mercoledì 13 agosto 2014

Crack... Crack... Crack... (2)


"Lo sentite il ramo che comincia a cedere. E' la Germania che sega felicemente il ramo su cui sta seduta. W l'austerità, che rimetterà finalmente a posto quegli sfaticati del sud Europa. Devono smetterla di sprecare soldi e fare debiti per comprare... Wolkswagen...

Oh, Oh, c’è¨ qualcosa che non funziare nel grante piano tetesco!"

Lo scricchiolio è sempre più intenso. La Germania dopo aver imposto austerità a tutti sta per essere ripagata con la moneta della recessione. E non sono solo le sanzioni Usa/Russia a destabilizzare l'economia mercantilista tedesca. Da un lato la Germania non accetta di riportare in equilibrio la bilancia commerciale, dall'altra pretende che gli altri paesi contraggano le loro economie pubbliche e private, ma contemporaneamente continuino ad acquistare i suoi prodotti.

E' un po' eccessiva come pretesa. Infatti:

"BERLINO (WSI) - La paura è tornata: dalla Germania arriva un segnale preoccupante in questo senso per l'economia europea.

Crollo verticale in agosto per l'indice Zew, che misura la fiducia della imprese tedesche.

L'indice, ad agosto di porta infatti a quota 8,6, rispetto 27,1 registrato a luglio. Sono i minimi di 20 mesi.

Gli analisti sono preoccupati per il tonfo inatteso in agosto e puntano il dito anche contro la crescita più debole del previsto in Germania e non solo contro gli eventi internazionali di questi giorni (guerre in Ucraina, Iraq e Gaza).

Secondo Carsten Brzeski di ING il rallentamento tedesco è "fatto in casa e in Eurozona".

Secondo tutti i dati a disposizione, l'economia della locomotiva tedesca dovrebbe essere entrata in una fase di stagnazione.

Produzione industriale e ordini all'industria dicono che le attività di investimento delle aziende tedesche si sono ridotte di molto".

Ora gli economisti dell'istituto Zew prevedono un'economia più fiacca del previsto nel 2014 per la potenza tedesca."

"Commerzbank ha avvertito che l'economia tedesca potrebbe essersi contratta dello 0,2% nel secondo trimestre ed è troppo debole per portare l'Europa meridionale fuor dai problemi
...
La produzione industriale è scesa dell’1,5% in 3 mesi. L'indice azionario DAX di Francoforte è sceso del 10% negli ultimi mesi e minaccia di sfondare il livello psicologico di 9.000.
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I mercati del debito stanno implicitamente “prezzando” un’inflazione dello 0,5% in Germania e in Italia nei prossimi 5 anni attraverso il cosiddetto prezzo "break-even", ciò prova che gli investitori ritengono che la BCE stia agendo con grande ritardo.
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Le speranze di una ripresa rapida della Germania si stanno affievolendo. Il Ministero dell'economia ha detto che i nuovi ordinativi alla produzione sono scesi del 3,2% nel mese di giugno, con gli ordini dal resto dell'Eurozona crollati del 10,4%."
(vocidallestero.blogspot.it)

Ai Piigs più piccoli sta per aggiungersi il suino più grosso. Ma non credo cambierà per questo il paradigma economico-finanziario europeo. Almeno per i prossimi mesi. All'inizio la Germania negherà la recessione, poi negherà le sue cause nella crisi legate all'austerità, infine dopo aver sprecato un sacco di tempo (vedi comportamento tenuto con la Grecia) con molta fatica chiederà politiche monetarie e finanziarie espansive. Ma si continuerà ipocritamente a considerare imprescindibile l'austerity.

Insomma, ci vorrà molto tempo prima della presa di coscienza del problema europeo. A meno che i tedeschi presi in contropiede dall'inaspettata (per loro) crisi, si lascino sopraffare da Francia, Italia e Spagna (ed Inghilterra che non vede l'ora) cedendo su tutta la linea austerica. Soprattutto se anche paesi alleati, ma in profonda crisi, come Olanda e Finlandia dovessero abbandonare la Germania alle sue fobie inflazionistiche.

A questo punto la Germania sarebbe in un angolo: o uscire dall'euro rischiando di ritrovarsi un marco iper valutato, o rimanere nell'euro ma perdere progressivamente il controllo sulle finanze dei paesi periferici. Solo la Bce potrebbe mantenere una certa supremazia europea in mancanza di un ministro economico europeo. Ma se fallisse l'austerità (come sta fallendo) anche in Germania, allora non si sentirebbe più vincolata alla volontà  della Bundesbank. Draghi potrebbe ritrovarsi finalmente con le mani libere. Ma chissà quanti mesi ancora ci toccherà aspettare in stato pre agonico, prima di riavere un po’ di ossigeno.

Tutti i conti si pagano alla fine. E se la Germania si ritroverà a pagare tutto quello che ha preso a svantaggio delle altre economie europee, sarà un conto salato. Soprattutto se la Germania opterà per la soluzione più drastica come per esempio l'uscita dall'euro.

Se vi resterà avrà  comunque ancora da guadagnarci perché ripartiranno i consumi in tutta Europa qualora si smettesse con l'austerity e si tornasse a fare più deficit. Certo, in tal caso, l'euro tenderà a svalutarsi, si avrà di nuovo inflazione e rincorsa fra prezzi e salari. Insomma si tornerebbe al bel mondo antico esistito fino agli anni ’80-’90.  I conti dello Stato tedesco saranno meno belli di oggi, ma l’inflazione comunque si mangerebbe i debiti. Ma purtroppo anche parte dei risparmi. Anche gli industriali faticherebbero di più a far quadrare i conti con le rivendicazioni di aumenti salariali. Ma considerando che l'euro comincerebbe a svalutarsi, potrebbero avere vantaggi da altri lati e riuscire comunque ad esportare bene. Non è detto che per il popolo tedesco la situazione possa diventare così malvagia dopo tutto.

L'errore della Germania è stato quello di considerare l'euro come la propria moneta, e non quella di una dozzina di altri paesi. E quindi di aver la pretesa di gestirla come se fosse il vecchio marco. Benché il ragionamento egoistico sembra calzare bene, alla fine l'errore di valutazione si pagherà. Anche la Germania vedrà contrarsi la sua economia se provoca contrazione nelle economie più correlate alla sua. La recessione da austerità è una malattia contagiosa, più stai vicino ad un infermo, più ai probabilità di contrarla.

Vedremo nei prossimi mesi fino a che punto del baratro avranno il coraggio di portarci gli sprovveduti tedeschi.

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