Grillo ha definito Bersani uno zombie, “Il non morto (ma quasi) di un partito mai nato”, ma a quanto pare l’odore mortifero arriva da un altro cadavere politico.
Come era prevedibile i cattivi risultati elettorali per il centro destra stanno causando lo squagliamento del Pdl. C’è una lotta fra “falchi” che vorrebbero abbandonare il governo Monti, responsabile per loro della disfatta, e le “colombe” che vorrebbero dimostrare moderazione e responsabilità politica.
Berlusconi vorrebbe mollare tutto, e lasciare al suo destino la sua creatura. Oppure rifare tutto il partito da capo, ma gli mancano idee ed energie. Senza il cavaliere il Pdl potrebbe smontarsi in due o più parti, che poi potrebbero diventare difficili da ricomporre.
“Il PDL ormai va verso l’estinzione, o almeno così pare.
Ridotto ad un poco più del 10%, pare che Berlusconi sia stanco del giocattolo e pensi di chiudere bottega, per non rimanere come un elemento secondario.
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Non ci vuole comunque un genio per affermare che , con il sostegno alla politica di repressione economico/politica del governo Monti, abbia completamente tradito le aspettative del suo elettorato che, privo ormai di riferimenti, preferisca starsene a casa che votare i vari Alfano, Bondi etc. dotati tra l’altro di scarso appeal personale.
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Piccolo parallelismo: il PASOK in Grecia, vincitore alle precedenti elezioni, si è ridotto a meno di un terzo a causa dell’appoggio al governo tecnico di Papademos ed alle sue ricette al limite dello strozzo. Facile prevedere cosa accadrà in Italia.” (www.rischiocalcolato.it)
La "nuova" idea berlusconiana per rilanciare il partito sa di naftalina:
"... il coniglio morto che Berlusconi ha tirato fuori dal cilindro della sua disperata rincorsa al potere perduto, è così vecchio che dovrebbe interessare i nas piuttosto che il milieu politico. E’ dal ’92 che rompe le scatole con l’idea dell’elezione diretta del capo dello stato, avanzata sempre nella certezza di risultare vincitore in una gara diretta. E anche questa volta la proposta ha solo questo senso, come del resto dimostra la gaffe di Alfano privo di quid, ma sovrabbondante di ottuso servilismo, che dopo l’annuncio di questa sconvolgente novità, stava candidando anzitempo il padrone, mostrando tutta la vacuità del discorso."
Inoltre l’arrivo di nuovi attori come Montezemolo potrebbe aumentare ancora di più la confusione. Montezemolo vorrebbe fare come Berlusconi nel ’94, cioè l’aggregatore di un’area moderata attorno ad un leader carismatico.
Credo che sia tempo perso. L’esperienza del leader proveniente dal mondo delle imprese gli italiani lo hanno già fatto. Montezemolo verrebbe sempre confrontato con il suo predecessore, e sarebbe sempre considerato come un secondo tentativo malriuscito. Rischiando di proporre a questo punto una insipida minestra riscaldata. Gli consiglio di continuare a guidare la Ferrari , probabilmente ne riceverà maggiori soddisfazioni. Per la politica come affermazione personale c’è tempo: una poltrona da Senatore a vita non la si nega mai ai grandi protagonisti pubblici italiani.
Tornando al Pdl, la liquefazione della terza gamba della coalizione di governo, potrebbe dare molti problemi a Monti. Ma del resto lo avevo già scritto: Monti è finito da un mesetto (Monti è finito, (2), (3), Monti è finito: quindi resta). Le sue ricette economiche non hanno avuto successo, e mai ne avrebbero potuto avere. Se il Pdl si fraziona in tanti gruppi, il Pd non potrà stare da solo a sostenere il governo, anche se rimanesse una risicata maggioranza. Vista la scomparsa dell’antagonista, sarebbe molto tentato dalle elezioni e quindi dalla probabile vittoria, anche senza cambiare legge elettorale. Non sarebbe nemmeno una scelta sbagliata, soprattutto in vista di una intensa battaglia europea tra hollandiani e rigoristi.
Certo, anche Monti ora si definisce pro crescita, ma non è così convinto, quanto lo sarebbero gli esponenti e gli elettori del centro sinistra. Soprattutto non è per niente credibile, visto che fino a ieri era il primo scudiero della Merkel ("I tedeschi austeri e gli italiani voltagabbana" - blog.ilgiornale.it/porro)
Certo, anche Monti ora si definisce pro crescita, ma non è così convinto, quanto lo sarebbero gli esponenti e gli elettori del centro sinistra. Soprattutto non è per niente credibile, visto che fino a ieri era il primo scudiero della Merkel ("I tedeschi austeri e gli italiani voltagabbana" - blog.ilgiornale.it/porro)
Quindi una liquidazione del governo Monti potrebbe essere imminente.
Nel centro sinistra si aprirebbe la lotta per la leadership, ma credo che questa volta la spunterebbe il Pd. Infatti non siamo più al tempo di Prodi, in cui la sinistra doveva andare a caccia di voti moderati. Ora può vincere le elezioni con un protagonista del proprio schieramento, visto che il mondo dei moderati si avvia a profonde divisioni tra frazioni del Pdl e terzo polisti incerti.
Però intanto i partiti si dovranno destrutturare e ristrutturare in rete sull'esempio del M5s, probabilmente sarà questo il futuro della politica. Si prepara L'invasione della rete e l'alleggerimento degli apparati burocratici, seguendo l'esempio dell'esperienza grillina:
"E così, ecco che Di Pietro lancia l'Idv 2.0. Con uno sguardo al web e uno alla strada."Vogliamo precorrere i tempi affinché il nostro partito non rischi di morire per apatia come sta accadendo agli altri che non si sono accorti del cambiamento, non si sono accorti che l’attuale offerta politica non è più accettata"
...
sguinzagliando in tutta Italia cento "ambasciatori" (o camminatori) che avranno il compito di reclutare mille "giovani d’assalto nei territori", la metà donne, che portino avanti la battaglia "contro la corruzione, per la trasparenza, la legalità, la meritocrazia, il lavoro e contro il precariato".
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la nuova Idv, secondo Di Pietro, sarà "leggera, senza apparati nazionali, si baserà su dipartimenti e sarà libera perché sostenuta dai cittadini e non dalle lobby"."
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