I catastrofisti sono sempre in agguato. Ma di questi tempi, potrebbero essere dei profeti più che dei millantatori o allarmisti da mettere in galera. E' il caso di Dimitri Orlov che prevede il collasso degli Stati Uniti a breve termine, e quindi per estensione dell'Occidente così come è uscito dalla seconda guerra mondiale.
Se siamo preoccupati per la fine dell'euro, dovremmo esserlo di più per quanto avviene oltre oceano, nell'incredibile schema Ponzi che sono diventati gli USA. Un sistema che rischia di implodere. Nell'articolo "FRAGILITA' E COLLASSO: LENTAMENTE ALL'INIZIO, POI TUTTO IN UNA VOLTA" su comedonchisciotte.org Orlov tenta di dare la risposta profetica sul quando ciò avverrà.
Ma chi è Orlov?
"Dmitry Orlov ( Russia : Дмитрий Орлов nato nel 1962) è un ingegnere e scrittore russo-americano che si occupa di temi legati al "potenziale declino economico, ecologico e politico del crollo negli Stati Uniti , "qualcosa che ha chiamato" crisi permanente ". Orlov ritiene che il collasso sarà il risultato di enormi spese militari, il disavanzo pubblico, un blocco del sistema politico e della produzione di petrolio in calo.
Orlov è nato a Leningrado (oggi San Pietroburgo ) e si è trasferito negli Stati Uniti all'età di 12 anni. Ha una laurea in Ingegneria Informatica ed un Master in Linguistica Applicata. E' stato un testimone oculare del crollo dell'Unione Sovietica attraverso vari viaggi nella patria russa tra la fine del 1980 e la metà del 1990.
Nel 2005 e 2006 Orlov ha scritto una serie di articoli che confrontano le fasi di preparazione del crollo degli Stati Uniti e dell' Unione Sovietica, ha pubblicato su piccoli siti correlati articoli sul picco del petrolio. L'articolo di Orlov "Closing the 'Collapse Gap': the USSR was better prepared for collapse than the US (Chiudere il 'Gap Collapse': l'URSS era meglio preparata al collasso rispetto agli Stati Uniti)" è stato molto popolare su EnergyBulletin.Net.
Nel 2006 Orlov ha pubblicato un manifesto online, "The New Age of sail". Nel 2007 lui e sua moglie hanno venduto il loro appartamento a Boston e hanno acquistato una barca a vela, dotato di pannelli solari, la fornitura di sei mesi di propano, e in grado di stoccare una grande quantità di prodotti alimentari. Lui la definisce una "capsula di sopravvivenza." Usa una bicicletta per il trasporto. Dopo aver barattato vodka per le proprie necessità durante uno dei suoi viaggi in Russia post-collasso, dice: "Quando si è di fronte ad un collasso economico, si dovrebbe smettere di pensare alla ricchezza in termini di denaro".
Continua a scrivere regolarmente sul suo blog "Club Orlov" e EnergyBulletin.Net ."
( en.wikipedia.org )
Recentemente è autore del best sellers "Reinventing Collapse:The Soviet Example and American Prospects" in cui paragona la situazione che ha portato al collasso l'ex Urss con la situazione di crisi in cui versano gli Usa.
Innanzi tutto, rispondo subito alla domanda profetica sul quando: secondo Orlov non è possibile sapere il quando con precisione, ma si può avere una certa percezione dalle dinamiche che si stanno sviluppando. Da quelle economiche a quelle ecologiche, a quelle energetiche. Tutto si lega perchè l'economia dipende dalle risorse naturali, dal loro consumo e dall'energia che se ne ricava.
Orlov fa l'esempio del ponte pericolante: ad un certo punto è dichiarato inagibile dalle autorità, ma nessuno può sapere il giorno, l'ora e il minuto in cui cadrà. Semplicemente non offre più garanzie di sicurezza, può collassare da un momento all'altro e tutti lo possono vedere coi loro occhi.
La dinamica del collasso è imprevedibile. D. Orlov torna sul caso del crollo dell'Urss, e a distanza di anni fa notare che ancora nessuno ha la risposta sul motivo effettivo che ne ha provocato il crollo da un giorno all'altro. Semplicemente la struttura economica e sociale della repubblica sovietica non poteva più funzionare, è bastata una spallata qualsiasi per farla crollare. Secondo Orlov il caso attuale degli Usa è molto simile.
