sabato 18 agosto 2012

Eurobond, niente di nuovo



L'eurobond, il mitologico titolo di debito europeo, che i tedeschi non vogliono, l'abbiamo già avuto per dieci anni. Nessuno se nè accorto ma è così. Il grafico qui sopra, è stato già pubblicato per un altro post, accompagnato dalla seguente citazione:

“Nel 1993 - come evidenziato in un'analisi di John Greenwood, chief economist di Invesco - i Bund a 10 anni pagavano il 6,5%, i rispettivi BTp il 10,8%, i Bonos il 9,9%, gli Oat francesi il 6,45%, i bond del Portogallo il 10,57% e i bond di Dublino il 7,3%. Livelli certamente superiori a quelli attuali dove impressiona il tasso della Germania che oggi invece paga sugli stessi titoli l'1,4% nominale (mentre a livello reale i rendimenti sono negativi in quella che difatti è una ristrutturazione gratuita del debito tedesco).

Se però ci spostiamo a fine 1997 (quindi sempre nella fascia temporale pre-euro) il quadro cambia profondamente. I Bund tedeschi pagavano il 5,5%, i BTp il 6,1%, i Bonos il 5,9%. Tra il 5,5% e il 6% anche i titoli di Francia, Portogallo e Irlanda."

(www.ilsole24ore.com)

Ecco perchè oggi la Germania, che paga i suoi bund tra l'1,5% e il meno zero virgola percento, non vuole gli eurobond. Perchè il fascio di rette che si apre a ventaglio a fine 2011, tornerebbe a formare un'unica retta, a metà strada. Cioè tra il 5 e il 4%.

Quindi, spostando il ragionamento ad oggi, lo spread italiano è un falso problema, e non è così catastrofico come sembra. Lo spread effettivo (chiamiamolo "spread temporale") è circa 100-200 punti, non i 450 di oggi. Pagavamo già interessi tra il 4 e 5%, ora paghiamo circa il 6%. L'arrivo di Monti giustificato dalla impossibilità di pagare gli stipendi statali, mi pare un argomento po' esagerato, se pagavamo già interessi al 5%, avremmo potuto pagare le spese statali anche con interessi al 6 - 6,5%. E' evidente che è stata una mossa mediatico-politica per archiviare l'era Berlusconi. 

Probabilmente però le cose non stanno andando secondo i progetti, ed ora Monti deve fare i conti con la sua stessa montatura mediatica. Inoltre le sue manovre, stanno causando enormi danni economici. La caduta del Pil, improvvisa e violenta, è da imputare al suo governo, e a questo punto è molto più grave dello spread alto (l'interesse era già elevato prima). Il tutto si riflette sull'opinione pubblica e quindi sul prossimo voto. Forse è per questo Monti ha avvertito i tedeschi con quella frase sullo Spiegel:
"...ho detto alla Cancelliere Merkel del risentimento crescente qui in Parlamento - contro l'UE, contro l'euro, contro i tedeschi e, a volte contro la stessa cancelliere."
Un po' come dire: "guardate che i piani per l'Italia potrebbero essere controproducenti... stanno fallendo".

La realtà è che sono i tedeschi ad averci guadagnato un sacco da questa crisi, da 5 a 3,5 punti percentuali. Tutto questo variare degli spread, è tutto un gioco interno all'UE. Uno spostamento di risorse da sud a nord. Se l'Europa fosse uno stato confederale con un'unica emissione di titoli, convergerebbero su un costo intermedio. Per tedeschi e scandinavi, significherebbe dover fare i conti con l'austerità come li stiamo facendo noi oggi. Quindi dovrebbero ridimensionare il welfare, tagliare o tassare di più. 
Ovviamente per la Merkel impegnata nella campagna elettorale, questa non sarebbe una condizione ottimale, sarebbe una sconfitta mediatica. 

Gli interessi bassissimi pagati dalla Germania, sono il metro del successo della politica tedesca, che sia vero o meno. Probabilmente è un merito a metà, l'altra metà è "merito" della particolare condizione monetaria dell'euro (la moneta straniera) che amplifica la debolezza dei paesi periferici, e rende più virtuosi del dovuto i paesi virtuosi.

