Quando un governo in Italia sta per giungere all'epilogo, lo si capisce da come viene considerato dai giornalisti che contano, che formano non tanto l’opinione pubblica, ma dei poteri veri che stanno dietro il controllo dell’informazione. Su Dagospia.it è uscita qualche giorno fa l’indiscrezione su Ferruccio De Bortoli (Corriere della Sera), che avrebbe pronunciato una frase piuttosto feroce su Renzi:
“Renzi è la rovina
d’Italia, sputtanato in Europa, a ottobre deve fare una manovra da
oltre 20 miliardi, magari un prelievo forzoso sui conti correnti,
prima dello sbarco della troika Fmi-Bce-Ue…”
Se la voce del Corriere era solo un’ipotesi, quella di
Repubblica, per mano di Scalfari (De Benedetti?) si è invece fatta sentire
palese e altrettanto feroce. Ancora di più da un giornalista politicamente così
pesante che aveva dato indicazioni di voto in direzione Renzi solo pochi mesi
fa. Si cambia idea in fretta in tempo di crisi, evidentemente.
L’attacco a Renzi di Scalfari è sgangherato e ingenuo (o
finto ingenuo), ma è pur sempre un attacco.
“Dirò un’amara verità che però corrisponde a
mio parere ad una realtà che è sotto gli occhi di tutti: forse l’Italia dovrebbe
sottoporsi al controllo della Troika internazionale formata dalla
Commissione diBruxelles, dalla Bce e dal Fondo monetario
internazionale“. Secondo Scalfari non c’è più la Troika per come l’abbiamo
conosciuta fin qui. “Un tempo (e lo dimostrò soprattutto in Grecia) quella
Troika era orientata ad un insopportabile restrizionismo – ammette – Ora è
esattamente il contrario: la
Troika deve combattere la deflazione che ci minaccia e quindi
punta su una politica al tempo stesso di aumento del Pil, di riforme sulla
produttività e la competitività, di sostengo della liquidità e del credito
delle banche alle imprese”.
…
“Capisco che dal punto
di vista del prestigio politico sottoporsi al controllo diretto della troika
sarebbe uno scacco di rilevanti proporzioni, ma a volte la necessità impone di
trascurare la vanagloria e questo è per l’appunto uno di quei casi”.”
Com’è romantica la visione scalfariana della Troika. Secondo
questa fantasia verrebbe in Italia elargendo sorrisi, lanciando fiori e
cioccolato per i bambini, donandoci la sospirata crescita… Una visione che
discende dalla considerazione dell’Europa come personificazione del bene in
terra. E’ tutta evidente in questa “ingenuità” scalfariana il difetto di una
certa sinistra che avendo partecipato convintamente alla costruzione di questa
Unione Europea, non riesce (o non vuole) scorgere il disegno
neoliberista-feudale, la demolizione dei diritti e della democrazia, e il
dominio finanziario dietro il quadretto dell’Europa unita.
E quando finalmente la Troika arriverà e farà le stesse cose fatte in
Grecia, probabilmente questi fantasticatori della bell’Europa, diranno che la Troika non è la vera Ue,
che bisognerà avere pazienza, ma concluso il suo “sporco lavoro” finalmente si
apriranno le porte del paradiso europeo (cioè la vera Europa secondo le loro
fantasticherie o secondo le loro cattive coscienze).
Ma Scalfari improvvisamente sembra non essere più distratto
sui temi economici come un tempo e si rende conto che ci si avvia al disastro:
“tutti gli indicatori
che “l’economia non va affatto bene” e d’altra parte “l’hanno dichiarato
esplicitamente il ministro Pier Carlo Padoan e anche Renzi”.
…
il bonus di
ottanta euro doveva servire a rilanciare i consumi e quindi ravvivare la
domanda. Invece non è accaduto nulla, i consumi sono fermi e in certi
settori sono addirittura in diminuzione. L’operazione ottanta euro è dunque
fallita (come avevamo previsto quando fu annunciata – nota pienamente
condivisibile de Ilfattoquotidiano.it ) e rivela ora la vera ragione per la
quale fu fatta: suscitare simpatia elettorale a favore del Partito democratico
renziano”.