"Inserendo la citazione preferita da tutti di Yogi Berra: “Fare previsioni è difficile, specialmente se riguardano il futuro”. Be', mi permetto di dissentire: fare previsioni sul passato è altrettanto difficile. L'URSS è collassata inaspettatamente nel 1991, cogliendo di sorpresa gli “esperti”. La causa profonda del collasso rimane avvolta nel mistero e così la ragione della sua tempistica esatta."
Riuscire a prevedere un crollo è molto complicato. Perchè quando le basi sono compromesse e non vengono ripristinate, crolla tutto all'improvviso senza dare segnali preventivi.
All'esempio del ponte preferisco quello della casa abbandonata. Quando una costruzione viene lasciata a se stessa perchè i proprietari non hanno più risorse per la manutenzione, il primo a deteriorarsi è il tetto, perchè il più esposto agli elementi naturali. Quando cominciano a formarsi fori nel tetto, se non vengono chiusi, iniziano a marcire i travi in legno. Il tetto può reggere per numerosi anni, poi un giorno si spezza l'ultima fibra sana del trave maestro, e il tetto crolla di schianto in un secondo. A quel punto la costruzione intera, non più protetta e irrimediabilmente compromessa. La dinamica del crollo in natura, come nelle economie è simile: prima si aprono piccole falle che vengono trascurate, poi si allargano e approfondiscono i danni, poi c'è lo schianto improvviso ed imprevisto (nel momento esatto ma prevedibile viste le condizioni sotto gli occhi di tutti).
L'ing. Orlov propone un modello matematico per descrivere la caduta dirompente di un'economia. Secondo questo modello, curva di crescita e curva di decrescita non sono simmetriche, la decrescita è un ripido burrone:
"Alla fine il Prof. Ugo Bardi mi è venuto in aiuto con un modello meravigliosamente semplice e chiaro, che ha chiamato Effetto Seneca. ... Questo modello inizialmente comprende due elementi: una risorsa di base ed un'economia. Il tasso di sviluppo della risorsa di base è proporzionale sia alla dimensione della risorsa di base, sia alla dimensione dell'economia. Allo stesso modo, l'economia declina nel tempo a un tasso proporzionale alla sua dimensione. Impostate le condizioni iniziali, fate partire la simulazione ed ottenete una curva a campana simmetrica. Ora aggiungete un terzo elemento, che può essere chiamato con vari nomi, “burocrazia”, “inquinamento” o “sovraccarico”: tutti i requisiti imprescindibili o gli inevitabili effetti collaterali dell'avere un'economia. Questo elemento non contribuisce al tasso al quale viene sviluppata la risorsa di base. Anch'essa declina a un tasso proporzionale alla sua dimensione. Dirottate qualche frazione del flusso di risorsa a questo elemento, avviate il modello e ne risulta una curva asimmetrica: sale lentamente e scende rapidamente, il Dirupo di Seneca. Più grande è la frazione dirottata, più la curva è asimmetrica:"
In pratica l'effetto Seneca afferma che più sei grande, più farai un buco grande quando cadi.
"Per riassumere: è possibile prevedere che qualcosa accadrà con precisione sconcertante. Per esempio, tutti gli imperi alla fine collassano, senza eccezioni. Quindi gli Stati Uniti collasseranno. E qui ho finito. Ma non è possibile prevedere quando qualcosa accadrà, a causa del problema dell'informazione mancante: abbiamo un modello mentale su come qualcosa continuerà ad esistere, non di come inaspettatamente cessi di esistere. Tuttavia, osservando il tasso di deterioramento, o le divergenze dal nostro modello mentale, a volte possiamo dire che la data è vicina."
Alcuni segnali presi in considerazione da Orlov:
"Il governo federale statunitense sta attualmente spendendo 300 milioni di dollari al mese. Per far questo, “prende in prestito” circa 100 milioni di dollari al mese. Il termine “prendere in prestito” è fra virgolette perché gran parte di quel nuovo debito è creato dal Tesoro e comprato dalla Federal Reserve, così, in essenza, il governo scrive solo un assegno di 100 milioni di dollari a sé stesso ogni mese. Se questo continuasse per sempre, allora il dollaro americano diventerebbe senza valore, quindi è in atto una pressione per portare le banche centrali straniere ad assumersi loro stesse una parte di questo debito. Lo possono fare, naturalmente, ma, vedendo che il dollaro americano è sulla strada per diventare senza valore, hanno ridotto le loro partecipazioni del Tesoro americano piuttosto che aumentarle. Nessuno può dire quanto a lungo possa durare il dispiegamento di questo scenario, quindi ciò che si cerca in una situazione simile sono i segni della disperazione."
