lunedì 30 aprile 2012

Evitare l'iceberg


Mago Monti, come previsto (Monti illegittimo, Vota MonteroMonti è finito) sta perdendo consensi, addirittura 10 punti percentuali al mese. Ora è al 40%, quindi ha ancora avanti a se 4 mesi di lavoro, poi non lo sopporterà più nemmeno Napolitano:
"Monti perde il 31% dei consensi, sale Grillo all'8%. Secondo un sondaggio Swg realizzato per la trasmissione di Rai Tre, Agorà, Monti avrebbe perso cinque punti rispetto ad una settimana fa. Contemporaneamente cala in modo progressivo e costante la fiducia del premier che è passata dal 51% di inizio aprile al 40% di oggi. All'epoca dell'insediamento a Palazzo Chigi, la fiducia in Montiera al 71%. Nel frattempo cresce il consenso elettorale per il Movimento cinque Stelle, guidato dal comico Beppe Grillo. Secondo il sondaggio Swg nelle intezioni di voto sarebbe passato dal 7,3% all'8%. Pd e Pdl ora solo al 3,5% , metre continua la perdita dilagante di voti per la Lega Nord."
(Riferimento - voceditalia)

Come scrive Sallusti (Link - Il Giornale) c'è una certa stanchezza nell'esecutivo, e un certo nervosismo nella Presidenza della Repubblica, visto come stanno andando le cose. 
Per un Monti che scende un Grillo che sale. E' evidente, del resto sta ricevendo più pubblicità dai suoi nemici che dai suoi amici. Anche l'intervento del Presidente è stato completamente controproducente:

"...«No ai demagoghi di turno». Una difesa della politica, quella vera, che nasce da passione, buoni studi, profonde convinzioni.
...
Per essere sino in fondo credibile, dopo averci indicato i partiti come un passaggio ineludibile e virtuoso della democrazia, il nostro Capo dello Stato dovrebbe forse spiegarci meglio cosa pensa di queste formazioni politiche che ci hanno governato negli ultimi vent’anni, e giusto per restare nei pressi della demagogia, porsi il legittimo interrogativo se non siano (stati) proprio i partiti tradizionali i più genuini vessilliferi di cotanta deriva.
...

la situazione non è quella da lei illustrata e cioè da una parte un demagogo e dalla parte opposta i partiti con la profondità della politica, il loro progetto per il Paese, le riforme per i cittadini, l’esigenza insopprimibile di rinunciare ai soldi pubblici, il dimagrimento dello Stato, la scelta luminosa dei candidati. No. La situazione - estremamente desolante - è che si fronteggiano e si combattono demagoghi in servizio permanente effettivo, ognuno con le sue armi dialettiche, ognuno con i suoi trucchi da illusionista, ognuno con l’obiettivo di trascinare gli elettori nella sua rete."
(Riferimento - Linkiesta

Il novello Savonarola in camper se la ride sempre più, ogni giorno che passa. Anche se temo che ormai rischiamo di ritrovarci in una situazione in cui non ci saranno più ricette semplici o complicate per evitare l'ineluttabile. Se l'Europa non viene in soccorso di se stessa (quindi anche dell'Italia) non potremo evitare una qualche forma di default. La ricetta di Monti (e quindi tedesca) è completamente errata, anzi è molto più dannosa della cattiva fama berlusconiana. Ed anche l'idea di crescita del premier Monti è apparsa subito poco convincente, più propaganda innocua per i tedeschi che non vogliono sentir parlare di eurobond e di project financing.

Ma qualcosa si muove, la Germania comincia ad avere dei dubbi sulla propria strategia economica. L'Europa della politica potrebbe nel volgere di pochi giorni travolgere l'Europa della finanza, delle banche e dei tecnocrati.

"Ci sarà poco da scherzare il 6 maggio. La data batte ormai alle porte della travagliata Unione Europea, ... Domenica si abbatterà da ogni parte d’Europa, anche non comunitaria, un vero e proprio tornado elettorale. In un’atmosfera di crisi rivelata e di irritazione quasi psicotica i francesi torneranno alle urne per il secondo turno. I greci vi andranno sfiduciati e stizzosi per eleggere un nuovo Parlamento. 

