domenica 10 febbraio 2013
S. Freud e la strategia del centro sinistra
Che ci fosse qualcosa di poco logico nella strategia politica del Pd me ne ero accorto già dal novembre 2011. Quando un Cavaliere in evidente difficoltà, sarebbe stato travolto facilmente in elezioni da tenersi entro poche settimane. Invece il Pd si è impegolato in un governo tecnico con evidenti programmi di destra finanziaria europea, che a sinistra è stato confuso con "europeismo". Poi quando il Cavaliere si è svegliato dal torpore e ha staccato la spina a Monti, il Pd ha voluto mostrarsi a tutti i costi il cane più fedele all'austerità montiana. Perché? Non si sa. E non è servito a nulla, visto che ora Monti ringrazia il Pd della fedeltà al suo governo prendendo a pesci in faccia Bersani a giorni alterni. Per fortuna ci viene in soccorso la scienza: esiste un evidente caso clinico studiato dall'insigne padre della psicanalisi:
"Elezioni 2013, lo strano caso (psicanalitico) di Herr Pier Luigi
di Alessandro Robecchi
Poco noto, ma certamente significativo, torna di grande attualità un saggio di Sigmund Freud. Uscito nei primi anni del ’900, “Il caso di Herr Pier Luigi” tratta di un non più giovane leader progressista. Un saggio che precisa una delle tematiche fondamentali della sinistra italiana: l’invidia del premier.
La psicoanalisi ha lavorato a lungo sul caso di Herr Pier Luigi, senza venirne a capo. La Sindrome dellaRimonta è il primo nucleo individuato da Freud. Se si fosse andati al voto un anno fa, invece di fare un governo tecnico, Herr Pier Luigi avrebbe vinto in carrozza. Se si fosse votato subito dopo le primarie avrebbe vinto col cavallo bianco. Oggi, invece, è già tanto se porta abbastanza muli al Senato da evitare il pareggio, spettro che lo tormenta nei sogni. Herr Pier Luigi sogna di votare domani pomeriggio, al massimo dopodomani mattina. Al risveglio, basta un occhiata al calendario a sprofondarlo nella più cupa depressione: mancano due settimane. Altro motivo di grande turbamento è il proliferare delle sinistre. Già in passato la vittoria era stata vanificata dalla presenza di due sinistre. Questa volta, che di sinistre ce ne sono tre (lui, Sel e Ingroia), l’angoscia aumenta.
Freud descrive con toni vividi un sogno di Herr Pier Luigi che dice in un comizio: “Sui costi della politica bisogna andar giù col badile”. Ma al risveglio, costernato, constata: “Porco boia, Ingroia mi ha fregato il badile”. Anche il conflitto con la nuova generazione turba i sonni di Herr Pier Luigi. “Ora è tardi per candidare Herr Matteo – dice sconsolato in una drammatica conversazione – e allora l’ho mandato a prendere a badilate Ingroia, per non perdere l’abitudine della sinistra di menare alla sua sinistra”. Resta centrale, nella trattazione del caso, la figura del nemico storico. Capace di promesse mirabolanti, il signor B. (Freud non ne svela l’identità) pare guadagni posizioni minuto dopo minuto. In un sogno particolarmente tormentato Herr Pier Luigi si figura alla guida di un autobus senza specchietti retrovisori, costretto a guidare guardando indietro.
“Il paziente – annota Freud – si è svegliato un attimo prima dell’impatto con un grande olmo ai margini della strada”. Ripubblicato in questi giorni, “Il caso di Herr Pier Luigi” ha aperto un ampio dibattito nella comunità psichiatrica. Secondo le nuove interpretazioni, Herr Pierluigi non sarebbe solo una vittima, ma un demiurgo dotato di straordinari poteri che sa resuscitare i morti, e riportare in vita soggetti politicamente defunti come Herr B. Rischia alla fine di non vincere, di non perdere, di non pareggiare. Di affondare, insomma, nell’eterna palude italiana da cui nemmeno un bravo analista potrebbe salvarlo.
Non è una coincidenza che “Il caso di Herr Pier Luigi” sia uno dei pochi saggi di Freud rimasti incompiuti, e si conclude con la frase: “Boh, pensateci un po’ voi tra un secolo”. Secolo che scade tra due settimane."
(www.ilfattoquotidiano.it)
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