Su questo punto, la visione tedesca contraria all'acquisto dei titoli dei Piigs, è volta proprio ad evitare lo schema Ponzi dello Stato americano. Il problema però è che anche la soluzione dell'austerità non funziona, bisognerebbe inventare altro. Qualche soluzione più radicale. O forse una soluzione semplicemente non esiste: quando una società deve crollare lo fa comunque, qualsiasi soluzione si adotti per contrastare il crollo.
La disperazione è evidente, secondo Orlov, dalle ultime intese dell'amministrazione Usa con la Cina:
"Primo, esce fuori che la Cina ora può monetizzare il debito statunitense direttamente. Giusto, la capacità di stampare moneta statunitense ora è distribuita fra Stati Uniti e Cina. C'è una linea privata speciale fra Pechino ed il Tesoro americano e la Cina può comprare il Titoli del Tesoro americano senza passare da nessun meccanismo di mercato o rendere il prezzo pubblico. Secondo, ora la Cina può comprare direttamente le banche americane. Ai bei tempi, i tentativi da parte di forze straniere di usare i Titoli del Tesoro americani per comprare azioni nelle imprese negli Stati uniti era considerato come un atto di guerra. Oggigiorno, pare, non tanto. Fondamentalmente, Hillary e Timmy sono andati in Cina ed hanno detto: “prendetevi il nostro sistema finanziario, per favore!” Quello che hanno ottenuto è l'equivalente finanziario di una pompa di morfina sottocutanea: qualcosa che viene fornito ai malati terminali di cancro per la terapia del dolore continuativa. Ma se si secca prima che il paziente muoia? Sarebbe doloroso, no?"
Alcuni segnali presi in considerazione da Orlov:
"Il governo federale statunitense sta attualmente spendendo 300 milioni di dollari al mese. Per far questo, “prende in prestito” circa 100 milioni di dollari al mese. Il termine “prendere in prestito” è fra virgolette perché gran parte di quel nuovo debito è creato dal Tesoro e comprato dalla Federal Reserve, così, in essenza, il governo scrive solo un assegno di 100 milioni di dollari a sé stesso ogni mese. Se questo continuasse per sempre, allora il dollaro americano diventerebbe senza valore, quindi è in atto una pressione per portare le banche centrali straniere ad assumersi loro stesse una parte di questo debito. Lo possono fare, naturalmente, ma, vedendo che il dollaro americano è sulla strada per diventare senza valore, hanno ridotto le loro partecipazioni del Tesoro americano piuttosto che aumentarle. Nessuno può dire quanto a lungo possa durare il dispiegamento di questo scenario, quindi ciò che si cerca in una situazione simile sono i segni della disperazione."
Su questo punto, la visione tedesca contraria all'acquisto dei titoli dei Piigs, è volta proprio ad evitare lo schema Ponzi dello Stato americano. Il problema però è che anche la soluzione dell'austerità non funziona, bisognerebbe inventare altro. Qualche soluzione più radicale. O forse una soluzione semplicemente non esiste: quando una società deve crollare lo fa comunque, qualsiasi soluzione si adotti per contrastare il crollo.
La disperazione è evidente, secondo Orlov, dalle ultime intese dell'amministrazione Usa con la Cina:
"Primo, esce fuori che la Cina ora può monetizzare il debito statunitense direttamente. Giusto, la capacità di stampare moneta statunitense ora è distribuita fra Stati Uniti e Cina. C'è una linea privata speciale fra Pechino ed il Tesoro americano e la Cina può comprare il Titoli del Tesoro americano senza passare da nessun meccanismo di mercato o rendere il prezzo pubblico. Secondo, ora la Cina può comprare direttamente le banche americane. Ai bei tempi, i tentativi da parte di forze straniere di usare i Titoli del Tesoro americani per comprare azioni nelle imprese negli Stati uniti era considerato come un atto di guerra. Oggigiorno, pare, non tanto. Fondamentalmente, Hillary e Timmy sono andati in Cina ed hanno detto: “prendetevi il nostro sistema finanziario, per favore!” Quello che hanno ottenuto è l'equivalente finanziario di una pompa di morfina sottocutanea: qualcosa che viene fornito ai malati terminali di cancro per la terapia del dolore continuativa. Ma se si secca prima che il paziente muoia? Sarebbe doloroso, no?"
