martedì 7 agosto 2012

Orgoglioni nazionali (3)



Prima puntata
Seconda puntata

Continua la rubrica dedicata ai patrioti che non vogliono chiedere gli aiuti al Efsf/ Mes contraddicendo le politiche fin qui sostenute.
L'Italia ha già fatto i compiti a casa, quindi il ricorso ad aiuti è una pura formalità, affermano. Ma allora perchè tutta questa paura del sostegno europeo? Evidentemente non è una pura formalità, ma un commissariamento che potrebbe togliere ogni residuo potere agli attuali partiti e lobby nazionali.

Oggi è la volta dell'On. Alfano, sempre sul Corriere, che evidentemente spinge fortissimamente verso il rifiuto degli aiuti europei.

"«Pochi giorni fa, il Corriere ha pubblicato un'analisi dei professori Alesina e Giavazzi (ribadita dal professor Giavazzi) che ho molto condiviso. Sottolineava l'esigenza di difendersi con le proprie forze. La proposta di attacco al debito pubblico presentata dal Pdl serve proprio a questo: a farcela da soli e insieme a ridare respiro all'economia. Possiamo e dobbiamo farlo. Vogliamo realizzare uno scudo tutto italiano. Questo renderà più forti e più credibili le nostre sacrosante richieste di modifica dello Statuto della Bce».

Ma se la fase di incertezza continua, alla fine dovremo ricorrere allo scudo anti-spread?
«Io penso di no. Intanto, serve un'operazione verità. ... Il problema è e resta l'incompiutezza dell'attuale Europa, che lascia spazio agli eccessi di rigidità di una Germania che rischia di essere sempre più forte, ma in un panorama di ruderi.
...
Ma se si arrivasse alla firma di un memorandum quali conseguenze politiche ci sarebbero? C'è il rischio di un commissariamento della politica da parte di Bruxelles?
«Se si tratta di confermare impegni già assunti, nulla quaestio , si può fare. Ma se invece qualcuno pensa di farci l'esame del sangue, o di metterci sotto tutela, si sbaglia».

Pensa che il governatore della Bce abbia fatto tutto il possibile? Che si aspetta da Francoforte?
...
Il problema è che si è dovuta svolgere nei limiti del mandato attuale: figuriamoci quale efficacia ancora maggiore si sarebbe potuta riscontrare con un mandato più adeguato. Ci si rende conto che tante riforme di questi ultimi 10 mesi non hanno abbassato lo spread ed è invece stata sufficiente una dichiarazione di Draghi per abbatterlo drasticamente? Cos'altro ci vuole per far capire che la questione è proprio quella della missione della Bce?»"

( www.corriere.it )

Credo che il Pdl sia il partito che di fronte ad un'eventualità di commissariamento europeo, farà più resistenza, fra quelli che sostengono Monti. Una resistenza tardiva e probabilmente inconcludente.
Mentre il Pd si ridesta solo quando si è reso conto che l'Europa ha spianato il welfare e le conquiste della sinistra. Ma si sveglia sempre dopo, non so se in malafede, o per mancanza di lungimiranza. A meno che non prevalga la linea di Fassina (responsabile economico del Pd):

"«L’ITALIA non deve assolutamente domandare aiuti all’Europa per allentare la tensione su spread e tassi»
...
La linea è netta: «Accedere al fondo salva-stati è sbagliato: nel quadro attuale di politica economica recessiva significherebbe prolungare l’agonia. Non ha senso farlo e non ha senso ripetere che ce la possiamo fare da soli, perché è impossibile quando si condivide la moneta. Servono politiche coordinate».

E se il governo chiedesse una mano all’Europa?
«Se si dovesse arrivare a quello scenario, Monti dovrebbe spiegare ai partiti che lo sostengono i motivi della scelta e chiedere il via libera al Parlamento. Io però sono convinto che non sia la strada giusta: la linea dei conservatori tedeschi che stiamo seguendo da tempo sta portando sempre più recessione. Sarei più prudente a considerare promettenti le ricette che vengono da Bruxelles e da Francoforte; in Grecia, in Irlanda, in Portogallo, in Spagna non stanno funzionando».

Gli aiuti comporterebbero il commissariamento di questo e del governo successivo da parte della trojka.
...
«Premesso che Monti al termine del consiglio europeo di fine giugno disse che aveva strappato la possibilità di accedere al fondo salva-stati senza condizioni aggiuntive, è una subordinata che ora non voglio prendere in considerazione. Noi, piuttosto dobbiamo lavorare in Europa perché si affermi una linea diversa, per cui i problemi sono dell’area euro, non dei paesi periferici».

Per sostenere questa politica Bersani a Palazzo Chigi dà più garanzie di Monti?
«Non è questione di garanzie: l’Europa e l’Italia hanno bisogno di una cura progressista. Bersani premier sarebbe l’interpretazione autentica dell’agenda discussa in Francia prima delle elezioni. Noi lavoriamo perché nel 2013 ci sia una netta affermazione del Pd e dell’alleanza progressista. Sarebbe un guaio non solo per la politica ma per la democrazia italiana se dovessimo tornare a larghe intese."
(qn.quotidiano.net)

Il pensiero di Fassina si può riassumere così: niente aiuti, niente troika, interruzione della politica d'austerità imposta dai tedeschi. I problemi sono europei, li risolva l'Europa, cioè la Bce.

Per ora dal terzo polo non sopraggiungono rigurgiti di patriottismo anti commissariamento. Il terzo polo è una specie di materasso del governo Monti: tutto ciò che fa, tutto ciò che dicono i ministri è oro colato. Se fosse per Casini, la lingua nazionale sarebbe già il tedesco...

Nessun commento:

Posta un commento