giovedì 6 novembre 2014

Dollaro forte


La vittoria dei repubblicani, meno inclini ai Quantitative easing e più propensi alla chiusura dei rubinetti della Fed, sta agevolando una rivalutazione del dollaro che era già in atto. Si potrebbe verificare uno scenario che era impensabile fino a poco tempo fa, in quanto l'euro appariva la moneta che più di tutte era in grado di incorporare valore. Proprio perché la Bce aveva finora fatto politiche monetarie molto timide.

""Ci troviamo nella fase iniziale della corsa del dollaro che cambierà il mondo. E' quanto ritengono gli esperti di HSBC, stando a quanto riporta un articolo pubblicato sul sito Telegraph, firmato dal noto editorialista Ambrose Evans-Pritchard.
Il giornalista fa il punto della situazione, ricordando che il dollaro è balzato al record in quattro anni rispetto a un paniere di valute, volgendo verso livelli di resistenza chiave, e inaugurando un punto di svolta cruciale per il sistema finanziario globale.
... I dati del Chicago Mercantile Exchange mostrano che le scommesse speculative sul dollaro operate nei mercati dei derivati hanno toccato inoltre il record di sempre, con le principali posizioni contro l'euro, il dollaro neozelandese, il dollaro canadese, lo yen e il franco svizzero.
David Bloom, responsabile della divisione del mercato valutario presso HSBC, parla di "cambiamento sismico", che potrebbe spingere le quotazioni del dollaro fino a +20% nell'arco dei prossimi 12 mesi. Bloom ritiene che un dollaro più forte avrebbe effetti benefici sulle economie che fanno fronte alla minaccia della deflazione, in quanto le stesse potrebbero prendere tempo nella loro incessante guerra valutaria volta a "rubare l'inflazione".

Hans Redeker, di Morgan Stanley, aggiunge che il rally del dollaro è quasi inevitabile, vista la ripresa dell'economia Usa, e considerato il forte contrasto tra la politica monetaria della Fed (che ora punta a misure restrittive) e quella della Bce.

"Riteniamo che ci sarà un rally di 4-5 anni del dollaro. L'intero sistema dei cambi sta cercando un nuovo equilibrio e crediamo che entro l'anno prossimo l'euro scenderà fino a $1,12 e sarà anche più debole dello yen, nella corsa al ribasso"."

(www.wallstreetitalia.com)

Molti si aspettano politiche espansive dalla Bce che probabilmente in realtà non ci saranno mai. Il nuovo programma Tltro procede in modo molto meno ambizioso del precedente Ltro. Non penso perciò che il rapporto euro/dollaro si inflenzato da un contrasto fra Fed più austera e Bce più espansiva. Ma semmai verà rappresentato nel nuovo cambio un maggior contrasto tra sistema americano più coerente e solido e sistema europeo attraversato da mille crisi, contrasti, politiche monetarie farraginose che alla fine si faranno sentire sulla quotazione della moneta unica.

Sicuramente all'Italia farebbe comodo una parità dollaro/euro. Rivitalizzerebbe le esportazioni riducendo i prezzi dei nostri prodotti esportati del 20-25%. Naturalmente ne avrebbe un vantaggio tutta l'Europa e prima di tutti i paesi meglio organizzati, con un sistema produttivo già orientato alle esportazioni. Quindi per prima la Germania. Anche se la rivalutazione del dollaro non comporterà la conseguente rivalutazione di altre monete "concorrenti". La Cina continuera ad essere un temibile concorrente, il Giappone continuando (per quanto?) le sue politiche monetarie espansive vedrà lo yen svalutarsi ancora.

Ancora una volta gli Usa si sacrificheranno per trainare la crescita mondiale. Anche se la ripresa economica Usa credo sia più annunciata che reale (vedi: L'annuncite dilaga anche negli Usa). Del resto queste ultime elezioni parlamentari Usa qualcosa dicono su questa sbandierata ripresa.

"Se l’Economia USA va Così bene Come Mai Obama e i Democratici sono Stati Distrutti?

