giovedì 6 settembre 2012

Ennesima dimostrazione: dipende tutto dalla politica monetaria


"Nel luglio scorso l’Euro arrivò a pochi giorni dal collasso. Poi avvenne qualcosa. Draghi parlò. “La BCE farà di tutto per salvare l’Euro e, credetemi, sarà abbastanza!” Da allora gli spread italiani e spagnolisono calati di 100 punti e le borse sono salite del 20%, nonostante le incertezze create dalla Bundesbank. Amen. Si confronti ora l’efficacia delle parole di Draghi ‘a costo zero’ (open mouth operations) con quella dei 214 miliardi spesi nel 2° semestre 2011 sui mercati (open market operations). Allora gli acquisti di BTP e BONOS non fermarono l’avanzata degli spread, perché accompagnati da queste parole: “Gli interventi saranno temporanei e limitati … la BCE non può risolvere la crisi ma solo guadagnare tempo… Sta ai governi [fare] … le riforme strutturali”.

La lezione di quest’insolito ‘esperimento’ è conclusiva: per risolvere la crisi finanziaria non servono tanti soldi. Né riforme strutturali. Né austerità ad impatto immediato. Servono buone politiche monetarie. Riflettano i lettori che non danno rilevanza alla disputa fra economisti di orientamento diverso."


Ancora una dimostrazione, che la crisi europea è tutta insita nella costruzione sbagliata dell'euro. E' sufficiente modificare la politica monetaria per riallineare i tassi di interesse dei vari titoli di Stato. Non centrano nulla ne politica, ne rigore.

Ora però non è tutto risolto. A meno che non sia di nuovo un "fuoco di paglia" lo Stato ha qualche fondo in più da investire nella crescita, a beneficio di chi governerà nel 2013. Ma non si tratta ne di tesoretti ne di tesoroni. E' poca cosa, e probabilmente dovrà essere investita buona parte nella riduzione del debito che ci siamo impegnati a diminuire in 20 anni della metà (45 miliardi di euro all'anno).

Quindi, si salva l'Italia come Stato (non è poco), ma non l'Italia come entità economica. Ci sarà sempre poco in cassa da destinare alla crescita dell'economia privata. C'è da sperare che la riabilitazione del debito pubblico, migliori lo stato di salute delle nostre banche che ne sono zeppe, e gli permetta di erogare più credito per le imprese sane. Sempre che ne siano rimaste.

Rimane ancora un dubbio però sul programma di Draghi, che non è stato chiarito. A quali condizioni devono sottostare le nazioni che richiedono l'aiuto "illimitato" (non è vero, ma ci crediamo) dell'Esm/Efsf? Non si sa ancora, però si sa che fra i controllori ci sarà l'Fmi. Una concessione alla Germania, che oggi sembra sconfitta, ma in realtà i particolari non detti dell'accordo saranno molto importanti.

Quindi per il momento ne Mariano R., ne Mario M. chiederanno gli aiuti. Rajoy è stato chiaro, anche se la stampa italiana glia ha messo in bocca altre parole. Chiderà gli aiuti quando saranno chiare le condizionalità, e sempre che non si tratti di cose assurde. Anche Rajoy sostiene di aver già fatto i "compiti a casa" e non ha tutti i torti. Ha massacrato il suo popolo! Quindi, se la Germania comincia a farci l'esame del sangue e del pedigree ariano, non è detto che Mariano e Mario si facciano avanti.

Il gioco di Monti, in questo contesto, è abbastanza scoperto. Spera che sia solo Rajoy a chiedere gli aiuti, e grazie a questo beneficiare della discesa degli spread spagnoli che dovrebbero trascinare quelli italiani. E se poi invece non li trascinano?

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