"Vendite al dettaglio ferme nel mese di giugno 2014 rispetto a maggio. E in discesa del 2,6% su base annua. Il bonus di 80 euro del governo Renzi non ha avuto effetti immediati sui consumi degli italiani. “Un bilancio negativo su molti fronti“: così, spiega l’Istat, si chiudono i primi sei mesi dell’anno per il commercio al dettaglio, cartina di tornasole dei consumi. “L’aumento in busta paga voluto dall’esecutivo si è rivelato un clamoroso flop”, commenta il Codacons.
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“Gli effetti del bonus Irpef”, commenta il presidente Codacons Carlo Rienzi, “sono stati deludenti e peggiori di qualsiasi aspettativa, e non hanno prodotto alcun risultato sul fronte dei consumi e delle vendite, esattamente come previsto. Si tratta di un flop su tutti i fronti
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Gli effetti di tale stato di cose per l’economia italiana sono devastanti: solo nei primi 6 mesi del 2014, si sono registrati più di 8.000 fallimenti di imprese, con un incremento del 10% rispetto al 2013, e il settore più colpito è stato proprio quello del commercio”
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Confesercenti nei primi 6 mesi di fatturato sono stati persi circa 2,2 miliardi di euro. “Ancora un semestre molto negativo, da cui il commercio esce con le ossa rotte. E per le imprese commerciali è sempre più difficile sopravvivere"
(www.ilfattoquotidiano.it)
Non mi stupisco dei dati catastrofici che si susseguono di mese in mese, ma dello stupore che questa cosa genera sempre nei giornalisti e commentatori dei media mainstream. Possibile che non hanno ancora compreso che il posto dell'Italia non è nella zona euro? Per me è un mistero questa cocciutaggine. Ma forse non è cocciutaggine, ma semplicemente malafede. Mi piacerebbe ascoltare il pensiero di questi nostri campioni dei media a microfoni e rotative spente. Probabilmente quando nessuno li ascolta, con l'amico più fidato, confessano di avere dei dubbi sull'euro. Non possono essere così stupidi se occupano certe poltrone.
L'Italia affonda perché il mercato interno sta collassando per mancanza di domanda aggregata. Lo vedono tutti. Eppure questa sera il vice ministro dell'economia, intervistato su "La7" ha affermato che l'obiettivo ora è la riforma del lavoro... per renderlo più precario ed aggravare ancora di più la crisi di domanda.
Il bello di tutto questa farsa italiana, è che lo stesso vice ministro ha affermato che tale riforma non serve per creare più occasioni di lavoro. Per ottenere questo ci vuole la crescita! Ma dai... non l'avevamo mica capito da soli... Possibile che in studio nessuno gli abbia fatto la domanda fondamentale? Cioè, se tale riforma del lavoro non serve a nulla, anzi forse aggraverà la crisi, perché mai la dobbiamo fare?
Siamo sempre alle solite: bisogna fare le riforme strutturali, dicono tutti. Ok, ma la questione dirimente è di quale tipo di riforme stiamo parlando. Se sono riforme che peggiorano la situazione, forse è meglio ripensarle. Il problema è che tutti i governi europei sono vittime dell'illusione liberista. Cioè che il mercato risolverà tutto se non avrà ostacoli. In realtà questa è una crisi che andrebbe risolta con il metodo contrario, cioè più spesa e sostegno pubblico. Lo Stato è l'unico ente in grado di fornire quello shock economico di grande dimensioni che può rimettere in carreggiata l'economia, sia italiana che di tutti i paesi europei.
Probabilmente finirà così, ma prima dovremo sbattere contro il duro muro della realtà, e sfatare con un disastro epocale le illusioni ultra liberiste europee.
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