L'Europa intera si sta ribellando alla politica di austerità tedesca, questo hanno dimostrato le recenti elezioni francesi, greche ed in parte le italiane. Ora si attende di conoscere l'opinione dell'elettorato tedesco. Se la cancelliera Merkel venisse riconfermata, e se la Francia si mettesse a capo di una fazione anti austerità (o pro eurobond, o pro stampa di euro), la Germania potrebbe essere tentata di lasciare l'euro.
Piuttosto che doversi sobbarcare dei salvataggi impossibili ed i relativi oneri, come quello di Italia e Spagna (per la Francia manca poco), la Germania riterrebbe più saggio uscire dalla zona euro. Per non parlare poi delle fobie dell'inflazione: per superare il problema del debito e dei deficit di bilancio, sarebbe sufficiente che la Bce si comportasse come la Fed o la Banca d'Inghilterra acquistando a interesse "politico" i titoli di Stato dei Piigs. Si risparmierebbe notevolmente rispetto alle operazioni Ltro messe su da Draghi. Il problema è che la fobia dell'inflazione impedisce alla Germania di aderire a una tale politica economica di salvataggio europeo.
quindi:
"...negli ultimi sei mesi e nel silenzio generale dei media, la Germania ha preso le seguenti decisioni politiche: ha approvato una legislazione che le permette di abbandonare l’euro pur restando nell’eurozona e riattivato il Fondo speciale di stabilizzazione dei mercati, meglio conosciuto come Soffin.
E quali sono le caratteristiche di questo fondo? Garanzie per 400 miliardi di euro per le banche tedesche, 80 miliardi di euro per ricapitalizzare gli istituti che ne avessero bisogno ma, soprattutto, una legislazione speciale che permette alle banche tedesche di scaricare TUTTE le loro detenzioni di bond governativi dell’eurozona, se ne avessero necessità. Eh sì, avete letto bene. In parole povere, la Germania ha innalzato un firewall di 480 miliardi di euro a difesa delle sue banche – il fondo Esm, che dovrebbe difendere l’intera eurozona è di soli 500 miliardi, di cu 190 messi dalla Germania, per ora solo sulla carta – garantendo loro la possibilità di scaricare dai bilanci le obbligazioni sovrane, le quali verrebbero acquistate dal fondo Soffin e parcheggiate. Prodromi di un’uscita della Germania dall’euro? No, solo una chiara minaccia nei confronti dei partner in caso continuassero a premere sulla Bce per attuare politiche espansive, leggi salvataggi back-door come il programma Target2 o una terza asta Ltro: si sa, in Germania vince politicamente chi si mostra più duro nei confronti dei cosiddetti Piigs e la Merkel ha un disperato bisogno di popolarità, oltre che di recuperare un rapporto con i falchi della Bundesbank.
Lo ripeto, siamo ormai al punto di non ritorno: non importa se sarà l’implosione della Spagna o l’addio della Germania, l’attuale Ue non regge in questa forma e quindi dovrà cambiare. Spagna e Italia sono problemi troppo grandi da risolvere, non esistono né fondi, né entità sufficientemente potenti per riuscire a gestire la situazione. Qualche esempio? Ne bastano due, a mio avviso.
Primo, ieri (ndr: 25 aprile) la Germania è riuscita a collocare Bund trentennali con scadenza luglio 2044 solo per 2,405 miliardi di euro contro i 3 miliardi di importo massimo prefissato (595 milioni di euro gli acquisti solo della Bundesbank, tanto per capirci), una volta che il rendimento medio offerto ha toccato il minimo storico del 2,41%. La domanda, inoltre, ha raggiunto solo i 2,75 miliardi. Direte voi, meglio così, lo spread Btp-Bund sarà crollato: no, rimasto placidamente in area 390. Secondo, nelle sale trading si comincia a guardare sempre meno al differenziale tra i nostri titoli di Stato e quelli tedeschi e ci si concentra sempre di più sullo spread tra Btp e Bonos spagnoli, in perenne restringimento da un settimana a questa parte, con le nostre obbligazioni pericolosamente underperforming rispetto a quelle iberiche: in 5 giorni di contrattazioni, si è passati da uno spread di 50 punti base ai 17 di ieri.