…
“la gente è
indifferente, della riforma del Senato e della legge elettorale non gliene
importa niente come del resto non importa niente neppure all’Europa. È
un gioco tutto italiano, e il circuito mediatico lo moltiplica. Ci si
accapiglia sul nulla, ma dietro a quel nulla ci sono progetti di potere
coltivati con grande abilità”.
…
(Osservando Renzi,
nda) mi viene in mente Bettino Craxi, quello sì, e debbo ammettere che non mi
piace per niente. Craxi era un socialista, ma di destra non di sinistra. Era
alleato della Dc che aveva molti più voti di lui ma i suoi erano determinanti,
quelli democristiani erano divisi in correnti molto in contrasto tra loro. Lui
avrebbe voluto che Berlinguer lo appoggiasse restando però all’opposizione. Un
piano alquanto bizzarro. Anche Renzi vorrebbe che la sinistra lo appoggiasse e
perfino i 5Stelle. Ma il vero cardine è con Berlusconi, la sua forza sta lì,
nel patto del Nazareno”
Insomma i giornaloni prima decantavano le riforme renziane,
ed ora si rendono conto che non servono a nulla in termini di soluzione della
crisi economica. E adesso che vorrebbero i media mainstream? Sostituire Renzi con
un altro (tecnico o politico) che non combinerà nulla? Le cose sono molto
semplici, ma ancora in certi ambienti non vogliono capirlo: dentro questa
Europa e dentro questo euro non ci sarà nessuna uscita dalla crisi. E’ inutile
cercare un ennesimo Renzi, Letta, Monti…
Infatti Berlusconi, grazie alla sua inossidabile resilienza,
se la ride sotto i baffi: elezioni ora? Neanche per sogno, lasciate che Renzi
governi e si logori fino al 2015. Il tempo gioca a suo favore: sempre più
persone cominceranno a chiedersi perché mai è stato cacciato nel 2011, visto
che i successori sono stati ancora più disastrosi.
Non credo molto alle riesumazioni, ma se le cose dovessero
precipitare verso il disastro Troika, Berlusconi, D’Alema e qualche altro
Grande Vecchio ributtante potrebbero restare le uniche garanzie per un’Italia
ancora libera ed indipendente. Ma forse non più molto democratica.
Eppure dietro questo continuo invocare l’arrivo di truppe
straniere (mi ricorda l’Italia pre unitaria divisa in staterelli che chiedevano
a turno l’arrivo di spagnoli, francesi, austriaci… l’uno contro l’altro per poi
finire tutti schiavi dello straniero) attraverso la Troika , ci deve essere
qualcosa in vista. Altrimenti sarebbe un’inspiegabile ulutato alla luna senza
capo ne coda. Bagnai non conferma il pronostico, ma i presupposti e le
preoccupazioni per una tale evenienza sì:
“Il presupposto per
l'accettazione sociale dell'arrivo della Troika era, come sapete, duplice.
Da un lato, la ripetizione ossessiva di una menzogna, in ossequio al noto principio di Goebbels: la menzogna secondo la quale la crisi sarebbe stata causata dal debito pubblico.
Da un lato, la ripetizione ossessiva di una menzogna, in ossequio al noto principio di Goebbels: la menzogna secondo la quale la crisi sarebbe stata causata dal debito pubblico.
…
quello secondo il
quale siccome il problema è il debito pubblico (e invece è il debito
privato), e i nostri governi sono incapaci di affrontarlo (certo, lo hanno
causato per non affrontare il vero problema), allora c'è bisogno della Troika.
Si capiscono così certe fughe dalla democrazia, certa ansia di snellimento
delle procedure del partito di Renzi e di Repubblica.
…
Ma l'altro presupposto
era mentire sugli italiani, raccontarci, anche qui quotidianamente,
ossessivamente, che siamo peggiori degli altri, e che quindi sì, la colpa è
dei nostri governi, perché il problema è il debito pubblico (ma se stava
scendendo, perfino con Berlusconi?), però alla fine la colpa è nostra, e quando
verranno a toglierci la democrazia, a violare il principio fondamentale
del no taxation without representation, a spremerci come limoni per
risolvere i problemi delle loro banche, be', alla fine dovremo anche star
zitti, perché in fondo ce lo saremo meritati.
A questa duplice menzogna hanno collaborato attivamente tutti gli organi di stampa.
