Leggo considerazioni sul fatto che i risultati elettorali siciliani, con un alto astensionismo e partiti al lumicino, siano da imputare alla sfiducia che gli italiani hanno verso quest'ultimi.
In particolare il maggior responsabile di questa sfiducia, oltre gli scandali continui, sarebbe il berlusconismo che in questo vent'anni non ha fornito risposte. Il parafulmine nazionale funziona sempre. Se qualcosa non va nella vita pubblica italiana, c'è sempre un capro espiatorio pronto da incolpare di ogni nefandezza.
Certo che il Cavaliere è corresponsabile della generale sfiducia degli italiani. Ma non gli si può addossare tutti i fallimenti di questo paese. Sul corriere lo si incolpa addirittura dell'astensionismo. In quanto avendo privato gli isolani di un'alternativa votabile, questi sono rimasti a casa.
Capisco che le responsabilità devono essere addossate a qualcuno, per sentirsi in pace con la coscienza.
Ma di solito si dice che morto un Papa se ne fa un altro. Qui il problema è che il Papa è morto ma non si vede il sostituto, e non può essere addossata la colpa a quello morto. Semmai ai cardinali-partiti, che non si sono preparati un successore.
Ma forse bisogna anche dire che qualcuno ha reso difficile la vita ai partiti (non solo la magistratura), rendendo quasi inutile e superflua la loro esistenza. E questi qualcuno sono fuori dal sistema, o molto più in alto dei partiti.
Certo i partiti sono colpevoli di essersi fatti ricattare dai diktat provenienti dall'estero e da chi dovrebbe vigilare sulla democrazia.
Il potere dei partiti è stato svuotato. Se per il Pdl una buona responsabilità è dell'impianto del partito plasmato da Berlusconi, non gli si possono imputare responsabilità anche per gli altri.
Il potere dei partiti è stato svuotato, ben prima delle inchieste di Fiorito, cioè quando è stato imposto Monti contro quella che era stata la scelta elettorale degli italiani. Questi sentono nel profondo di essere stati fregati dal sistema, anche se il cambio di governo è avvenuto nella massima legalità. Per questo si chiedono per quale motivo dovrebbero continuare a votare democraticamente, se poi l'Europa, la Germania o chi per essi decidono diversamente sulle loro teste.
I partiti non sono più in grado di difendere gli interessi degli italiani. Da quelli inconfessabili, a quello nobili. Gli è stato tolto di mano il portafoglio pubblico per demeriti evidenti. Ma anche se i giudici tecnocrati hanno perfettamente ragione, non hanno avuto mandato democratico per comminare la pena. E soprattutto hanno delegittimato quei partiti che in fondo sono una componente essenziale della democrazia. E forse lo stanno facendo di proposito.
E' stata archiviata la democrazia in sordina, imposto un tecnocrate che produce più danni di quelli che risolve, ed ora i giornali e i media di grande diffusione si lamentano della situazione creatasi, dopo aver contribuito ad assecondarla. Cercano le responsabilità dell'accaduto dove è più facile. Accanendosi con un relitto della seconda repubblica ormai fallito. Ma distolgono lo sguardo dalla vera causa: il beffardo salvatore della patria che in meno di un anno ha procurato più disastri che il Cavaliere in venti.
Purtroppo quando la maggioranza degli italiani ne avrà preso coscienza, sarà troppo tardi. La Grecia è alle porte. I salvataggi dell'Europa esistono solo nella testa degli eurocrati. Grecia e Portogallo sono distrutti più dai salvataggi che dalla crisi. Ora tocca alla Spagna, poi a noi.
Il movimento di Grillo è una buona difesa democratica, sicuramente migliore dei manganelli di Alba Dorata, ma purtroppo insufficiente. Gli italiani che l'hanno capito sono ancora pochi, troppo pochi. Anzi, c'è la possibilità, come afferma il Financial Time, che una grande affermazione nazionale del M5s, non faccia altro che favorire un Monti bis. Provocando l'aggregazione forzata di sinistra e destra per dare un governo alla nazione.
Ma se invece il M5s dovesse diventare un fattore di crisi molto forte, impossibile da ricomporre in un Parlamento ingovernabile, allora potrebbe innescare un processo di revisione del sistema europeo: o l'Europa si disgrega definitivamente, o si avvia finalmente un processo democratico dal basso.
Se l'Italia abbandonasse il piano di risanamento basato su euro e austerità, provocherebbe un cambio di paradigma a livello europeo. Con una Germania sempre più isolata e in crisi, e i paesi del sud Europa che riacquisterebbero la forza per gridare la loro contrarietà, il loro disagio, la loro rabbia. E non è nemmeno detto, come afferma il Financial, che il movimento grillesco porterà solo caos. Gente nuova e giovane potrebbe portate idee innovative in grado di risolvere la crisi meglio di quanto abbia fatto l'austerità tedesca finora (ci vuole poco in fondo).
Il movimento di Grillo è una buona difesa democratica, sicuramente migliore dei manganelli di Alba Dorata, ma purtroppo insufficiente. Gli italiani che l'hanno capito sono ancora pochi, troppo pochi. Anzi, c'è la possibilità, come afferma il Financial Time, che una grande affermazione nazionale del M5s, non faccia altro che favorire un Monti bis. Provocando l'aggregazione forzata di sinistra e destra per dare un governo alla nazione.
Ma se invece il M5s dovesse diventare un fattore di crisi molto forte, impossibile da ricomporre in un Parlamento ingovernabile, allora potrebbe innescare un processo di revisione del sistema europeo: o l'Europa si disgrega definitivamente, o si avvia finalmente un processo democratico dal basso.
Se l'Italia abbandonasse il piano di risanamento basato su euro e austerità, provocherebbe un cambio di paradigma a livello europeo. Con una Germania sempre più isolata e in crisi, e i paesi del sud Europa che riacquisterebbero la forza per gridare la loro contrarietà, il loro disagio, la loro rabbia. E non è nemmeno detto, come afferma il Financial, che il movimento grillesco porterà solo caos. Gente nuova e giovane potrebbe portate idee innovative in grado di risolvere la crisi meglio di quanto abbia fatto l'austerità tedesca finora (ci vuole poco in fondo).