E oggi per un paio di punti percentuali in più (che sicuramente non sono noccioline, è ovvio) probabilmente saremo anche costretti a perdere totalmente la nostra sovranità economica e fiscale, chiedendo aiuti al resto d'Europa. Ci conviene? Avremo un po' di tempo per pensarci, il nostro debito è sostenibile ancora per molto (mesi?). Del resto Monti sta giocando proprio su questo: se la Spagna chiederà e otterrà gli aiuti Efsf/ Mes e avranno effetti positivi sul suo spread, ci sono probabilità che questi effetti ci siano anche sullo spread dei Btp. A meno che il piano sia completamente sbagliato: la Spagna potrebbe beneficiare degli aiuti in modo positivo e la speculazione accanirsi sull'Italia priva di difese...

Su Rischio Calcolato si sospetta un piano Monti/ Draghi per pervenire ad un abbassamento dello spread italiano, malgrado il vero problema sia la caduta del Pil. Evidentemente lo spread è diventato una fissazione per i banchieri europei, un fatto di orgoglio personale.
Il debito italiano, in questi giorni sta passando da mani straniere a mani italiani:

"il ritmo di sostituzione nel possesso di titoli di stato fra residenti e non residenti è di circa 30 miliardi di euro al mese.
...
ai ritmi attuali verranno spostate in mani italiane altri 330 mld di euro portando il totale in mano “straniera” a soli 267 miliardi di euro ovvero il 14% circa di un debito pubblico stimato intorno a 2 trilioni a quella data [delle elezioni ndr].
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L’azzardo che il governo italiano sta tentando è evidente: far nazionalizzare dalle banche italiane il più in fretta possibile il debito pubblico italiano, le banche ovviamente si guardano bene in questa fase di fare scendere i rendimenti aumentando la pressione in acquisto il gioco prevede che questa fase avvenga più avanti, vicini alle elezioni. Con un debito residuo così basso in mani straniere (di cui una parte non marginale in mano alla BCE dunque controllabile) sarà un giochetto fare crollare al momento giusto i rendimenti e lo spread.
...
Potremmo arrivare a Marzo-Aprile 2013 con uno spread basso ed un economia reale distrutta,"


Un piano di nipponizzazione dell'Italia: in Giappone il 90% del debito pubblico è in mano nazionale e i rendimenti sono al minimo indispensabile per annullare l'inflazione. La crescita del Giappone è nulla da almeno 10 anni.

original Alcune Considerazioni Elettorali e Bancarie sulla Faccenda dellItalianizzazione del Debito Pubblico

Io penso, che in attesa di avere le idee chiare in Europa, ci converrebbe adottare una nuova moneta nazionale da utilizzare come salva spread italiano. Mal che vada, continueremo a pagare il debito il 6-7%, ma con il vantaggio di poter stampare moneta alle strette. E questo più per salvare l'economia reale che lo spread. Non credo sia nemmeno necessario rinnegare l'euro, potremmo avere due monete a corso parallelo (come proposta da www.cobraf.com).

Il problema di fondo dell'Europa non è ne economico, ne monetario, ma politico. E' un insieme mal gestito di Stati nazionali, non un'unico Stato federale come gli Usa. Pertanto qualsiasi politica che viene messa in atto è confusa, attraversata da gelosie e sospetti tra una nazione e l'altra, come ha spiegato Monti allo Spiegel riferendosi alle politiche di aiuti della Bce:

"Questo è esattamente il tipo di diffidenza che ci ha impedito di intraprendere un percorso chiaro verso una soluzione. Dobbiamo superare in fretta ciò e iniziare a fidarsi l'un l'altro ancora una volta."

Ma per fidarci tra europei, sarebbe necessario aprire i confini nazionali, non solo per rendere superfluo il passaporto in dogana, ma per mettere in comune le risorse politiche, in modo chiaro e pacifico. Il Parlamento europeo non sia solo una specie di "soprammobile polveroso", e soprattutto l'Europa si doti di un potere esecutivo condiviso, da un presidente, a un premier a un governo vero e proprio. Solo così si potranno superare i gravi problemi che la attraversano. Solo così gli Stati potranno delegare senza patemi (o molti meno) la propria sovranità a Bruxelles. Diversamente è inutile insistere, è meglio un ritorno programmato alle singole monete e alle politiche economiche nazionali.

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