oltre che elettorale negli Usa, anche di crisi prolungata. La ripresa Usa sembra in effetti più mediatica che reale, più legata alla campagna elettorale di Obama che supportato da dati economici veramente positivi. E gli europei non possono che appoggiare questa linea politica, visto che in Libia, Obama iniziate le danze ha abbandonato operazioni militari e alleati al loro destino (scaricando su di noi tutte le spese belliche del caso).
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