Continua ed evolve seguendo le previsioni, la bolla immobiliare italiana, un esempio da Torino:
"Vendite in picchiata (-18%), quotazioni in calo. “Chi compra può trattare fino al 30%”
TORINO
La resistenza alla crisi è stata strenua, ma ora anche a Torino è iniziata la discesa dei prezzi delle case. Il drastico calo delle compravendite (-18,1% nel primo trimestre 2012 rispetto allo stesso periodo del 2011) e la difficoltà a ottenere un mutuo, uniti ai problemi dell’occupazione e all’incertezza sul futuro economico del Paese, stanno iniziando a far sentire i loro effetti anche sul mercato immobiliare torinese, storicamente uno dei più stabili nel panorama delle grandi città italiane.
Una lieve flessione dello 0,6% era già stata registrata nel secondo semestre 2011 dall’Osservatorio del mercato immobiliare dell’Agenzia del territorio ... ma anche dall’Osservatorio arrivano previsioni non proprio rosee. «I prossimi dati ufficiali saranno resi noti a ottobre - dice Maurizio Festa, responsabile dell’ufficio statistiche e studi dell’Omi - ma ci aspettiamo che i prezzi scendano di qualche punto percentuale».
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Ora, visto che gli acquirenti non si trovano e sono sempre di più gli annunci che restano ignorati per mesi (anche più di un anno), i proprietari cominciano ad abbassare le richieste.
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Il fenomeno è già registrato con dati ben più negativi dagli intermediari immobiliari, che invece stilano i listini quotazioni sulla base della cifra a cui si concludono le vendite. Secondo Fimai Torino, Federazione mediatori e agenti d’affari, una trattativa per una casa, di questi tempi, si può chiudere a un prezzo fino al 30% inferiore rispetto alla richiesta di partenza. La situazione più drammatica secondo Fimai è quella di Barriera di Milano, dove il mercato è immobile e nessuno compra. Ma anche nelle zone di pregio il prezzo varia dal 5 al 10% in meno rispetto a quello con cui è stato messo in vendita. «Il problema è che questa non è una crisi fisiologica – spiegano Alessandro Berlincioni e Alberto Parri, presidente e vicepresidente della Fimai –. Il mercato immobiliare è soggetto a continue oscillazioni, ma la pressoché totale assenza del credito rende questa fase unica e drammatica».
Alla crisi dei mutui si unis cono il balzello 2012 della tassazione sulla casa, reintrodotta con l’Imu, l’aumento della disoccupazione e il precariato. Gli esperti indicano anche un fattore psicologico determinate per la flessione del mercato: l’incertezza del lavoro anche per chi ha un posto fisso. Il bombardamento di notizie sullo spread, sul rischio default...
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la possibilità che le famiglie rinuncino a comprare casa «è un’ipotesi concreta, se i prezzi non scenderanno fino a incontrare la domanda, ed è probabile che bisognerà rivedere il modello sociale imperante fondato sull’aspettativa di diventare proprietari a tutti i costi». "
( www.lastampa.it )
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Secondo il portale di annunci Idealista.it, sotto la Mole il prezzo del canone sarebbe aumentato nel primo semestre del 2012 del 4,5%.
"(www.lastampa.it)
"I dati a livello nazionale dicono che i mutui casa erogati sono diminuiti del 47% nel 2012, come già emerso dai dati dell’Osservatorio sul credito al dettaglio realizzato da Assofin, Crif e Prometeia. Torino non fa eccezione.
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È questo uno dei principali freni al mercato immobiliare. Da un lato ci sono le banche, non più così disponibili a concedere il prestito sulla casa; dall’altro, però, anche le famiglie che potrebbero permetterselo preferiscono non rischiare.
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In termini numerici, il calo del 18% significa che nel primo trimestre del 2012 sono stati acquistati 2.302 immobili, rispetto ai 2.810 dello stesso periodo del 2011.
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«Con i numeri di oggi, i prezzi dovranno molto probabilmente ridimensionarsi - spiega Festa - però non ci aspettiamo un crollo». "
(www.lastampa.it)
"I dati a livello nazionale dicono che i mutui casa erogati sono diminuiti del 47% nel 2012, come già emerso dai dati dell’Osservatorio sul credito al dettaglio realizzato da Assofin, Crif e Prometeia. Torino non fa eccezione.
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È questo uno dei principali freni al mercato immobiliare. Da un lato ci sono le banche, non più così disponibili a concedere il prestito sulla casa; dall’altro, però, anche le famiglie che potrebbero permetterselo preferiscono non rischiare.
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In termini numerici, il calo del 18% significa che nel primo trimestre del 2012 sono stati acquistati 2.302 immobili, rispetto ai 2.810 dello stesso periodo del 2011.
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«Con i numeri di oggi, i prezzi dovranno molto probabilmente ridimensionarsi - spiega Festa - però non ci aspettiamo un crollo». "
(www.lastampa.it)
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