martedì 5 febbraio 2013

Le pentole di Silvio



L'elettorato è come quei pensionati che vanno alle "gite delle pentole o dei materassi". Tutti partono dicendo: "tanto non compro niente, io vado solo per il viaggio". Ma l'imbonitore alla fine è sempre soddisfatto. Sa già che non riuscirà a convincere tutti i gitanti. Gli è sufficiente una piccola percentuale. Quelli che dicevano più forte degli altri "non mi interessa" e poi tornano a casa con le pentole convinti di aver fatto un affarone.

Anche a Berlusconi non importa di convincere tutti. L'importante e trascinare con se una piccola percentuale. Con questa legge elettorale, soprattutto al Senato, basta spostare pochi elettori per creare un bel pasticcio a chi pensava di vincere facile. In questo caso al Pd. Promettere di restituire le tasse, fra l'altro scegliendo proprio quelle più odiate (mossa furbetta), e un condono tombale va proprio in questa direzione.

E poi c'è un altro trucco. Quello di guadagnare con una mossa spettacolare (non importa nemmeno che sia realizzabile) le prime pagine dei giornali, i principali servizi nei tg. Ecco alcuni esempi in rete:












La parola "Berlusconi" o/e l'immagine dell'ex premier invadono la pagine internet un po' ovunque. Diventano onnipresenti, anche in un blog come questo che descrive il cortocircuito mediato generato dalla proposta "choc" del Cavaliere. 
Probabilmente, al medesimo, non interessano più di tanto i contenuti della sua proposta, nemmeno la sua fattibilità, ma è molto più interessato all'effetto di moltiplicazione mediatica che ha generato. 
Per lo stesso motivo non ha protestato molto quando il presidente dei Popolari europei Dual, ha nuovamente tifato per Monti e lo ha sbertucciato: dal suo punto di vista la polemica dei Popolari, come le polemiche con la cancelliera Merkel sono tutta pubblicità. Inoltre lo scontro con stampa e politici stranieri, rinfocola l'orgoglio nazionale e partitico dei suoi elettori. Il Cavaliere lo sa.

Gli altri ci cascano sempre. La strategia di Berlusconi è sempre la stessa: far gravitare la campagna elettorale attorno a se. Fa bene Grillo a non sottostare alle regole del gioco della tv? Probabilmente si, ma se prima era l'unico ad occupare quasi esclusivamente il nuovo media della rete, ora subisce la concorrenza anche li. Il M5s può ancora avvalersi della sua "verginità" politica, della pulizia dei suoi candidati, della voglia di nuovo degli italiani come armi vincenti. Se dovesse solo affidarsi alle piazze e al suo blog verrebbe anch'esso oscurato dalla macchina elettorale del Cavaliere.

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