In Europa, le banche predominano sugli Stati. Se la Bce deve salvare entrambi, le condizioni per le banche sono ridicole. Quelle per gli Stati sono condizioni capestro.
I 1.000 miliardi del Ltro erogati all'interesse dell'1%, sono stati concessi alle banche dietro semplice richiesta, e garantiti o dalle obbligazioni delle banche stesse o da qualsiasi titolo pubblico e privato, anche "spazzatura", purchè avesse un qualche valore nominale.
Per gli Stati invece è tutto un altro discorso. Per la Grecia non si è fatto nulla, lasciando che i titoli di Stato greci arrivassero ad interessi insostenibili del 15%. Invece del più umano 1%. Il "salvataggio" greco (leggasi semi-default) è arrivato dalle altre nazioni europee, non dalla Bce: è consistito nell'erogazione di una cifra enorme per la piccola Grecia, a tutto vantaggio delle banche detentrici dei titoli greci. Ma sono state imposte condizioni recessive all'economia greca, e di fatto sospesa la democrazia imponendo scelte dall'esterno (niente referendum sull'euro).
Per il Portogallo e l'Irlanda ci si è comportati allo stesso modo: la Bce ha girato la testa da un'altra parte. Per la Spagna e l'Italia, la Bce, forse più per paura del crollo totale che per riequilibrare il mercato dei titoli, vista la dimensione dei due Stati, ha operato per un periodo tiepidi acquisti sul mercato secondario. Acquisti che comunque erano sterilizzati, non ha mai "stampato" nuova moneta:
"Pare infatti, che gli acquisti della Bce sui Titoli di Stato, fossero seguiti da una sterilizzazione di liquidità. Spiego meglio: se io Bce per acquistare bond utlizzo i fondi che le banche depositano presso di me, sul mercato non vi è stata nessuna immissione di nuova moneta, ma ho fatto semplicemente un'operazione sterile."
(borsadocchiaperti.blogspot.it)
Eppure, quanti strilli si sono levati dalla Bundesbank...
Ed ora il futuro intervento di Draghi sulla "curva a breve", cioè sui titoli di Stato a breve scadenza, italiani e spagnoli, potrebbe procurare più danni che benefici:
"In un editoriale sul Financial Times, Sebastian Mallaby sottolinea che il pericolo rappresentato dai volumi sottili tipici di agosto non va sottovalutato.
"L'ultima iniziativa annunciata dall'istituto di Francoforte ha rallegrato i mercati, ma non sara' certo una strategia vincente che segnera' la svolta", cosi' l'incipit dell'articolo.
La Bce ha annunciato che riavviera' il programma di acquisto di debiti sovrani. Come principio una politica di questo tipo potrebbe concedere tempo prezioso a Madrid e Roma, riducendo i tassi di interesse che un paio di settimane fa avevano superato il 7,5% e 6,6% rispettivamente.
"Ma l'esperienza degli Stati Uniti ci insegna - scrive Mallaby - che c'e' tutta la differenza del mondo tra un programma di acquisto di bond facente parte del primo round di quantitative easing e il tiepido intervento di oggi.
Draghi utilizza un vocabolario appropriato e dai toni forti quando dice che "fara' tutto quanto in suo potere", ma si dimentica di sottoineare che i paesi dovranno sottostare a condizioni molto rigide se vorranno essere aiutati.
...
"Alle condizioni draconiane stipulate la Bce rischia di non farcela a offrire sostegno". Il piano e' di comprare solo bond a breve scadenza. Cosi' verranno ridotti i rischi di perdite.
Ma appiattendo la curva dei rendimenti, la Bce incoraggera' gli investitori a fare lo stesso. E per i governi sara' sempre piu' difficile emettere debito a lungo termine. "L'accorciarsi delle scadenze e' tradizionalmente un segnale d'allarme di una crisi su vasta scala".
"La Bce - aggiunge l'editorialista - non si smentisce mai quando si stratta del suo storico approccio schizofrenico".
...
"Le banche europee detengono titoli di stato degli stessi governi che sono la loro ancora di salvezza, pertanto i due elementi non possono essere separati".
"Tuttavia quando si tratta di mercati dei bond l'approccio della Bce non e' quello di offrire liquidita' illimitata in qualita' di prestatore di ultima istanza". E' piuttosto quello di insistere nel far valere condizioni severe, simili a quelle rigide imposte dai programmi del Fondo Internazionale Monetario."
Stati e banche devono viaggiare a braccetto, perchè gli uni sostengono le altre e viceversa. Se la Bce salva le banche, ma a livello di istituzioni europee si puniscono gli Stati, il risultato si ritorcerà anche contro il settore del credito. E lo si può ben vedere nel caso italiano, dove le banche "rifocillate" dal Ltro della Bce, sono ugualmente in sofferenza essendo ricolme di titoli di Stato italiani, di cui la Bce ha caldeggiato l'acquisto.
STATI SOVRANI TITOLI FINANZIARI
AUSTRALIA 121 ASSICURAZIONI GENERALI 386
BELGIO 187 B.MPS 801
CROAZIA 455 B.P.MILANO 764
DANIMARCA 56 B.POPOLARE 732
ESTONIA 113 INTESA SANPAOLO 476
FINLANDIA 55 MEDIOBANCA 445
FRANCIA 165 UBI BANCA 454
GERMANIA 71 UNICREDIT 520
IRLANDA 512 AEGON 279
ITALIA 519 ALLIANZ 129
LETTONIA 241 AXA 280
LITUANIA 214 BBVA 444
OLANDA 83 B.SANTANDER 427
POLONIA 168 B.of IRELAND 955
PORTOGALLO 850 BNP PARIBAS 243
REP CECA 119 COMMERZBANK 282
RUSSIA 179 CREDIT AGRICOLE 295
SLOVACCHIA 205 CREDIT SUISSE 280
SPAGNA 573 DEUTSCHE BANK 194
SVEZIA 47 ING GROUP 235
UNGHERIA 467 SOCIETE GENERALI 293
GRAN BRETAGNA 59 UBS 164
STATI UNITI 47 BARCLAYS 226
GIAPPONE 89 HSBC 159
BRASILE 134 LLOYDS 161
CINA 113 ROYAL BANK OF SCOTLAND 278
TURCHIA 189 AIG 214
AUSTRALIA 68 BANK OF AMERICA 259
CITIGROUP 257
GENERAL ELECTRIC 155
GOLDMAN SACHS 276
JPMORGAN CHASE 130
MORGAN STANLEY 356"
(www.finanzaelambrusco.it)
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