Governo e maggioranza avvertono il pericolo avvicinarsi, e tecnici e parlamentari vanno in fibrillazione. Ha cominciato il ministro Fornero:
Fornero e la riforma: se non passa andiamo a casa
"Gli esodati? Creati dalle imprese". Ira di Confindustria
"«SU UNAcosa il governo è deciso: se la riforma del lavoro non dovesse passare, andrà a casa»: quella di Elsa Fornero è una promessa e una minaccia che le opposizioni (Idv e Lega) però accolgono con speranza."
e poi non ha dimenticato di lanciare un ramoscello d'ulivo verso la Confindustria... con tutto il resto del tronco appresso:
"FORNERO non ha mancato di accusare le imprese di essere responsabili della creazione degli esodati, espulsi dal lavoro e messi a carico del sistema pensionistico e della collettività. Parole dure, cui la Confindustria ha replicato seccamente a conferma del clima gelido che esiste ormai tra le due parti: «Sono espressioni che destano sorpresa e sgomento. Non si possono mettere in discussione gli accordi che le imprese e i sindacati hanno sottoscritto»."
Ieri poi, Mago Monti ha avvertito che sta caricando la bacchetta magica con un imminente intervento pro-crescita. Che il corrierone on line al mattino titolava come un evento di importanza straordinaria, ma verso sera era già ridimensionato a:
Agevolazioni ridotte e nuovo Catasto
Ecco la delega fiscale
"Settimana decisiva per la definizione di alcune partite economiche tra cui la delega fiscale e il dossier sulla crescita mentre vacilla la tenuta della maggioranza sul fronte dell'Imu a rate e della riforma del mercato del lavoro.
...
Slitta invece a un altro consiglio dei ministri programmato per mercoledì il varo del Documento di economica e finanza (Def) con probabile revisione al ribasso delle stime sull'andamento negativo del Pil. Ma il presidente del Consiglio Mario Monti, già domani, potrebbe anche varare l'atteso fondo «taglia tasse» nel quale dovrebbero confluire le maggiori entrate fiscali dalla lotta all'evasione. Lo scopo è quello economico di alleggerire la pressione fiscale ma anche politico per presentarsi al vertice di maggioranza di martedì con un menù appetibile in grado di accontentare le richieste dei partiti."
In mattinata di ieri il corriere dava anche notizia del pagamento del 20% dei debiti dello Stato verso le aziende fornitrici (perchè 20%?) e lo sblocco presso il Cipe di alcune opere pubbliche fondamentali (cose già sentite da Tremonti e Berlusconi), ma poi le notizie sono scomparse.
E' comunque evidente che il governo Monti avverte la pressione dell'opinione pubblica, anche se non insegue l'elettorato, e di un fallimento imminente dell'azione di governo con tutti gli indici economici in negativo, e ora anche lo spread ballerino. Le analisi di borsa sembrano essere ancora negative:
"Dal punto di vista dell'analisi tecnica, parlando del nostro Fib, registriamo la rottura delle trendline bassa del canale rialzista di medio, oramai violato, con pericolo concreto di rompere anche il supporto dei 14000 punti per dirigersi verso i minimi di settembre 2011 in area 13000."
Se ci saranno ulteriori ribassi, specie internazionali, ci saranno facilmente ripercussioni sullo spread.
Invece, in chi l'elettorato lo deve seguire, cioè i partiti politici, cominciano a insinuarsi molti dubbi. Due protagonisti di sinistra, cominciano ad alzare gli scudi difensivi: Bersani e Vendola.
Il Pdl invece ha fatto sentire flebilmente la sua esistenza rivendicando modifiche alla normativa sul lavoro, in direzione delle richieste della Marcegaglia. Ma nulla di eclatante.
Bersani e il Pd, sono sostenitori del governo Monti e quindi subiscono la maggiore contestazione della loro area di elettorato, sicuramente non soddisfatta dell'azione di un governo che sembra sempre più conservatore. Probabilmente è vero che Monti ha un largo sostegno degli italiani (anche se in rapido calo) ma a quanto pare i partiti che lo sostengono, non solo non ne beneficiano, ma perdono costantemente appeal.
