Vedo che sui media di sinistra si tende ad inserire le proposte di Berlusconi di "stampare lire" fra il genere follie da canicola estiva. E' vero, le dichiarazioni di B. sono estemporanee e appaiono folli perchè non sufficientemente argomentate. Ma attenti, non si devono confondere idee forti con idee folli.
Magari gli stessi media che hanno anche ospitato articoli di "professoroni" e commentatori che proponevano l'abbandono dell'euro per risolvere la crisi, ora danno del pazzo a Berlusconi. Mi pare assurdo definire quest'idea folle solo perchè ora esce dalla bocca dell'ex premier, quando sono almeno sei mesi che sulla rete questa discussione rimbalza da un sito all'altro.
Certo, Berlusconi è furbo, ha capito che molti italiani (un terzo addirittura) non amano l'euro è hanno nostalgia della lira. E' chiaro come il sole che il Cavaliere vuole i voti di questi italiani per recuperare la disastrosa situazione in cui si trova il Pdl. Ora ha persino dichiarato che continuerà ad essere lui il leader del centro destra, smentendo il se stesso di mesi e mesi (ma non è una novità che faccia inversioni a U formidabili), perchè ha visto che nel Pdl nessun successore riesce a far crescere i consensi.
Ma constatato questo, la sinistra ancora una volta rischia di bloccarsi su concetti dogmatici, come l'euro "irreversibile" e lasciare al centro destra un dibattito e un'idea che gli italiani sembrano apprezzare molto: l'abbandono dell'euro. Lo sta denunciando per esempio il prof. Bagnai, che è un sostenitore da sinistra del ritorno alla sovranità monetaria:
"L'euro fa fare anche a sinistra e centrosinistra cose di destra. E allora, visto che di «fortissimi dubbi sulla sostenibilità della moneta unica» ne esistono da più di venti anni, è tempo che anche il Pd e le altre forze di sinistra che si sono fatte custodi dell'ortodossia dell'Unione monetaria, comincino a discutere dell'eventualità di un'uscita dell'Italia da Eurolandia.
A meno che non vogliano lasciare nella mani di Silvio Berlusconi e della destra populista un'arma che consentirebbe loro di riprendere quota e guadagnare spazi e consensi"
L'euro "irreversibile" è una boiata pazzesca, rubando la definizione a Squinzi, perchè le monete nascono e muoiono come tutte le cose umane. Se fossero irreversibili utilizzeremo ancora il sesterzio.
Inoltre uscire o rimanere nell'euro, potrebbe non dipendere dalla nostra volontà, la sinistra dovrebbe avere un atteggiamento più sincero, guardare in faccia alla realtà senza paura:
"E’ un atteggiamento irresponsabile, contiguo all’aborrita antipolitica, che ha pochissimo senso anche perché non è detto che un’uscita dall’euro debba essere frutto di una precisa volontà, ma può verificarsi ugualmente per l’insostenibilità dei presupposti sui quali è nato e dei meccanismi con i quali funziona, anzi è assai probabile che avvenga proprio questo. Dunque discuterne, per mettere a punto tecniche, salvagenti e prospettive sarebbe doveroso, il minimo sindacale per una politica che voglia meritarsi questo nome. La catastrofe peggiore che ci possa capitare è proprio quella di essere colti di sorpresa da un evento dopo essere stati capaci solo di esorcizzarlo. Tanto più che la preoccupazione dovrebbe essere semmai quella di mantenere in piedi la costruzione europea senza mandarla alle ortiche assieme alla moneta."
"La gente con qualunque numero di g la si voglia chiamare, avverte che qualcosa non funziona, che la salvezza invocata per tramite di un governo di palazzo – e che palazzo – riguarda le classi dirigenti, i ricchi, il sistema bancario, è disorientata e accorre dove giungono dei segnali invece del silenzio. Non c’è bisogno che essi siano coerenti o che vengano proprio da coloro che hanno lasciato incancrenire le piaghe, basta il fatto che un esperimento “tecnico” largamente fallimentare, debolissimo all’interno e senza alcuna forza all’esterno e dunque disponibile a qualsiasi ricatto, venga tenuto artificiosamente in piedi per dar modo al mondo politico di risolvere le sue questioni interne, lasciando via libera ad ogni diktat, avidità, disegno occulto, interesse di bottega."
E proprio il fallimento (persino certificato) di Monti darà nuova forza al Cavaliere. Il quale può benissimo dire che la colpa della crisi dello spread, non era sua, ma della costruzione sbagliata della moneta unica. Come si può smentire una cosa del genere di fronte all'evidenza di uno spread che da febbraio è ritornato pericolosamente alto?
Certo, qualcuno può dire che il governo Berlusconi non è stato sufficientemente rapido nel mettere mano all'arma fiscale per portare "fuori pericolo" l'Italia. Verissimo. Ma chi afferma questo non si rende conto che agli italiani questa soluzione non è piaciuta per niente. Perchè pagare tasse sproporzionate per tenere in piedi un fallimentare sistema monetario europeo, quando sarebbe più semplice (si fa per dire) abbandonare l'euro? Questo stanno pensando molti italiani, dopo la cura Monti, del tutto inefficace.
Anche chi afferma che Berlusconi è la causa della crisi, perchè nel periodo dello spread basso avrebbe potuto tagliare la spesa, abbattere il debito e fare le riforme, semplifica eccessivamente la questione. Primo perchè nessun governo, anche di centro sinistra, in Italia è in grado di fare queste cose. Bisognerebbe rifondare lo Stato. Ne è la prova, che se il progetto di "spendig review" di Bondi andrà in porto, si taglierà appena lo 0,6% della spesa pubblica. E che la riforma Fornero sul lavoro dovrà essere rivista, e la riforma delle pensioni è nata monca.
Secondo, perchè anche si riuscisse a fare queste cose, la nostra economia sarebbe comunque sempre più debole di quella tedesca, ci troveremmo prima a poi sempre con problemi legati alla mancanza di sovranità monetaria: non poter stampare moneta nei cicli sfavorevoli, dover prendere sempre a prestito una moneta straniera, dover ricorrere unicamente alla tassazione per qualsiasi eventualità (i terremoti e le alluvioni in Italia sono una costante), dover limitare al massimo il sostegno statale all'economia ecc.
Devo purtroppo constatare ancora una volta, che la politica con la "P" maiuscola non abita più a sinistra, dove non si fanno dibattiti coraggiosi, ma ci si allinea come pecore all'idea dominante. E tutto questo favorisce i "folli" come il Cavaliere, che rimane ancora un incredibile e non del tutto compreso fenomeno politico. Si scriveranno le sue gesta sui libri di storia, e forse li finalmente si potrà leggere che Berlusconi fu sempre un passo più avanti del resto della stantia classe politica, senza forza, senza idee e senza coraggio.
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