mercoledì 30 maggio 2012

Terremoto Emilia: aumentano i dubbi


Perchè si stanno succedendo dei terremoti così forti in una zona d'Italia ritenuta sismicamente poco pericolosa? E' un domanda che sta assillando tutti gli italiani e soprattutto gli emiliani. Purtroppo non c'è una risposta. Anche gli esperti sembrano brancolare nel buio. Oggi i sismologi mettono le mani avanti: ci possono essere ancora scosse.

"No, non c'è da stare allegri. Ottocento scosse che si sono susseguite, pressoché senza interruzione, dal 20 maggio fino all'ultimo, fortissimo terremoto di questa mattina. E le repliche del terremoto che sta sconvolgendo l'Emilia (ma anche parte della Lombardia e del Veneto) «dureranno parecchi giorni». 
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 nel modenese potrebbe esserci, secondo l'Ingv, la rottura di una nuova faglia. 
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Il terremoto di questa mattina, ha detto ancora Amato, «indica che molto probabilmente sono attive più faglie». Situazioni come queste possono verificarsi quando vengono attivate strutture molto complesse. 
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«La struttura responsabile del terremoto di oggi nel modenese - ha aggiunto il sismologo dell'Ingv - è la struttura complessa del tratto settentrionale dell'Appennino, nel quale la catena montuosa prosegue sotto la Pianura Padana. La struttura è la stessa legata al sisma del 20 maggio, ma probabilmente avvenuta su una faglia adiacente. Non si tratta quindi una replica in senso stretto». "
I terremoti che si stanno succedendo in piena pianura Padana, stanno quindi generando parecchia confusione anche fra gli esperti.

"La velocità di propagazione del terremoto è assai varia: da qualche centinaio di metri fino a 7 km al secondo, secondo la costituzione geologica del terreno; massima nei terreni compatti, cristallini, minima nei terreni incoerenti, quali alluvioni e morene. Il contrasto fra due velocità, quindi tra due terreni, ha effetti particolarmente rovinosi;" 
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"Catene, fratture, terreni alluvionali attutiscono l’onda e possono anche arrestare il terremoto, infatti, per esempio la pianura padana risente poco dei terremoti friulani, liguri e toscani."

Su queste affermazione sono d'accordo. I tecnici hanno sempre sostenuto che terreni meno compatti trasmettono meno le onde di propagazione. Un mucchio di sabbia smorza meglio un impatto, di un blocco di roccia che lo trasmette istantaneamente. Eppure dall'Ingv:

"Antonio Piersanti, direttore della Sezione di Sismologia dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. Il "signor terremoto" in Italia
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Ora, dovete sapere che quando delle onde sismiche si trovano a percorrere e a colpire un terreno che è sede di sedimenti alluvionali, come è ad esempio proprio la pianura padana, allora questo terreno trasmette meglio le onde sismiche e quindi, rispetto a un fenomeno della stessa entità - sempre magnitudo 5.9 - che può avvenire in una zona montagnosa come ad esempio può essere l'Abruzzo, beh allora in una zona del genere è chiaro che il risentimento è molto maggiore. E' quindi chiaro che città grandi, molto grandi, ancha a centinaia di chilometri dall'epicentro, come può essere Milano, come può essere Bologna che naturalmente è molto più vicina, come può essere Torino, risentono purtroppo piuttosto sensibilmente delle onde sismiche."
(www.byoblu.com)

(??)

Gli edifici emiliani sono progettati bene? Non sono emiliano, ma da quel che ho capito la Regione e lo Stato hanno prodotto notevole confusione legislativa sulle normative sismiche. Nel 2003 l'Ingv ha rivisto la cartografia della pericolosità sismica. Quindi, quasi tutta la regione Emilia-Romagna, che prima non era considerata sismica, è stata inserita in zona 3 (moderatamente sismica) dal 2004. 

la "Regione Emilia-Romagna ... ha delegato ai Comuni, con la legge 3/1999, l’esercizio delle funzioni in materia sismica, delega fino ad oggi non totalmente attuata perché i Comuni, anche di maggiore entità, non si sono attrezzati tecnicamente per gestire la materia, continuando in genere ad avvalersi dell’attività delle strutture regionali dei Servizi tecnici di bacino (STB). 

Va poi considerato - ha specificato Piva - che fino al 2003 solo 89 comuni dell’Emilia-Romagna erano classificati sismici. Dopo l’intervento legislativo nazionale, l’intero territorio regionale è invece censito come tale: 105 comuni sono a media sismicità (zona 2); 214 a bassa (zona 3); 22 a bassissima (zona 4). “Questa estensione della classificazione sismica all’intero territorio regionale - ha puntualizzato il relatore - implica che nell’attività di controllo dell’attività edilizia, anche nelle zone a bassa sismicità, non si possa prescindere dal considerare il merito del progetto rispetto ai temi sismici”."
(articolo del 28/10/2008 -  www.edilportale.com )

Ma la prima vera legge regionale sulle costruzioni antisismiche è del 2008. Nel frattempo, fra 2004 e 2008 potrebbe esserci stato un periodo di lassismo, o confusione normativa? Non lo so, ma ho qualche dubbio in merito.

