Ecco che ci siamo, si comincia a intravvedere la strategia Marchionne:
Fiat : per la prima volta in cassa integrazione
tutti i 5.400 dipendenti di Mirafiori
"Tutti i 5.400 dipendenti degli enti centrali di Mirafiori, la maggior parte impiegati, andranno per la prima volta in cassa integrazione ordinaria contemporaneamente sei giorni tra giugno e luglio. «È una pessima notizia: vuol dire che anche a livello della testa di Fiat ci sono forti problemi» commenta Edi Lazzi, responsabile V lega Fiom."
e per quanto riguarda lo torico stabilimento di Torino, un tempo il più grande della Fiat:
Mirafiori è già in dismissione, nascerà un museo Fiat
"...il futuro del sito torinese è appeso a un filo da almeno vent’anni. Se nel 1991 il primo stabilimento di Fiat produceva 4.000 automobili al giorno, nel 2011 ne sfornerà circa 250. E a Torino sta prendendo sempre più piede l’ipotesi di una dismissione, anche parziale, dell’impianto più grande del gruppo. Al suo posto, un museo della storia centenaria della casa automobilistica.
...
Allo studio c’è da già da qualche anno un diverso uso degli spazi di Mirafiori. L’ipotesi, finora passata sottotraccia tranne che negli ambienti torinesi, è quella di un museo della storia Fiat, sul modello di quelli costruiti da Bmw e Volkswagen in Germania. Una parte dello stabilimento, circa un terzo, sarebbe demolita e le aree cedute al Comune, che provvederebbe a effettuare una riqualificazione urbana del distretto, come fatto per la dorsale Spina, che collega nord e sud della città. La restante area di Mirafiori sarebbe infine destinata a essere luogo di esercizi commerciali. Sebbene siano solamente ipotesi, a Torino continuano a riproporsi sporadicamente. E ultimamente, le voci si sono fatte sempre più frequenti.
...
Al posto di una parte dei parcheggi per dipendenti hanno costruito abitazioni, e altre zone sono state cedute al Comune che ha provveduto a dare un altro futuro alle aree ex Fiat"
( www.linkiesta.it )
nel post "Vivacchiare" avevo già delineato il piano industriale della Fiat, alla luce delle ultime produzioni "aliene":
"L’esempio lampante ci viene dalla più grande industria italiana, quella automobilistica. In Italia la Fiat rimane come testimonianza, ma in Europa è residuale e sempre meno competitiva. La Fiat è ormai un ammennicolo della Chrysler. Sarebbe dovuto essere il contrario, era la Fiat ad “acquisire” l’industria americana. In Italia i sindacati si immaginavano gli Usa invasi da cinquecento e panda. Invece la Fiat sta facendo il contrario, i nuovi modelli sono prodotti in Usa ed importanti in Italia con i marchi del gruppo Fiat sul frontale. La Fiat in Italia, sta diventando un industria di mascherine e scudetti pressofusi da avvitare sulle berline prodotte in Usa.
Del resto è evidente che se non c’è visione del futuro, non c’è nemmeno un piano industriale e quindi una volontà politica di mantenere le produzioni in Italia. Che siano auto, frigoriferi o calze di nylon."
E' evidente si! Questa nazione non è più attraente per i produttori. Quelli grandi se ne vanno, non solo trasferendo le catene di montaggio, ma fra poco anche gli studi di progettazione. I produttori piccoli, le PMI, sono strozzate dalla mancanza di credito, e dalla mancanza di mercato interno. Quindi verranno distrutti, si farà terra bruciata. I piccoli imprenditori possono continuare a bruciarsi come bonzi davanti alle sedi Equitalia. Di loro non importa più nulla a questo Stato che cerca solo di tenere a bada lo spread, e di rimanere ancorato al "Dio euro", anche a costo di massacrare i suoi cittadini.
E' bello avere dei tecnici al governo, non sanno fare i politici e non sanno fare i conti...
Nessun commento:
Posta un commento