venerdì 17 agosto 2012

Una tentazione: diventare tremontiano



Il bello della politica italiana è che i vari leader appaiono illuminati e propositivi appena lasciano la poltrona di ministro o premier. Finchè governano fanno il minimo indispensabile per mantenere acceso il motore della macchina statale (spesso al minimo senza accelerare). Quando smettono i panni governativi filosofeggiano e affermano un sacco di cose condivisibili.

Questo è il caso dell'ex ministro Tremonti, che al goveno era accusato di mantenere imballata l'amministrazione e l'economia dello Stato, e adesso scopre che è necessaria la crescita. Ma la crescita non arriva dalla luna. Sono necessari investimenti mirati in settori con potenzialità, che debbono ancora emergere (per esempio nelle tecnologie delle fonti rinnovabili), di sicuro i tagli lineari tremontiani non hanno fatto bene alla crescita. Tutti invocano la crescita, ma nessuno dice la verità: quando i privati non investono, deve essere lo Stato a farlo per avviare le dinamiche positive che portano alla crescita. Se invece lo Stato non vuole farlo deve creare un ambiente idoneo all'investimento privato: con agevolazioni amministrative e fiscali (sempre un costo comunque per lo Stato). Non ci sono altri sistemi magici come quelli invocati dai liberisti.

L'unica difesa che mi sento di offrire a Tremonti, e che non avendo fatto un gran che per incidere sull'economia e nemmeno sul fronte fiscale, ha limitato i danni meglio dell'attuale governo. Ma tutto qua. Il vantaggio di Tremonti su Monti è stata l'inazione.
Mentre l'attuale premier, come un po' tutti dall'opposizione all'Europa erano convinti del contrario: che i guai dell'Italia derivassero da cose non fatte dal governo Berlusconi. E' stato un errore, perchè facendo le cose che il governo berlusconiano non ha voluto fare (pensioni, tasse, tagli... e tutte le belle cose della lettera Bce) i risultati sono stati peggiorativi: crescita Pil -2,5% su base annua (per Tremonti -3,5%), che vale a dire la perdita di reddito di 41 miliardi di euro. Una super manovra inutile e deleteria, buttata nel cesso.

Ma malgrado i pochi meriti avuti dalla guida del ministero dell'economia, tra cui quella di aver limitato la spesa (evitando solo di anticipare il tracollo) Tremonti dice cose giuste a Cortina d'Ampezzo alla presentazione del suo libro. Peccato che se dovesse tornare al governo non farebbe nulla per indirizzare l'Italia verso la crescita, o per rimodernare lo Stato:

"...Tremonti ha precisato di aver votato la fiducia al governo dei tecnici «una sola volta».
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«Il presidente Monti doveva dare la crescita economica, ma non c'é. Doveva garantire la stabilità finanziaria, mi sembra che non ci siamo. Doveva insieme produrre la normalità economica e politica ma ha prodotto esattamente l'opposto perché tutto il voto di astensione e di protesta nasce come reazione al governo tecnico. La dico in italiano: Grillo prima non c'era, su questi numeri. La politica passa alla tecnica, la tecnica fa l'Imu ed ecco la protesta».
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Per l'ex ministro dell'economia il Governo ha fatto «una sbagliata riforma delle pensioni», che il Parlamento «sta già smontando» in tema di esodati. «Noi avevamo la migliore riforma delle pensioni d'Europa - ha sottolineato - che era collegata all'invecchiamento della popolazione. Ricordo che l'avevamo costruita in modo ragionevole, riservato, tanto che non ci fu un giorno di sciopero generale. Mancavano le pensioni di anzianità, ma era una piccola cosa. Alcuni dementi che io conosco hanno detto che mancando la riforma dell'anzianità, mancava la riforma delle pensioni. Non era vero.

Questo Governo ha fatto una cosa a cui non volevo credere. È andato in Europa e ha detto i risparmi che faceva, ma non ha detto i costi che avevano gli esodati. Siccome il costo degli esodati é maggiore del risparmio, si é attivata una meccanica per cui in Parlamento si sta già smontando la riforma delle Pensioni.
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«Ma c'é un senso più civile che io vorrei esprimere - ha proseguito Tremonti -: la speranza di vita cresce, la capacità di lavoro non cresce parallelamente. La capacità di lavoro non cresce per decreto legge, questo é una dato che il ministro Fornero non ha ancora compreso adeguatamente, ma basta andare al bar per capirlo. La riforma delle pensioni, dunque, é stata un errore».
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A proposito della casa, Tremonti ha ricorda di aver spiegato a Monti, al momento dell'insediamento, che un eccesso di concentrazione fiscale su un solo settore produce effetti negativi. «Gli ho detto che in un Paese come il nostro, la seconda casa é quella del paese d'origine. In un Paese che ha avuto enormi migrazioni dal Sud al Nord, dall'Appennino verso la bassa, la seconda casa é quella dove vuoi tornare. Gli studi della Bocconi ti possono dire che é patrimoniale, ma é una cosa un pò diversa: non puoi concentrare tutto in un settore».
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«La riforma del lavoro? Invece di centrare un simbolo ha incasinato le partite Iva. E credo che questo sarà uno dei prossimi problemi: non é che tu assumi di più, licenzi di più». «In molti casi, nelle nuove professioni e nella ricerca, la partita Iva é la nuova forma di lavoro, piaccia o non piaccia»
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Soffermandosi sull'art. 18, Tremonti ha sottolineato che era importante affrontarlo «soprattutto come simbolo esterno»
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Secondo Tremonti, non era così importante in se stesso, «ma era un modo per marcare il gol all'estero».
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Soffermandosi in particolare sulla crescita ... l'ex ministro ricorda che «siamo a -3/3,5%». E questo, secondo Tremonti, «é stato causato non solo da un ciclo generale ma anche da come sono state fatte le leggi». Al carico economico si é aggiunto, secondo Tremonti, «il carico psicologico, l'angoscia, l'incertezza. Io non so quanti soldi lui ha nel conto corrente - ha proseguito Tremonti rivolto al presidente del Consiglio - ma uno che ha in banca 1.300 euro non compra il televisore se non sa quant'é la rata dell'Imu. E questo blocca l'economia, crea incertezza. Il presidente Monti, poi, non ha capito le tariffe. Tu non puoi togliere l'inflazione delle pensioni e mettere l'inflazione sui pedaggi delle autostrade, o sulle bollette, perché non ha senso. In fondo le mani sono tante ma la tasca é sempre quella»."

( www.ilsole24ore.com )

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