Altri segnali simili a ciò che avvenne nell'Urss:
" i singoli ricchi si stanno spostando all'estero e rinunciano alla cittadinanza americana in numero sempre maggiore, come i topi che abbandonano la nave che affonda. Un esempio di alto profilo è Eduardo Saverin, uno dei fondatori di Facebook, che ha rinunciato alla propria cittadinanza americana prima del ridicolo fiasco che è stato il lancio di Facebook in borsa.
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Questo è ciò che ho visto in Russia dopo il collasso del Soviet: la ex elite del Soviet ha perduto ogni fiducia nel sistema, ha provato ad accaparrarsene un pezzo ed è scappata via con quello. Questo modello continua anche ai giorni nostri: una volta che qualcosa collassa tende a rimanere collassata per lungo tempo.
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JP Morgan ha appena riportato una perdita negli scambi di 2 miliardi di dollari (in realtà di più, tipo 8 milioni di dollari). Si sta facendo niente per questo? Naturalmente no! La JP Morgan ha una lunga e orgogliosa storia di cattiva gestione dei rischi, che fossero dovuti all'uso di modelli matematici assurdi (Valore a Rischio) o che fossero dovuti all'avere dei trader dal nickname tipo “la Balena” (the Whale) che decidono spontaneamente di essere Dio e di rovinarsi enormemente. Siccome tutto questo è stato fatto coi fondi bloccati dei contribuenti (come altre grandi banche americane, JP Morgan dipende dal sostegno vitale del governo) ci sono state delle discussioni sul fatto che la Balena potesse coprire, o scommettere, o giocare d'azzardo (coi soldi pubblici). Ma nessuno conosce più la differenza ormai e potete star sicuri, nessun altro andrà in galera per queste operazioni.
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I politici sono anche soltanto vagamente interessati a riformare il sistema finanziario? No, ne sono troppo spaventati. La legislazione di riforma finanziaria, così com'è, è stata abbozzata dalle compagnie finanziarie stesse e dai loro lobbisti. I politici avrebbero paura di avvicinarvisi, per timore di mettere a rischio i loro contributi per la campagna elettorale.
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Entrambi i partiti hanno ripetutamente esibito un atteggiamento bipartisan indecoroso, quando è capitato di far passare leggi che compromettono le libertà civili, che aumentano il controllo sociale e la sorveglianza e che tolgono diritti ai loro cittadini. Il bilancio per la sicurezza nazionale del 2013 promette di superare il trilione di dollari. Ancora una volta, il parallelo con l'URSS pre e post collasso colpisce: anche lì il sistema politico non era riformabile, svuotato e usato per vantaggi personali, come un servizio personale per gente ricca e potente. Criminali come Boris Berezovsky sono stati in corsa per una carica pubblica solo per avere l'immunità dalla prosecuzione che ne derivava. Questo schema continua ancora oggi, specialmente in Ucraina: perdi un'elezione e vai in galera. Vieni rieletto e usi i votanti che non hanno votato per te come tirassegno.
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Ciò che tende a cambiare piuttosto improvvisamente è il commercio. ... la differenza fra le estati del 1989 e quella del 1990 è stata impressionante [in Urss], perché dall'estate del 1990 il commercio si è arenato. C'erano scaffali vuoti nei negozi, molti dei quali erano chiusi. La gente rifiutava di accettare soldi come pagamento. Le importazioni si sono prosciugate e il solo modo per procurarsi cose ambite come lo shampoo era da qualcuno che aveva viaggiato all'estero, in cambio di gioielli o altri oggetti di valore. E questo è avvenuto nonostante il fatto che l'URSS avesse un piano di affari generale migliore: “Vendi petrolio e gas, compra tutto il resto”. Mentre il piano degli Stati Uniti è ridotto a: “Stampa soldi, usali per comprare tutto il resto” (gran parte degli oggetti di consumo, più di ¾ del petrolio usato per spostarli e tutto il resto).