... I tedeschi affronteranno le regionali nello Schleswig-Holstein e più in là quelle nel Nord-Reno-Vestfalia. Perfino i votanti italiani andranno a tastarsi il polso con provinciali a scartamento ridotto. Seguiranno a settembre le inattese quanto difficili votazioni in un’Olanda denudata, di sorpresa, sotto l’apparente virtuosità calvinista, nelle sue tre vulnerabilità. 

...

Il clima, le emozioni, i risentimenti, le delusioni, i calcoli, dopo la giornata di un voto così diffuso, saranno destinati a marcare in profondità la sorte di un continente che, unito a parole, non è poi riuscito ad unirsi per affrontare nella realtà la globalizzazione e i baratri della recessione occidentale. 

...

Il grande rischio, incrementato dalle sferzate d’austerità del cancelliere Merkel perfino nell’Olanda filotedesca,... è che il voto di maggio sfoci in una sorta di referendum più o meno velato sul rimanere o non rimanere nella zona euro o, in senso più lato, nell’Unione europea in quanto tale."
(Un tifone elettorale sull'Europa -  Riferimento - La Stampa)

Per questo motivo mi sento debolmente ottimista. Forse il Titanic Europa riuscirà a schivare l'iceberg all'ultimo momento. Sia la politica nazionale, che quella europea risentono del vento dell'anti-europeismo. E quindi stanno scattando gli anticorpi.

In Italia il governo Monti sta tirando fuori dal cassetto il progetto della spending review, sempre rimandato. Si tenterà di evitare l'ultimo provvedimento di aumento dell'Iva, ennesimo intervento recessivo, con dei tagli alla spesa (Giarda: forse buone notizie).

Anche Bruxelles sente il pericolo della deflagrazione europea e corre ai ripari:

L'Europa prepara un «piano Marshall» con 200 miliardi € di investimenti per rilanciare la crescita
"La Commissione europea prepara una sorta di 'Piano Marshall' in grado di mobilizzare 200 miliardi di euro di investimenti pubblici e privati per riattivare la crescita in Europa. Lo scrive El Pais citando fonti europee. Secondo il quotidiano il piano verrà presentato in occasione dell'incontro dei capi di stato e di governo dell' Ue in programma a fine giugno. 

Questo progetto, secondo il quotidiano spagnolo, include diverse strade già discusse da mesi dagli stati membri: grandi prestiti europei (sotto forma di eurobond), un maggior coinvolgimento della Banca europea degli investimenti (Bei) e l'intervento del meccanismo di stabilità finanziaria permanente della Ue (Efsm). 

...

Un'alternativa sarebbe quella di utilizzare i 12 miliardi di euro non ancora utilizzati dell'Efsm e usarli come capitale della Bei come «garanzia per attivare progetti di infrastrutture pubblico-privati attraverso strumenti finanziari sofisticati e con i project bond». 



Bruxelles, scrive il quotidiano, ha già iniziato a far circolare queste opzioni, anche grazie all'impulso del candidato alle presidenziali francesi Francois Hollande, che nella sua campagna ha parlato del potenziamento della Bei per favorire la crescita."


Come indica M. Seminerio su Phastidio, ad un incontro giornalistico a Perugia,  (Link - Phastidio) quella europea è soprattutto una crisi di fiducia. I paesi nordici, prima di tutto la Germania, temono di investire il loro denaro in un pozzo senza fondo. Nazioni come Grecia, Spagna, Portogallo e Italia potrebbero diventare  dei divoratori di fondi comunitari senza controlli e soprattutto senza risultati di ritorni economici.

Per uscire da questa crisi, quindi non ci vuole più nazionalsmo (Le Pen, leghismo ecc...), ma più Europa. Non basta però emettere eurobond o project financing, ma ci vuole anche "fiducia" tra europei, che non significa magnanimità dei tedeschi, ma controlli efficaci e mirati delle strutture europee che concedono i prestiti, o acquistano i debiti.


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