Legge regionale 30/10/2008 n. 19
Regione Emilia Romagna - Norme per la riduzione del rischio sismico


"Cosa sta succedendo in Emilia?

Anche i geologi fanno fatica a capirlo. Una serie di scosse continue, di difficile decrittazione. Addirittura si parla di sabbie liquefatte, un fenomeno che appare in situazioni di grande intensità. Per ora, le cose sono complicate. La pianura padana ha una lunga storia di terremoti, ma non di questa intensità. Questo sta interrogando tutti gli esperti.

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Sulla superficie il quadro è complesso, ma più chiaro. Le scosse stanno provocando crolli di edifici, che appartengono soprattutto a due categorie.

Quali?
La prima è quella degli edifici storici, specie se inseriti all’interno di strutture più complesse, mentre la seconda riguarda edifici industriali, soprattutto quelli costruiti prima di introdurre criteri vincolanti di antisismicità. Risalgono cioè agli anni ’70- ’80

i capannoni, ... Sono semplici, sì, ma anche fragili: c’è molto vuoto e poca struttura. E fino agli anni ’80 non erano studiati per resistere alle spinte orizzontali, che sono quelle tipiche di un terremoto. La loro geometria è semplice: il pilastro veniva incastrato in un plinto. In cima, aveva una forcella dove si inseriva e appoggiava la trave. Se le due parti si incrociano per dieci centimetri e non, per dire, quindici centimetri, cambia tutto. Diventa facile che si stacchino l’uno dall’altro, e se la trave cade, si trascina anche il tetto, provocando il crollo.
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È buona regola preferire un sistema in cui le forze sono distribuite in modo più ampio. Edifici molto semplici come i capannoni, invece, prevedono di concentrare le forze in pochi punti, che sono quelli di contatto delle strutture."
(www.linkiesta.it)

Ed inoltre travi e pilastri andrebbero solidarmente connessi, non solo appoggiati per gravità.
E per gli edifici storici ci sono altri problemi:

"Anche se sono di struttura molto solida, hanno subito nel tempo una serie di trasformazioni – nuove porte, finestre, intercapedini – che hanno snaturato l’equilibrio della struttura, provocando delle debolezze nell’edificio che non erano originarie. Le chiese sono un caso esemplare: risentendo delle trasformazioni culturali nel tempo, hanno subito modifiche di ogni tipo, e per questo sono crollate, insieme ad altri edifici secolari. Al momento, sono gli edifici più fragili. Anche quelle di campagna,"

IL DUBBIO DEI DUBBI: produzione di gas naturale con illegale tecnica di "Fracking".


"Non pochi ritengono che insieme al naturale movimento della crosta terrestre, una delle principali cause del terremoto e del conseguente sciame sismico, sia da ricercare nelle pratiche estreme di "Fracking" ovvero, la indiscriminata perforazione idraulica del territorio che avviene per una prima parte in senso verticale e quindi corre in senso orizzontale, parallelamente al terreno.
Nelle voragini generate dalle perforazioni vengono iniettate diverse sostanze di composizione segretissima (top secret industriale) che sarebbero la concausa scatenante dei terremoti.

Secondo alcune fonti ufficiali, dall'inizio dell'anno in Italia si sono registrate 632 scosse, tutte nel nord Italia, e tutte in corrispondenza dei cosiddetti "Shale Gas", ovvero le zone dedicate alla pratica delle esplorazioni e delle perforazioni in gergo dette Fracking. E allora: cause esclusivamente naturali oppure favorite da azione umana? E soprattutto, le perforazioni sono legali o illegali? E a quali enormi interessi economici sono collegate le sperimentazioni sugli idocarburi?

E' un caso che prima del terremoto si siano verificate fuoriscuscite di acqua e sabbia dal terreno, il 19 maggio 2012, proprio in Emilia Romagna? Ed è ancora un caso che il ministro Romani abbia dichiarato, all'Unione Petrolifera Italiana, della necesità di incrementarre il contributo della produzione nazionale di idrocarburi a partire dal 2012? 

In ogni caso, il governo italiano ha concesso l'autorizzazione per aumentare le perforazioni e le estrazioni alle maggiori compagnie americane, e subito dopo si sono verificati i terremoti. Il ministro Romani punta ad un aumento di almeno 90mila barili al giorno. In particolare dai giacimenti della Basilicata.

Per quanto riguarda il gas naturale, si parla di sfruttamento di "Shale Gas", ovvero l'utilizzo di tecniche di estrazione che vanno ad incidere pesantemente sugli equilibri idrogeologici, consistenti principalmente nella frammentazione degli strati rocciosi. Nei fatti, tale pratica è vietata in molti Paesi, fra i quali l'Italia, in ragione dei rischi di contaminazione delle falde idriche. Tutto questo sembra sottoposto, però, alla vendita di risorse nazionali al miglior offerente, per cercare di fare cassa."

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