Ora, immaginate che le ridicole statistiche sull’economia americana siano corrette, ovvero che l’economia va benissimo, la disoccupazione è ai minimi storici, i consumi crescono e tutti vivono il sogno americano:

E come cazzo è che l’uomo e il partito che lo hanno reso possibile tirando via gli americani dalla recessione vengano massacrati alle elezioni?

E ancora, non mi venite a cianciare di flussi elettorali e di tradizionale debolezza della presidenza alle elezioni di mid-term.

La verità è questa qui: da il Grande Bluff

di fronte alla Ripresona americana che da anni ci stanno narrando tante fonti economiche e tanti mass-media
poi ti sbuca fuori un sondaggio del genere….
Deve essere sicuramente una “cagata pazzesca”…però….però…"

(www.rischiocalcolato.it)
Cioè che secondo un sondaggio dell'American Economical Survey almeno il 72% degli statunitensi pensa di essere ancora in recessione. Quindi l'ottimismo delle borse è ancora tutto da verificare sul campo. Mentre la risalita del dollaro è nelle cose, visto che la Fed sull'onda del risultato elettorale sarà ancora più convinta della necessità di interrompere il quantitative easing.

Non è detto che questa sarà una situazione stabile a lungo termine. Se i mercati non dovessero trovare un motivo valido per mantenersi ottimisti, ed in effetti non ce ne sono; se dovessero constatare che la ripresa Usa è una bufala; se quindi si verificassero delle cadute improvvise di baorsa con banche sull'orlo del default (come nel 2008), tassi debitori che si alzano improvvisamente ecc. la Fed sarebbe costretta a tornare sui suoi passi e riprendere la stampa di dollari.

Ma probabilmente i mercati avranno una battuta d'arresto qualsiasi cosa farà la Fed. Perché non si può spingere una situazione esagerata fino all'infinito. Probabilmente anche se la Fed dovesse riprendere il quantitative easing non potrebbe risolvere alcunché, perché ora necessitano quantità di iniezioni di liquidità sempre più alte. La dinamica è quella della tossicodipendenza: perché la la droga continui a fare effetto ci vuole una dose sempre maggiore. Quando invece la dose manca, c'è la crisi d'astinenza. E questa potrebbe essere la situazione a cui andranno incontro i mercati nei prossimi mesi. Se la crisi d'astinenza spaventerà la Fed si riprenderà con la somministrazioni delle dosi sperando funzioni... In ogni caso la situazione si fa critica.

"Wall Street continuerà a inanellare nuovi record? O esiste il rischio di una nuova bolla, prossima a scoppiare?

Jan Hatzius, analista di Goldman Sachs, non è particolarmente ottimista sulla performance dell'azionario Usa. E lancia l'allarme sul pericolo bolla, presentando un modello ben preciso.
...
Hatzius avverte che il modello manda un messaggio ben preciso: ovvero che gli incrementi che sono stati messi a segno dall'azionario Usa nel corso del 2014 hanno aumentato il rischio dello scoppio di una bolla.
Il grafico indica infatti livelli che non si sono visti dal periodo 2008/2009. "La nostra interpretazione è che diverse esplosioni di bolle sono semplicemente la controparte di periodi precedenti di forti apprezzamenti, e in questo contesto non è sorprendente che grandi movimenti al ribasso siano più probabili, nel momento in cui la volatilità è elevata", scrive l'esperto.
"L'espansione sta durando già molto di più rispetto alle fasi di espansione, in media, registrate nella storia"."

(www.wallstreetitalia.com)

Va detto che comunque sono mesi che vengono lanciati questi allarmi. Finora la mega bolla finaziaria ha dimostrato di essere differente, di avere una "tempra" eccezionale.

Intanto la discesa dell'euro sul dollaro continua e speriamo che non intervenga qualche caduta improvvisa dei mercati ad interrompere il sogno europeo di una minima e salutare ripresa che riporti almeno il segno più nelle economie più disastrate. Anche se ormai l'Italia non uscirà più dalla fase di declino, essendo la pressione fiscale in crescita continua e la forza del mercato interno ormai molto blanda.

Nessun commento:

Posta un commento