Un enorme short squeeze? Probabile, ma è una dinamica già vista la scorsa estate: attenzione, l’Italia sta tornando nei radar. Con buona pace di Mario Draghi, Mario Monti... "
Piuttosto che doversi sobbarcare dei salvataggi impossibili ed i relativi oneri, come quello di Italia e Spagna (per la Francia manca poco), la Germania riterrebbe più saggio uscire dalla zona euro. Per non parlare poi delle fobie dell'inflazione: per superare il problema del debito e dei deficit di bilancio, sarebbe sufficiente che la Bce si comportasse come la Fed o la Banca d'Inghilterra acquistando a interesse "politico" i titoli di Stato dei Piigs. Si risparmierebbe notevolmente rispetto alle operazioni Ltro messe su da Draghi. Il problema è che la fobia dell'inflazione impedisce alla Germania di aderire a una tale politica economica di salvataggio europeo.
quindi:
"...negli ultimi sei mesi e nel silenzio generale dei media, la Germania ha preso le seguenti decisioni politiche: ha approvato una legislazione che le permette di abbandonare l’euro pur restando nell’eurozona e riattivato il Fondo speciale di stabilizzazione dei mercati, meglio conosciuto come Soffin.
E quali sono le caratteristiche di questo fondo? Garanzie per 400 miliardi di euro per le banche tedesche, 80 miliardi di euro per ricapitalizzare gli istituti che ne avessero bisogno ma, soprattutto, una legislazione speciale che permette alle banche tedesche di scaricare TUTTE le loro detenzioni di bond governativi dell’eurozona, se ne avessero necessità. Eh sì, avete letto bene. In parole povere, la Germania ha innalzato un firewall di 480 miliardi di euro a difesa delle sue banche – il fondo Esm, che dovrebbe difendere l’intera eurozona è di soli 500 miliardi, di cu 190 messi dalla Germania, per ora solo sulla carta – garantendo loro la possibilità di scaricare dai bilanci le obbligazioni sovrane, le quali verrebbero acquistate dal fondo Soffin e parcheggiate. Prodromi di un’uscita della Germania dall’euro? No, solo una chiara minaccia nei confronti dei partner in caso continuassero a premere sulla Bce per attuare politiche espansive, leggi salvataggi back-door come il programma Target2 o una terza asta Ltro: si sa, in Germania vince politicamente chi si mostra più duro nei confronti dei cosiddetti Piigs e la Merkel ha un disperato bisogno di popolarità, oltre che di recuperare un rapporto con i falchi della Bundesbank.
Lo ripeto, siamo ormai al punto di non ritorno: non importa se sarà l’implosione della Spagna o l’addio della Germania, l’attuale Ue non regge in questa forma e quindi dovrà cambiare. Spagna e Italia sono problemi troppo grandi da risolvere, non esistono né fondi, né entità sufficientemente potenti per riuscire a gestire la situazione. Qualche esempio? Ne bastano due, a mio avviso.
Primo, ieri (ndr: 25 aprile) la Germania è riuscita a collocare Bund trentennali con scadenza luglio 2044 solo per 2,405 miliardi di euro contro i 3 miliardi di importo massimo prefissato (595 milioni di euro gli acquisti solo della Bundesbank, tanto per capirci), una volta che il rendimento medio offerto ha toccato il minimo storico del 2,41%. La domanda, inoltre, ha raggiunto solo i 2,75 miliardi. Direte voi, meglio così, lo spread Btp-Bund sarà crollato: no, rimasto placidamente in area 390. Secondo, nelle sale trading si comincia a guardare sempre meno al differenziale tra i nostri titoli di Stato e quelli tedeschi e ci si concentra sempre di più sullo spread tra Btp e Bonos spagnoli, in perenne restringimento da un settimana a questa parte, con le nostre obbligazioni pericolosamente underperforming rispetto a quelle iberiche: in 5 giorni di contrattazioni, si è passati da uno spread di 50 punti base ai 17 di ieri.
Un enorme short squeeze? Probabile, ma è una dinamica già vista la scorsa estate: attenzione, l’Italia sta tornando nei radar. Con buona pace di Mario Draghi, Mario Monti... "
(Così l’Italia sta Tornando nel Mirino degli Speculatori - www.rischiocalcolato.it - 26 aprile 2012)
Ma non era impossibile uscire dall'euro? Si vede che avevo capito male.
Cosa accadrebbe però ad un'euro orfano della Germania? Potrebbe creare un effetto emulazione, per cui ogni nazione correrebbe a riattivare le proprie zecche ed emettere una nuova moneta nazionale. Ognuno per se, Dio per tutti. Ogni moneta si svaluterebbe secondo gli interessi nazionali e i mercati, ogni politica di austerità svanirebbe. In alcuni paesi l'inflazione potrebbe diventare galoppante. L'Italia sarebbe costretta a stampare molto denaro già solo per ricomprarsi il debito e pagare gli interessi, ma in compenso il tasso di interesse potrebbe crollare a valori tedeschi o inglesi. Molti beni, come per esempio la benzina, aumenterebbero ancora di più.