A questa duplice menzogna hanno collaborato attivamente tutti gli organi di stampa.
…
c'è aria di
manovra, come vi ho detto subito, e probabilmente anche di prelievo
forzoso in stile cipriota (chi ha la mia età c'è già passato). Io me ne
batto, perché ho pochissimi soldi, ma mi rendo conto che non tutti hanno questo
problema, e quindi ora magari son preoccupati. Questo lo vedremo entro
settembre. Non escludo che ci sia un avvitamento tagli - riduzione del Pil -
aumento del rapporto debito/Pil - tagli di entità e velocità tale da richiedere
effettivamente l'intervento della troika, del quale, come abbiamo saputo,
si parlava già nel 2011”
Comunque Renzi è in difficoltà e annaspa come può nella
melma che comincia a salire di livello. Per farlo si prende ben due paginate di
Repubblica, che si conferma il megafono governativo per eccellenza. Di fronte
alle mille promesse fatte da quando ha esautorato Letta, non può far altro che
rilanciare con una nuova mega promessa. Dopo la riforma del Senato e l’italicum
ci saranno mille radiosi giorni (ma non erano già iniziati un mese fa?) in cui
risolverà tutti i problemi italiani:
“Sulla legge
elettorale, “i numeri ci sono anche senza Berlusconi ma dopo anni di riforme
l’uno contro l’altro, ora si è affermato il principio di farle insieme. Mi
sembra un passo in avanti nella cultura politica italiana”. Parlando della
riforma costituzionale, Renzi dice sì al dialogo ma no al “culto del
‘discussionismo‘”, e spiega che ”con il referendum”, che “ragionevolmente” si
terrà “tra il 2015 e il 2016, alla fine l’ultima parola sarà dei cittadini”.
“Con l’approvazione della riforma, questa legislatura sarà intera”, osserva
Renzi. “Questa riforma non è la chiave di tutti i problemi, ma è il simbolo
più forte. Dopo la sua approvazione, a settembre partono i 1.000 giorni”.
Per il dibattito “ci sono ancora quattro letture. Ma nessuno può pretendere di
porre veti”
…
“Il prossimo non sarà
un autunno caldo – assicura il presidente del Consiglio – Definire le cifre del
2015 è prematuro. Iniziamo col dire che non ci sarà manovra
correttiva quest’anno. Abbiamo un impegno di ridurre le spese
di 16 miliardi, che vuol dire di circa il 2% della spesa. Cercheremo di
mantenerlo. In ogni caso non toccheremo le tasse: tutti i denari che servono
verranno dalla riduzione della spesa. Ecco perché non mi interessa il nome
del commissario alla spending, ma la sottolineatura che la spending è
scelta politica – non tecnica – che dipende dalla politica”.
“L’Italia non
supererà il 3% nel rapporto deficit/Pil. La troika non arriverà”,
assicura Renzi, che smentisce di avere un cattivo rapporto con il ministro
Padoan. Sulla crescita, “come sarà l’Italia a fine anno lo vedremo”.
…
“A chi dice che gli
80 euro non hanno rilanciato i consumi, rispondo di aspettare i risultati
consolidati – replica Renzi – Ma si tratta di un fatto di giustizia
sociale, il più grande aumento salariale degli ultimi anni”, sottolinea. “La
crescita è negativa da tempo. Avviandosi verso lo zero darebbe segnali di
miglioramento. Comunque per me il metro chiave è il numero degli occupati.
Anche questo mese più cinquantamila. Ma non basta”. Renzi dice “basta con
questo clima di rassegnazione, con i gufi. Ci sono i gufi professore, i
gufi brontoloni, i gufi indovini.”
Ho sentito dire da qualche giornalista tv, che se qualcuno
fondasse il “partito dei gufi” probabilmente raggiungerebbe un risultato
importante, visti i continui richiami del premier a questo simpatico animale.
Ma Renzi non dovrebbe tanto stare a sentire i gufi parlamentari e “giornalai”,
quanto piuttosto l’arcigno “gufo europa” e lo spietato “gufo realtà”, quest’ultimo
quello che ci farà tornare tutti con i piedi per terra e vedere le cose belle e
brutte così come sono. Purtroppo più sulla nostra pelle che su quella di Renzi
o chi per lui.
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