Il risultato delle elezioni francesi potrebbe portare ad una spaccatura nell'asse franco-germanico. Con la richiesta del neo-governo francese di un maggior interventismo nell'economia della Bce, sullo stile della Fed e della Banca d'Inghilterra. La Germania non ne vorrà sapere, poichè non vorrà compromettere i risultati positivi della propria economia nazionale, e non vorrà rischiare nè di far gravare sul contribuente tedesco eventuali sostegni alle economie periferiche, nè rischiare una fantomatica inflazione in area euro.
In Europa si formeranno fazioni pro-Germania e pro-Francia. Il governo Monti, se nel frattempo non sarà stato spazzato via da una improvvisa crisi dello spread, si schiererà con la fazione germanica, in quanto è emanazione diretta di quell'orientamento tecno-finanziario. Ma questa situazione potrebbe creare molti grattacapi ai dirigenti Pd italiano, in quanto da una parte sostengono Hollande, ma dall'altra sono "obbligati" a sostenere gli sforzi (inutili) di Monti.
"(ASCA) - Roma, 20 apr - ''Il giorno dopo la vittoria di Hollande la Merkel capira' che le cose cambiano senza bisogno che qualcuno glielo dica'': lo dichiara il segretario del Partito Democratico, Pierluigi Bersani, in una intervista al quotidiano Europa, ...
Secondo il segretario del Pd, la probabile vittoria del leader socialista francese puo' delineare ''un'Europa piu' solidale''. ''Io l'ho detto anche all'ultimo vertice con il presidente del consiglio - spiega Bersani a Europa - che la voce dell'Italia si deve far sentire, dobbiamo fare outing anche noi. Per esempio riprendendo lo spirito della lettera dei 12 firmata a suo tempo da Monti''. "
Ma se si guardasse solo alla convenienza economica, sarebbe giusto e conveniente per l'Italia, come per la Grecia, la Spagna, il Portogallo e l'Irlanda, shierarsi con le idee di giustizia sociale e uscita dalla crisi economica europea proposte da Hollande.
"Alla obbedienza rigorista della Merkel, alla sua piena osservanza dei dettami della Bundesbank, Hollande oppone lo scontro frontale con le banche considerate una delle cause del crac finanziario internazionale: nella sua proposta alle banche francesi sarà vietato operare nei paradisi fiscali, le stock option potranno essere date solo dalle imprese nascenti, l’imposta sui profitti degli istituti di credito crescerà del 15% e sarà introdotta la tassa sulle transazioni finanziarie, la famosa Tobin Tax. Una forte tassa patrimoniale (il 75% sui redditi oltre il milione di euro) completa un quadro di ridistribuzione della ricchezza sociale, in cui il denaro per aumentare la spesa sociale in vari campi viene dai redditi più alti e dalle rendite."
"EUROPA: il favorito nei sondaggi si è impegnato a rinegoziare il trattato europeo di bilancio ('fiscal compact'), approvato a Bruxelles, con l'obiettivo di inserirvi la dimensione della crescita. Una prospettiva che non piace a molti leader europei, a partire dalla cancelliera tedesca Angela Merkel. Hollande chiede anche un ruolo maggiore per la Bce, che a suo avviso dovrebbe avere le stesse prerogative della Federal Reserve americana, e spinge per gli Eurobond, la Tobin tax e la Carbon tax."
"In Francia, ad esempio, poche settimane fa, è accaduto che Hollande, pur di vincere, abbia promesso un aumento della spesa pubblica, la diminuzione dell’età della pensione, l’aumento delle tasse ai ricchi. Un programma populista e destinato a rimanere sulla carta, ma condito da due paroline semplici: crescita e occupazione.