(vedi il post "Nostalgie..." con la simulazione del probabile valore delle nuove divise nazionali europee secondo lo studio della banca nipponica Nomura).
Ma i paesi orfani dell'economia tedesca, potrebbero anche decidere di conservare l'euro, e di utilizzare quelle politiche espansive che la Germania non ha mai voluto autorizzare. Parte del debito potrebbe quindi diventare comunitario, con l'emissione degli eurobond e/o projet financing a tassi più ragionevoli degli attuali, permettendo a paesi strozzati dagli interessi (Grecia, Portogallo, Spagna, Italia) di respirare un pò. La Francia diverrebbe la capofila di questa unione monetaria minore.
L'euro residuale risulterebbe più debole rispetto al nuovo marco tedesco, ma la possibilità di allentare l'austerità, o addirittura la possibilità di utilizzare il deficit per stimolare l'economia, potrebbe migliorare notevolmente l'economia di questa zona euro ridotta. Lo spread, facendo funzionare la Bce come la Fed, verrebbe annullato. E sarebbe una situazione sempre migliore della presente, anche se gravata da un pò di inflazione. Alla fine converrebbe anche alla Germania, anche se ritrovandosi una nuova moneta più forte, troverebbe qualche difficoltà ad esportare. Ma comunque meglio una fetta importante di un mercato europeo rivitalizzato, piuttosto di una fetta di un mercato asfittico come l'attuale.
(vedi anche "Euro sud")
Sempre che poi la Germania non abbia il coraggio di perseguire politiche estremiste, e preferisca a malincuore, scendere a compromessi con la Francia (e anche l'Italia) del nuovo corso socialista.
Ma non era impossibile uscire dall'euro? Si vede che avevo capito male.
Cosa accadrebbe però ad un'euro orfano della Germania? Potrebbe creare un effetto emulazione, per cui ogni nazione correrebbe a riattivare le proprie zecche ed emettere una nuova moneta nazionale. Ognuno per se, Dio per tutti. Ogni moneta si svaluterebbe secondo gli interessi nazionali e i mercati, ogni politica di austerità svanirebbe. In alcuni paesi l'inflazione potrebbe diventare galoppante. L'Italia sarebbe costretta a stampare molto denaro già solo per ricomprarsi il debito e pagare gli interessi, ma in compenso il tasso di interesse potrebbe crollare a valori tedeschi o inglesi. Molti beni, come per esempio la benzina, aumenterebbero ancora di più.
(vedi il post "Nostalgie..." con la simulazione del probabile valore delle nuove divise nazionali europee secondo lo studio della banca nipponica Nomura).
Ma i paesi orfani dell'economia tedesca, potrebbero anche decidere di conservare l'euro, e di utilizzare quelle politiche espansive che la Germania non ha mai voluto autorizzare. Parte del debito potrebbe quindi diventare comunitario, con l'emissione degli eurobond e/o projet financing a tassi più ragionevoli degli attuali, permettendo a paesi strozzati dagli interessi (Grecia, Portogallo, Spagna, Italia) di respirare un pò. La Francia diverrebbe la capofila di questa unione monetaria minore.
L'euro residuale risulterebbe più debole rispetto al nuovo marco tedesco, ma la possibilità di allentare l'austerità, o addirittura la possibilità di utilizzare il deficit per stimolare l'economia, potrebbe migliorare notevolmente l'economia di questa zona euro ridotta. Lo spread, facendo funzionare la Bce come la Fed, verrebbe annullato. E sarebbe una situazione sempre migliore della presente, anche se gravata da un pò di inflazione. Alla fine converrebbe anche alla Germania, anche se ritrovandosi una nuova moneta più forte, troverebbe qualche difficoltà ad esportare. Ma comunque meglio una fetta importante di un mercato europeo rivitalizzato, piuttosto di una fetta di un mercato asfittico come l'attuale.
(vedi anche "Euro sud")
Sempre che poi la Germania non abbia il coraggio di perseguire politiche estremiste, e preferisca a malincuore, scendere a compromessi con la Francia (e anche l'Italia) del nuovo corso socialista.
http://www.ilcittadinox.com/blog/lettera-aperta-a-angela-merkel.html
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