Il petrolio importato, naturalmente, è il tallone d'Achille del commercio americano. L'economia americana è stata costruita intorno al principio che i costi di trasporto non contano. Ogni cosa percorre lunghe distanze sempre, prevalentemente su gomma, alimentate da benzina o diesel"
Il problema del declino Usa transita dall'economia, all'ecologia ad ogni aspetto della società:
"Un problema associato è che la frazione di risorse che finiscono nella burocrazia/inquinamento/sovraccarico normalmente cominciano essendo ragionevoli (un quarto o un terzo più o meno) ma più l'economia si avvicina al collasso, più alta diventa questa frazione. Possiamo osservare questo nell'economia americana: sempre più risorse sono state allocate in salvataggi, progetti pasticciati di “stimolo economico” e sicurezza nazionale; sempre più inquinamento (e costi associati) dall'estrazione petrolifera offshore e dallo sviluppo di risorse energetiche marginali e sporche come il petrolio da scisti è le sabbie bituminose. Mentre la parte produttiva dell'economia comincia a fallire, i burocrati aumentano la disperazione ma, essendo burocrati, tutto ciò che possono fare è aumentare all'infinito il fardello burocratico, accelerando la scivolata verso il basso. Gran parte delle persone hanno sentito parlare della glasnost e della perestroika di Gorbaciov, ma ma c'è stata un terza iniziativa, l'accelerazione (uskorenie): il tentativo disperato di portare la moribonda economia sovietica a funzionare meglio. Invece, il risultato è stato che l'ha portata allo shock."Secondo Orlov (e non solo) in questi decenni si è avuto un passaggio da un'economia di prossimità, ad un'economia di grande scala (dal negozio sotto casa, ai supermercati) che ora sta facendo il passaggio successivo: la desertificazione economico-sociale. Prima o poi anche le grandi distribuzioni, le grandi compagnie di trasporto, gli istituti finanziari globali, i grandi ospedali e centri di ricerca, e anche i sistemi di produzione d'energia, abbandoneranno gli Usa verso altri lidi più vantaggiosi, lasciando dietro di se macerie economiche e sociali.
La popolazione enorme degli Usa sarà sempre più impossibilitata a rifornirsi di cibo e altri beni, ad avere le cure mediche necessarie, ad avere sufficiente energia per lavorare. Ci sono già molti segnali in campo energetico dove lo Stato non è più in grado di far fronte alla manutenzione del sistema di distribuzione energetico e ha demandato ai privati gli oneri dell'emergenza.
Orlov non vede miglioramenti della situazione in futuro, perchè il sistema non è in grado di "aggiustarsi magicamente da se", per rimetterlo in moto è richiesto molto tempo e risorse. Ma se un sistema è sbagliato in partenza, mi sento di aggiungere, come quello dell'ex Urss è impossibile riuscire a riattivarlo. Forse qualche speranza in più ce l'hanno gli Usa, malgrado Orlov affermi il contrario. Pero egli pensa si possa superare la crisi in un unico modo: "se avviate il vostro collasso prima e lo attraversate velocemente, allora le vostre chance di sopravvivere è molto probabile che siano sostanzialmente superiori a zero."
Quindi, per Orlov, il collasso dell'"Impero Americano" non è evitabile, ma comunque "attraversabile".
In conclusione, si possono fare dei paralleli tra il declino Usa e la situazione di crisi europea ed italiana. Se si spera che magicamente vada tutto a posto, non si va da nessuna parte.
Lo dimostrano i summit estemporanei tra i leader europei che sono serviti a prendere tempo, ma non a risolvere le questioni di fondo. Servirebbero dei summit permanenti, ma questi si chiamano "Parlamento europeo" o più drasticamente "Costituente europea" e presuppongono di fare una scelta rivoluzionaria che spaventa la nomenclatura europea: la democrazia.
Per l'Italia vale lo stesso. La scelta di fare "riforme" atte a tamponare le spese o fare cassa non è servita a nulla. Il declino continua ancora più inarrestabile. Anche in Italia bisognerebbe fermarsi a riflettere su molte cose: l'Europa è disposta ad ascoltare le richieste di aiuto e democrazia dei suoi popoli? e se si, come dobbiamo riprogettare il nostro Stato in vista di ciò? ci conviene rimanere nella struttura dell'euro? Costa di più rimanervi o uscirne? Funzionerebbe meglio un piccola nazione in balia della globalizzazione o una grande elefantiaca confederazione europea multilingue e multi idee? Tutte domande che nessun politico osa dibattere pubblicamene, nessuno osa mettere in dubbio la scelta dell'euro e della sospensione della democrazia a favore della finanza. Come negli Usa.
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