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Sarkozy, come tanti leader europei, in realtà ha dovuto subire le decisioni prese da altri, dalla Banca Centrale europea, dal Fondo monetario internazionale, dalla Commissione europea e soprattutto dall’improvvida Angela Merkel, che ha di fatto smantellato il tandem con Parigi, imponendoa tutti, anche all’ex alleato francese, una politica di assoluto rigore fiscale
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Tutto questo Hollande è riuscito a spiegarlo ai francesi ed è per questo che il voto di domani assume sempre di più la valenza di un referendum, pro o contro un’Europa dominata dalle ossessioni tedesche, pro o contro un’Europa che impone sacrifici ma non offre più speranza.
Un referendum che i mercati attendono frementi, per sferrare un altro attacco all’euro e che potrebbe indurre i popoli del Vecchio Continente a porsi una domanda semplice eppure scomoda: vale davvero la pena soffrire per l’Europa; anzi, per questa Europa?"
Penso che lo scontro che ne verrà fuori, a livello europeo, avrà come epicentro la Francia. Anche i titoli di Stato francesi saranno messi sotto attacco, e le agenzie di rating si accaniranno con la tripla A francese. Sarà un attacco per portare a più miti consigli la nuova presidenza francese, per indurla a continuare a seguire la politica austerica tedesca. Ma potrebbe anche provocare l'effetto contrario, la frantumazione dell'area euro.
Nel caso di rottura dell'euro, un esito intermedio al ritorno alle rispettive valute nazionali, potrebbe essere una spaccatura in un euro teutonico, ed un euro per il sud Europa. Quest'ultimo finirebbe per essere gestito come il dollaro, la sterlina, lo yen e qualsiasi altra moneta al mondo. Una nuova Banca Centrale potrebbe effettuare quelle operazioni, normalmente utilizzate da Fed e BoE per esempio, a sostegno del debito pubblico. Significherebbe rimettere sotto controllo il differenziale con il Bund e con i Titoli di Stato di altre nazioni con situazione simile. L'euro sud, si svaluterebbe rispetto all'euro dell'area germanica, permettendo un recupero delle esportazioni dell'Europa del sud, un abbattimento del debito pubblico, in cambio di una certa quantità d'inflazione.
"...ci troviamo a un bivio, cosa succederà la prossima settimana? Si convinceranno i tedeschi a fare un'altra operazione simile a questa che ci farà guadagnare magari al 3°/6° mese. Oppure si prenderà una decisione per quanto riguarda il debito dell'intera area europea, non solamente della periferia. Questa è una decisione politica che secondo me l'attuale classe dirigente in Europa non prenderà. Andremo molto probabilmente verso unarisoluzione drammatica della crisi, gestita dall'alta finanza.
Sono convinta che l'Euro così come lo conosciamo non ci sarà più nel 2013 e questo perché il debito della periferia è ingestibile. Secondo il Fmi il debito dell'Italia alla fine dell'anno sarà cresciuto e arriverà al 123%. Com'è possibile sostenere una moneta comune con un paese come la Germania che invece si trova in un ciclo economico chiaramente diverso? E' possibile dar vita ad un Euro di classe B, di seconda categoria oppure ritornare alle monete correnti. Tutti gli scenari al momento sono possibili, proprio perché manca una strategia europea su come risolvere la crisi!"
Con un euro "B", ci potrebbe essere un ritorno ad una certa normalità, evitando di urtare la sensibilità tedesca, e permettendo agli Stati europei più in crisi di tornare ad una politica di intervento pubblico a sostegno dell'economia. E quindi alla crescita.
Potrebbe comunque infine, rappresentare un pericolo per l'economia tedesca, che si ritroverebbe a fare i conti con una sua moneta troppo forte, e con una concorrenza manifatturiera crescente da parte dei paesi con l'euro "B" svalutato. Alla fine, in qualsiasi modo si voglia procedere, la Germania subirà sempre delle conseguenze, pagherà un prezzo anche lo Stato più forte dell'eurozona. Non può rimanere immune, nè da una crisi grave con default di alcuni paesi (fra cui l'Italia), nè dall'esplosione/ frazionamento della moneta unica.
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