Quindi Bersani comincia a temere l'ascesa del nuovo movimento dei grillini, senza nominarlo, ma definendolo genericamente "antipolitica". Il suo timore potrebbe essere fondato:
Il vento dell'antipolitica terrorizza Bersani & Co: "Grillo? È uno stregone"
"C'è un precedente. Un precedente che i Democratici, di certo, tengono bene a mente. Sono le elezioni regionali in Piemonte. Una manciata di voti andati ai grillini e non al governatore uscente Mercedes Bresso ha portato alla vittoria il candidato del centrodestra Roberto Cota. Il fatto che il movimento di Grillo continui a crescere e a fare proseliti sembra incupire il segretario democratico. È come se Bersani temesse il "mostro" che ha contribuito a creare perché, se Grillo va a rosicchiare voti, lo fa sicuramente nell'elettorato di sinistra. "Penso che c’è bisogno, in maniera vitale, dei partiti politici, non si può indulgere nell’antipolitica", ha detto il ministro per l'Integrazione Andrea Riccardi intervenendo al convegno dell’Area Dem a Cortona. Il problema è che è stato proprio il centrosinistra a contribuire a creare una disaffezione nei confronti della politica e dell'istituzione: gli attacchi di Antonio Di Pietro alla presidenza del Consiglio, i "giochetti" in parlamento del Pd per far cadere il governo Berlusconi, l'appoggio (più o meno aperto) agli indignados e ai No Tav, e così via"
Più libero nelle sue valutazioni è Vendola, non essendo vincolato da obblighi di governo. Anche se in parte zavorrato dalle inchieste sulla sanità pugliese:
"VENDOLA - «Beppe Grillo è un fenomeno di populismo che non ha le caratteristiche per offrire una prospettiva al nostro paese. Considero il populismo un nemico. Quando sono crollati la democrazia e i partiti negli anni '30, il populismo ha fatto nascere un'avventura drammatica. I regimi reazionari sono stati alimentati dalle culture populistiche. Il nostro problema è ricostruire la democrazia, la credibilità delle forme organizzate per fare politica». Anche il presidente di Sel, Nichi Vendola, commenta a Sky TG24 il fenomeno Grillo. «Ci sono delle involuzioni nel discorso pubblico di Grillo che colgo con preoccupazione, alcune battute che sembrano in stile leghista, una mescolanza di argomenti - ha osservato Vendola - di estrema sinistra ed estrema destra e questo me lo rende un fenomeno tutt'ora da decifrare e guardare con attenzione ma è un fenomeno inquietante. Oggi la malattia della cattiva politica si cura con la partecipazione, con la cultura e con la democrazia». "
I timori di Vendola sono anche condivisibili, se non si considerasse che le maggiori responsabilità di ciò che accade oggi nella politica italiana, ricadono sulle forze parlamentari, di cui il governatore pugliese ha fatto parte.
In questa situazione B. Grillo è l'unico che può davvero ridere e gongolare.
"Il Liquidatore Finale è sempre più vivo mentre i Gemelli del Debito Pubblico sono sempre più morti. Non hanno alternative, devono appoggiare il governo e nascondersi sotto le gonne della Governante di Varese per non finire linciati, ma più dura Monti, più loro deperiscono. Il Sistema non può però permettere che perdano il loro peso elettorale. Se Bersani dovesse scendere al 15% o Alfano al 12% si scatenerebbe una notte dei lunghi coltelli e dovrebbero ritirare la fiducia al governo. Ho il sospetto che siano entrambi già scesi sotto il 20% da mesi, ma che non possa essere divulgata la notizia. E' più facile che un cammello passi dalla cruna di un ago che rintracciare qualcuno che dichiari che voterà Pdl o Pdmenoelle alle prossime elezioni. I sondaggi che danno il Pdl al 24,2% e il Pdmenoelle al 24,9% dove li fanno? Ad Arcore? Nelle sedi delle cooperative rosse. Questa situazione non può durare a lungo, più le tasse incideranno la carne viva degli italiani, più questi si ricorderanno che devono ai due maggiori partiti il fallimento del Paese. E' improbabile che Pdl e Pdmenoelle, la coppia "de fero", resistano da qui alle elezioni del 2013 con percentuali significative. E loro lo sanno."
Il Movimento 5 Stelle viene accreditato dai sondaggi di una percentuale variabile tra il 4% e il 7%. Cominciano ad essere valori importanti, per comprendere meglio il loro peso, basti dire che il M5S avrebbe la stessa forza elettorale della Lega Nord. Grillo lo sa, e fantasticando rilancia:
nei sondaggi ci sono circa un 40% di elettori potenziali astenuti o che non dichiarano il voto, se riusciamo a recuperare un quota consistente da questo bacino - afferma - possiamo diventare il primo partito con il 25%, staccando il Pdl e il "Pd meno elle" entrambi sotto il 15%... forse fantasie, che però nel 2013 potrebbero diventare incubi per la maggioranza degli attuali parlamentari.
Un'ultima considerazione va fatta sul precedente premier. Berlusconi sembra scomparso. Non appare e non proclama. E' veramente uscito dalla politica italiana o sta preparando un ritorno imprevedibile e sorprendente?
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