E’ proprio vero che la rete anticipa di mesi il sentire generale, che sia politico (vedi grillini) o che sia economico (vedi MMT di Barnard, uscita dall’euro ecc.).
Ora anche il Sole24ore, rappresentante mediatico ufficiale dell’economia italiana, comincia a farsi le domande fondamentali sull’euro, che già sono state analizzate e dibattute in questi 6 mesi di gov. Monti sui principali blog e siti economici:
Grecia fuori? Possibile. E i bond dell'eurozona sono ai valori pre-moneta unica
“Di euro si è parlato anche nel vertice di questa notte tra i capi di Stato Ue, che si è concluso con un nulla di fatto sulle decisioni di massima urgenza (Grecia, Spagna ed Eurobond) ci si interroga già se al prossimo giro (vertice Ue di fine giugno) i leader politici riusciranno ad approvare qualcosa di concreto…”
Infatti l’asse Francia-Germania si è definitivamente ed inesorabilmente spaccato, ed ora vengono al pettine le diverse visioni economiche nazionali.
E soprattutto è messa a nudo la moneta unica ed analizzata per quella che è, non come un oggetto di fede dogmatica:
“Ci si interroga se l'euro manterrà l'attuale assetto a 17 Paesi.
…
In un contesto in cui la Germania non sembra voler mollare la linea dura. Lo ha dimostrato proprio nell'ultimo vertice quando ha ribadito il "nein" agli Eurobond, strumenti finanziari visti di buon occhio dalla Francia di Francois Hollande (e questa è la novità politica del momento), dalla Spagna di Mariano Rajoy e dall'Italia di Mario Monti.
Se prendesse piede davvero questa Triplice Intesa ... è probabile che qualcosa possa davvero cambiare nella nuova, necessaria, visione d'Europa.”
Ma se non si interviene l’euro esplode, i rendimenti attuali dei rispettivi titoli di Stato nazionali, sono tornati ai valori ante euro, eccetto che per la Germania , che giustamente non vuole cedere su nulla:
“Nel 1993 - come evidenziato in un'analisi di John Greenwood, chief economist di Invesco - i Bund a 10 anni pagavano il 6,5%, i rispettivi BTp il 10,8%, i Bonos il 9,9%, gli Oat francesi il 6,45%, i bond del Portogallo il 10,57% e i bond di Dublino il 7,3%. Livelli certamente superiori a quelli attuali dove impressiona il tasso della Germania che oggi invece paga sugli stessi titoli l'1,4% nominale (mentre a livello reale i rendimenti sono negativi in quella che difatti è una ristrutturazione gratuita del debito tedesco).
Se però ci spostiamo a fine 1997 (quindi sempre nella fascia temporale pre-euro) il quadro cambia profondamente. I Bund tedeschi pagavano il 5,5%, i BTp il 6,1%, i Bonos il 5,9%. Tra il 5,5% e il 6% anche i titoli di Francia, Portogallo e Irlanda.
In pratica i bond di Spagna e Italia viaggiavano nel 1997 sugli stessi livelli attuali. Mentre Portogallo e Irlanda (costretti recentemente a ricorrere al piano di aiuti/amministrazione coatta euroepi) oggi pagano più di quello che pagavano 15 anni fa.
… l'euro, a questi livelli, non riesce più a far da scudo sui Paesi periferici che, anzi, in questo momento sembrano più intrappolati dalla forza della moneta unica che beneficiari. Si stava meglio quando si stava peggio?”
Quindi, ancora una volta, dopo aver dato del pazzo a Grillo sulla stampa e nelle tv, perché ha manifestato il dubbio che forse è meglio uscire dall’euro, anche il mondo economico confindustriale giunge alla stessa conclusione. Probabilmente il nostro ceto dirigente manca di un’adeguata e lungimirante analisi critica dei fenomeni sociali ed economici fondamentali. Dice il prof. Borghi nell’intervista su byoblu.com:
“…non sono del Bilderberg, però, tanto per dire, prima del Rotary mi dicevano “ah, ma quelli del Rotary fanno chissà che cosa, para-massoni”. Man mano che poi uno prendeva e saliva, io di grandi complotti ne ho visti pochi, di scemi ne ho incontrati tantissimi”
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