In questi giorni sono state comminate le "multe" ai comuni italiani troppo spendaccioni che hanno violato il patto di stabilità. Fra questi il peggiore è quello di Torino (38 milioni di multa), come se nel capoluogo sabaudo si sprecasse a man bassa denaro pubblico gettando banconote dagli elicotteri.
La multa consisterà in un taglio di pari importo dei futuri trasferimenti.
Torino non è una città che spreca o assume senza criterio. Non ha utilizzato l'impiego pubblico come ammortizzatore sociale. La media nazionale di dipendenti pubblici è di 58,4 per 1.000 abitanti (dati CGIA 2009), cioè quasi il 6% della popolazione, che poi è in media con il numero di dipendenti pubblici in Germania, e molto meno dei dipendenti pubblici Francesi.
Ebbene, il Comune di Torino ha 11.000 dipendenti per una popolazione di circa 905 mila abitanti. In pratica i dipendenti del comune rappresentano 1,2 % della popolazione (12 dipendenti per 1000 abitanti) notevolmente sotto la media nazionale.
Ma allora per quale motivo questo ente territoriale non riesce a rispettare il patto di stabilità tremontiano? Sono state realizzate opere pubbliche folli? Le opere più importanti hanno riguardato per esempio i trasporti pubblici: metropolitana e passante ferroviario. Ma mentre la prima opera si sta già ripagando con l'incasso dei biglietti e una gestione automatica con pochissimo personale, la seconda è ancora in itinere e graverà quasi tutta sulle ferrovie. Sono stati realizzati numerosi parcheggi multipiano, ma anche in questo caso non gravano sui cittadini, in quanto sono stati realizzati e gestiti in concessione da privati e municipalizzate.
L'unica spesa "strana" che ha interessato la città di Torino in questi anni, è stata quella delle olimpiadi invernali del 2006. E' da allora che la città si trascina nei debiti. E' da allora che ha dovuto ricorrere a strumenti finanziari come i derivati. E da allora che Torino rischia ogni anno la bancarotta.
Le olimpiadi sono una fiera delle illusioni: promettono un grande rilancio economico, grazie al turismo, agli sponsor, e alla benevolenza degli dei... ma poi come detto i conti non tornano. Le spese vengono fatte senza lesinare, si chiamano grandi architetti, si spende molto e anche in fretta perchè tutto deve essere pronto velocemente e il comitato olimpico è molto esigente.
Il rilancio economico legato al turismo, non risulta mai all'altezza delle spese sostenute, e poi dopo l'anno olimpico è un capitale che va via via esaurendosi. Molte opere olimpiche costate milioni di euro (per Torino e provincia trampolini da sci, pista da bob, vari palazzetti dello sport super griffati... ) o vengono demoliti, o abbandonati, o sotto utilizzati e i costi di manutenzione superano quelli di gestione.
E comunque a Torino non è avvenuto lo scempio post olimpico della Grecia, eppure gli effetti saranno quasi gli stessi. Per questo faccio i migliori auguri ai londinesi. Spero che a loro vada meglio, ma da quello che si è visto fin'ora, dubito che abbiano speso con parsimonia.
Credo che questi grandi eventi internazionali vadano ripensati. Sono uno spettacolo meraviglioso, penso che tutti siano rimasti abbagliati dalla cerimonia di apertura dei giochi sia di Atene, sia di Torino e ancora di più di Londra.
Ma poi i grandi artisti e sopratutto le opere e la gestione dell'apparato dei giochi hanno un costo che sostengono le comunità locali.
Penso non sia giusto, dovrebbe essere perlomeno stanziato un badget iniziale sostenuto da tutte le nazioni partecipanti ai giochi. Un po' come avviene per il sostegno economico dato all'amministrazione ed alle iniziative dell'Onu.
Ora però la città di Torino si ritrova in una pessima situazione economica, e l'attuale sindaco Fassino, si dovrà prendere responsabilità non sue, derivanti dalla precedente gestione. Mentre l'ex sindaco Chiamparino, dopo aver affossate le finanze del comune, si gode la meritata ricompensa come Presidente della Fondazione bancaria S. Paolo.
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