(Dow Jones)
Le principali borse mondiali, hanno un indice, che riportato in grafico ci può fornire a colpo d'occhio lo stato di salute delle varie economie nazionali cui appartengono. Ho ordinato i grafici a partire da quelli che mostrano, o sembrano mostrare, le economie più effervescenti e più in salute. I grafici utilizzati indicano l'andamento dei rispettivi indici negli ultimi 5 anni, compreso il passaggio critico tra 2008 e 2009. L'inizio della crisi ancora in corso.
Il primo grafico riguarda il Dow Jones. Molti ritengono che l'azionario americano ha avuto un incremento di valore assolutamente fuori luogo. Anche io ho il sospetto ci sia più fumo che arrosto, ma intanto i grafici dimostrano la grande vivacità dell'economia americana.
Dopo il 2008, l'indice di borsa è salito costantemente, ed oggi ha praticamente raggiunto i massimi ante crisi. Un incremento da fine 2009 del 200%. Un exploit borsistico che non ha avuto rivali mondiali. La flessione di questi giorni è praticamente impercettibile. La crisi europea (in realtà tutta importata dai derivati americani) non ha ancora oltrepassato l'Atlantico.
(Ft-se 100 - Londra)
Il secondo grafico quinquennale riguarda l'indice del Financial Times Stock Exchange londinese, che mostra una grande dinamicità dell'economia della City. Anche in questo caso mi chiedo, se tale indice è completamente veritiero. I suoi valori di borsa sembrano essere più legati alla finanziarizzazione dell'economia inglese che a reali produzioni e servizi. Come per l'indice americano, quello inglese mostra un recupero quasi completo rispetto ai valori ante crisi 2008 (+170%). La flessione dell'ultimo periodo risulta più evidente, ma comunque l'indice attuale è a un livello ben al di sopra dei minimi più importanti.
(Dax 100 - Francoforte)
Un altro grafico che mostra un'economia in salute. Quella della Germania. Anche quest'indice mostra un recupero quasi completo rispetto al periodo ante 2008. Il recupero è stato impressionante: +215%. La flessione di questi mesi, tuttavia qui è più evidente (circa 1/4 del differenziale fra le due linee rosse). La Germania è sicuramente più influenzata dalle vicissitudine delle economie continentali europee. L'Inghilterra invece è più indipendente dai partner europei, non essendo legata alla moneta unica. Se quest'indice è lo specchio dell'economia tedesca, effettivamente la Germania è tutto un altro pianeta rispetto al resto d'Europa.
(Hang Seng - Hong Kong)
Gli indici della borsa cinese sono ancora troppo acerbi perchè abbiano un senso rispetto alla crescita economica cinese. Meglio utilizzare l'indice di borsa Hong Kong, anche se non è del tutto legato alla realtà cinese di Shanghai. Anche questo indice dimostra grande dinamicità dell'economia sino-orientale. Il recupero rispetto alla crisi del 2008 ha comportato una crescita dell'indice del 190% circa. Tuttavia la flessione attuale rispetto ai massimi è evidente. Circa 1/3 rispetto al valore massimo.
(Nikkei - Tokyo)
Con questo grafico dell'indice borsistico giapponese, cominciano le note dolenti dell'economia mondiale. A prima vista, osservando questo grafico, l'impressione è quella di un "encefalogramma piatto". Eppure, dalla crisi del 2008 il recupero è stato del 165%, ma per tornare alla situazione pre-crisi si sarebbe dovuto recuperare più del 250%. Mi pare che questo grafico, praticamente piatto, descriva perfettamente la quasi immobile economia giapponese, gravata da un debito pubblico doppio rispetto a quello italiano (in termini relativi). La flessione degli ultimi mesi è ben evidente, una caduta di quasi il 50% rispetto ai massimi dal 2008. Anche la barra inferiore che indica il livello degli scambi azionari, rispetto agli anni prima del 2009, evidenzia una enorme disaffezione all'investimento azionario.
(Cac - 40 - Parigi)
Dopo il Giappone, la Francia. Difficile dire se c'è stato un vero recupero dell'economia francese, osservando questo grafico: dal 2008 la risalita dell'indice è stata del 160%, ma con frequenti ritorni al +80%. Anche l'ultima caduta è stata superiore al 50% rispetto i massimi post 2008. Per recuperare totalmente i valori ante 2008 si sarebbe dovuto risalire di circa il 240%. Come per il grafico giapponese, non pare che la Francia sia riuscita a tornare vitale e dinamica come nel periodo precedente la crisi del 2008. Anche in questo caso, la barra inferiore, dimostra che i francesi hanno smesso di giocare in borsa.
(Ftse - Mib - Milano)
E purtroppo eccoci qui, penultimi in questa mia personale classifica. Un'altro grafico che dimostra eloquentemente che l'Italia non è stata in grado di crescere economicamente. L'indice di Milano ha recuperato rispetto alla crisi del 2008 circa il 180%, ma a causa di una caduta rovinosa, per tornare al 2007 il recupero sarebbe dovuto essere del 340%!
La caduta recente, che segue in pratica l'esplosione dello spread dal novembre 2011, ha riportato l'indice borsistico quasi al livello della crisi fra 2008 e 2009. Una discesa dell'80% rispetto ai massimi, già non troppo elevati, post 2008. Il grafico evidenzia tutta la difficoltà dell'economia nazionale, se lo confrontiamo con quelli precedenti ed osserviamo la barra inferiore dei volumi degli scambi azionari.
(Ibex - Madrid)
Il grafico peggiore della serie. La crisi è evidentissima. Il recupero dalla crisi 2008 è stato del 170%, sappiamo tutti però con che mezzi: scarsa industrializzazione, finanza e bolla immobiliare. Per recuperare completamente l'indice ante crisi, si sarebbe dovuto salire del 230%.
La Spagna ha avuto in questi anni un'economia molto più dinamica di quella italiana, ma fondata sulle sabbie mobili. Il grafico è implacabile: la caduta degli ultimi mesi ha riportato l'indice ai valori della grande crisi del 2008. Se, come dicono gli esperti di analisi tecnica, verrà sfondato questo "supporto", saranno guai seri per l'economia iberica. La stessa situazione la rischiamo anche in Italia.
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