lunedì 4 giugno 2012

Monti è finito (4)



Che si guardi la faccenda da destra o da sinistra il risultato non cambia.

Mario Monti "non ha più il sostegno in Parlamento" e dovrebbe valutare l'ipotesi di"anticipare al prossimo autunno le elezioni politiche fissate nella primavera del 2013".
A pronunciare questa sorta di sentenza politica è stato il responsabile economico del Partito Democratico, Stefano Fassina, le cui parole hanno scatenato il putiferio in seno al Pd.

"Se l’intervista fosse stata letta per intero e non solo nel titolo, si sarebbe capito che la mia intenzione era di esprimere una preoccupazione politica seria per il quadro che abbiamo di fronte: la condizione dell’economia e del lavoro e i risultati delle amministrative, che ci hanno consegnato un Pdl in grandissima difficoltà, per cui difficilmente darà il consenso necessario a fare le riforme".
Ha replicato l’interessato.

“«In questo contesto politico e con questo Parlamento, Monti non ha la forza di portare avanti altre riforme». Un’intervista alla Reuter del responsabile economico del Pd Stefano Fassina fa scoppiare un polverone tra i democrat. Secondo Fassina, infatti, il governo Monti è svuotato, e la soluzione è andare al voto a settembre. Una soluzione che i vertici del partito, a cominciare da Bersani, bollano come improbabile. Secondo Fassina «dovremmo verificare rapidamente se esiste la possibilità di riformare la legge elettorale e, se questa non c’è, dovremmo considerare la possibilità di anticipare la legge finanziaria per il 2013 e votare in autunno». La fine anticipata della legislatura «dovrebbe avvenire in modo trasparente e con il consenso dell’Unione europea», prosegue Fassina. «In marzo o aprile 2013 - ha osservato - dopo altra recessione e nuova disoccupazione, penso che la situazione politica ed economica sarebbe decisamente peggiore».”

Bersani naturalmente è in disaccordo e conferma che si voterà nel 2013.
Ma quello che dice Fassina ormai lo pensano in molti. Se il governo Monti non ha risolto il problema dello spread, non ha fatto nessun intervento per la crescita, ha solo aumentato le tasse e ridotto i diritti dei lavoratori conquistati in anni di lotte (pensioni e riforma del lavoro), perché si dovrebbe continuare a sostenerlo? Tanto più che il Pdl si è dissolto, il Pd ha perso un milione di voti nell’ultima tornata elettorale, e all’orizzonte il nuovo movimento di Grillo rischia di mandare a casa un bella fetta della vecchia casta politica. Perché i maggiori partiti continuano a sostenere Monti contro il loro interesse?

Vedi anche:


Aggiornamento 22:45

La notizia sopra e i mal di pancia del Pdl sono da unire a quest'altra notizia che fa tremare Mago Monti più del terremoto:


"«Calma, non c'è fretta. Dite al premier che sul Fiscal Compact è meglio rinviare tutto a dopo l'estate». Mario Monti questa non l'aveva prevista. Da qualche giorno i suoi uomini in Parlamento gli vanno riferendo della nascita di una strana creatura, un ircocervo con la testa Pdl e il corpo Pd, un animale che sbarra la strada all'approvazione del trattato istitutivo del patto di bilancio. Mettendo in pericolo, nell'ottica di Monti, l'immagine dell'Italia e «rischiando di vanificare il percorso virtuoso compiuto fino ad oggi sul piano del risanamento dei conti». 

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Una situazione che ha fatto suonare più di un campanello d'allarme a palazzo Chigi. Non a caso, annusata l'aria, i122 maggio il ministro Moavero era andato a ribadire al Senato che «l'accordo sul Fiscal Compact è da rispettare» e che «non può su questo riaprirsi un dibattito a livello europeo» 
...
Il problema è che tra Pdl e Pd si è creata negli ultimi tempi un'intesa di fatto. Contro la Merkel certo. Ma, come hanno capito benissimo a palazzo Chigi, anche contro la linea troppo "tedesca" di Monti. «Molti nel nostro partito spiega Maurizio Gasparri - sono estremamente critici nei co nfronti del Fiscal Compact, specie Renato Bninetta. Non vogliamo una ratifica in fretta e furia. Vogliamo prima vedere se ci saranno modifiche nei piani europei. La ratifica può essere un'occasione per fare pressione». Il Fiscal Compact come «arma di pressione» dunque. Non solo su Merkel ma anche su Monti. Bussando alla porta del Pd si ascoltano ragionamenti simili, seppur conditi da un elogio preventivo a Monti. «Noi del Pd - rivela Sandro Gozi - siamo in contatto stretto sia con 1 'Spd tedesca che coni socialisti francesi e vogliamo utilizzare in maniera costruttiva la ratifica del Fiscal Compact per fare pressione non tanto sul governo quanto sulla Merkel. Vogliamo vedere prima dei concreti passi avanti al consiglio Ue del 28 giugno». 
...
...Emma Bonino. «Se anche i tedeschi non ce la fanno ad approvare prima dell'estate perché dovremmo affrettarci noi? L'Spd punta a creare una sponda con Hollande per far cambiare rotta all'Ue, ma sappiamo bene che fino alle elezioni legislative del 17 giugno il presidente francese sarà paralizzato». Del Fiscal Compact se ne riparlerà ormai a settembre."


Quindi i partiti maggiori hanno sottratto dalla mano di Monti la "frusta della crisi", ed ora la usano sul suo governo per fargli rimangiare il suo credo austerico, e battere i pugni sulla scrivania della Merkel. Ora però si possono veramente aprire tutti gli scenari possibili. Se si vota veramente in autunno senza Fiscal compact, può accadere anche questo:


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